Coronavirus, Azzolina: “I dati della ripartenza della scuola sono positivi, basso impatto sui contagi”

Dal 14 al 26 settembre, il personale docente che risulta contagiato è lo 0,047% del totale, per gli studenti la percentuale è dello 0,021%
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Abbiamo finito da poco una riunione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza in cui abbiamo tracciato un primo bilancio sulla riapertura delle scuole. Restiamo molto prudenti ma, al momento, i dati sono positivi e questo ovviamente è confortante per tutti”, così il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. “Dalle prime valutazioni fatte è emerso che, ad oggi, la scuola non ha avuto impatto sull’aumento dei contagi generali, se non in modo molto residuale”.

In particolare, secondo i dati emersi dal monitoraggio condotto dal Ministero dell’Istruzione, con la collaborazione dei dirigenti scolastici, nelle prime due settimane di lezioni, dal 14 al 26 settembre, il personale docente che risulta contagiato è lo 0,047% del totale (349 casi di positività), si parla dello 0,059% (116 casi) per il personale non docente, per gli studenti la percentuale è dello 0,021% (1.492 casi).

Il sistema scolastico sta tenendo perché si è attrezzato. Si stanno facendo grandi sacrifici, da parte di tutto il personale scolastico, delle famiglie, che ringrazio, e degli studenti“, aggiunge Azzolina. “Ma è convinzione di tutti, lo era anche nell’incontro di questo pomeriggio, che serve molta più prudenza in quelle fasi che riguardano il pre e post scuola – sottolinea -. Il messaggio che mi sento di dare è che bisogna essere 10, 100 volte più attenti nelle attività extrascolastiche se vogliamo proteggere la nostra scuola”, conclude.

Brusaferro: “I protocolli stanno funzionando”

La trasmissione di Covid-19 negli studenti e nel personale scolastico è strettamente monitorata, ad oggi risulta molto limitata. I protocolli stanno funzionando“. Lo scrive su Twitter il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro.Continuiamo a lavorare con il ministero dell’Istruzione e il ministero della Salute perché i ragazzi vadano a scuola“, conclude Brusaferro.

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