Caldo shock, l’Italia boccheggia: +49°C a Ferrara, ma è allerta meteo per i forti temporali in arrivo al Nord

  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
  • LaPresse/Elisa Contini
/
MeteoWeb

Chi ha potuto ha cercato refrigerio al mare. Ma non sempre chi si e’ rifugiato sulle spiagge e’ riuscito ad evitare l’afa, che oggi ha attanagliato gran parte dell’Italia, con temperature da capogiro, non solo nelle città. Complice l’elevata umidità, il caldo avvertito e’ stato largamente superiore ai gradi segnati dal termometro, con 10-12 tacche in più rispetto alle cifre reali. E i numeri sono stati da record: come a Ferrara, dove la temperatura percepita ha raggiunto all’ora di pranzo i 49 gradi, a fronte degli effettivi 37. E a Termoli, in Molise, dove il calore sentito e’ arrivato a 46 gradi, anche se la colonnina di mercurio si era fermata a 30. E pure a Capo Frasca, in Sardegna, con 37 gradi reali, ma la sensazione che ce ne fossero 44. Roventi anche le città che sono state segnalate dal Ministero della Salute con il bollino rosso. A Bologna la temperatura avvertita e’ stata di 42 gradi, a fronte dei 35 effettivi; 40 a Torino, Brescia e Bolzano. Ma si e’ boccheggiato anche a Verona, Grosseto, Arezzo e Catania (42 gradi percepiti), a Trieste, Bergamo e Parma(41), a Cuneo, Padova, Treviso e Pescara (40), Milano e Roma (39) , a Firenze e Venezia (38). E pure sulle coste non c’e’ stata tregua dall’afa: 43 i gradi percepiti a Cervia, 41 a Rimini, 38 in Costa Smeralda, 37 all’Argentario. Gli effetti dell’ondata di calore si stanno facendo sentire. Ad Ancona e Perugia, altre due città da bollino rosso, gli ospedali hanno registrato un aumento degli accessi al Pronto soccorso sino al 10%. Nella maggioranza di casi si e’ trattato di anziani , le cui condizioni si sono aggravate proprio in conseguenza delle temperature troppo elevate.

L’alta pressione di matrice africana ha pero’ le ore contate, per lo meno sul Nord e parte del Centro. La Protezione civile ha diramato un allerta per l’arrivo di una perturbazione atlantica che porterà temporali di forte intensità, accompagnati in alcuni casi da grandinate e forti raffiche di vento. Saranno dapprima interessate Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. E a partire da domani anche le zone interne della Toscana e dell’Umbria. Soprattutto al Nord ci sara’ un deciso calo termico; più lieve invece al Centro, mentre al Sud ci sara’ un’ulteriore accentuazione del caldo con possibili picchi delle temperature su ben oltre +40°C la prossima settimana, quando avremo 3-4 giorni davvero roventi. Il maltempo e la rinfrescata arriveranno al Sud soltanto tra 1 e 2 luglio.

Intanto si continua fare i conti con la siccità. Nella Marche l’emergenza idrica si va estendendo alla provincia di Teramo, e in particolare lungo la costa e in Val Vibrata. Molti sindaci stanno già predisponendo ordinanze di divieto assoluto di uso dell’acqua per consumi che non siano strettamente potabili. A Roma si valuta si valuta la possibilità di chiudere o ridurre il flusso d’acqua dei ‘nasoni’, le fontanelle storiche della capitale. A rischio e’ anche la produzione agricola. L’allarme siccità riguarda ormai due terzi della superficie coltivata, interessando praticamente tutte le regioni italiane, fa sapere la Coldiretti, che avverte: “la situazione si sta aggravando con effetti catastrofici per la produzione con perdite ben superiori al miliardo stimato, se non pioverà nell’arco delle prossime due settimane, in modo costante e non violento”. Intanto il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli attacca il ministro dell’Ambiente Galletti: e’ “assolutamente inadeguato perché, oltre a non fare il suo dovere nel difendere l’ambiente,pur sapendo da tempo che sarebbe arrivata l’ondata di calore che in queste ore sta drammaticamente attanagliando tanti italiani, non ha messo al lavoro i suoi tecnici per elaborare piani preventivi per fronteggiare l’emergenza”.

Nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo e la crisi idrica per gli agricoltori – sottolinea Coldiretti – e’ sempre piu’ difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e gli uliveti ed il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici dal grana padano al parmigiano reggiano fino alla mozzarella di bufala. In Piemonte, a Cuneo, a causa della siccita’ e dell’eccesso di caldo per grano e orzo, si riscontrano perdite del 25-30% con perdite anche del 40% sulle colture foraggere, mentre in Lombardia il mais e’ in sofferenza; i grandi laghi sono in calo, il lago Maggiore e’ sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli dell’anno scorso, mentre al lago di Como si registrano 35 centimetri in meno. In Emilia, colpite tutte le colture dal pomodoro ai cereali ma anche gli ortaggi, e in Veneto si parla di poche settimane di autonomia, soffrono barbabietole e mais e la vendemmia si prevede anticipata di almeno una settimana. In Sardegna, l’assenza di piogge sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40%. Lunedì intanto, ha annunciato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, si riunirà l’Osservatorio Permanente per affrontare il problema. Il vertice e’ stato calendarizzato per la verifica degli interventi attuati dal gestore per recuperare i volumi idrici addizionali e delle misure di competenza regionale. Il ministero “ha chiesto alla Regione Lazio l’immediata attivazione di alcune misure esecutive,tra cui quelle di controllo sui prelievi abusivi e di esercizio immediato dei poteri sostitutivi nei confronti di quei Comuni che non hanno, a oggi, ottemperato all’obbligo di trasferimento degli impianti al gestore unico Servizio Idrico Integrato”. Intanto Acea che preleva acqua dal lago, riserva idrica di Roma, precisa all’AGI “che sta prendendo il minimo indispensabile per non mettere in crisi gli utenti”. E assicura che “Non c’e’ un prelievo indiscriminato e la societa’ sta piuttosto effettuando altri interventi di recupero per non lasciare a secco la popolazione, su altri fronti”, come il controllo su dispersioni d’acqua. “Dal lago – spiega Lorenzo Pirritano, direttore della Gestione Operativa Acea – stiamo prelevando solo 150 litri al secondo in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il lago ha 5 miliardi di metri cubi di acqua e fino a ieri, la società ne ha prelevati 18 milioni rispetto ai 34 milioni previsti dalla concessione annuale e siamo a luglio”. La società precisa inoltre, che “il riferimento meno 1,40 metri e’ rispetto alla soglia di sfioro. Ieri, il livello del lago era meno 1,42 metri rispetto alla soglia. Una delle regioni che sta’ maggiormente soffrendo e’ la Puglia: il caldo fuori norma che ha caratterizzato la primavera del 2017 e la scarsità di precipitazioni sull’intera Puglia stanno determinando un allarme siccità, come già avvenuto in altre regioni di Italia. La situazione delle risorse, disponibili per l’irrigazione e l’uso domestico, in Puglia non e’ chiara, essendo in corso l’analisi dei livelli dei bacini di approvvigionamento da parte dei tecnici dell’autorità di bacino. Lunedì i dati dovrebbero essere nella disponibilità dell’assessore regionale ai Lavori pubblici, Giovanni Giannini, che valuterà se sia il caso di imporre restrizioni nell’utilizzo dell’acqua. Al momento, nessuna disposizione e’ stata data all’Acquedotto Pugliese, che gestisce circa 21.000 chilometri di rete nella regione, erogando 18 metri cubi al secondo. Le fonti di approvvigionamento di AqP sono cinque invasi artificiali, tra Basilicata, Puglia e Campania, due sorgenti in provincia di Avellino e 200 pozzi sotterranei. Il 50% del fabbisogno di acqua pugliese viene prelevato dai bacini lucani del Sinni e del Pertusillo, nei quali ci sarebbe una quantità d’acqua inferiore allo stesso periodo dello scorso anno. Per la Puglia il problema più grosso riguarda l’agricoltura, in quanto per l’irrigazione viene impiegato il 70% dell’acqua disponibile.

Le piogge in arrivo nei prossimi giorni non basteranno ad attenuare l’emergenza siccità: non saranno precipitazioni estese e abbondanti, ma solo brevi fenomeni violentissimi, localizzati, estremi. Il terreno non riuscirà neanche ad assorbire l’acqua piovana, tanto sarà violenta: provocherà soltanto disagi.

Condividi