Maltempo, Italia in ginocchio per la Tempesta di Scirocco: 12 morti, peggio di un Uragano. Il Ministro: “è il Clima che cambia, emergenza Planetaria”

/
MeteoWeb

Continaua ad aggravarsi il bilancio dell’ondata di maltempo che sta colpendo l’Italia: il numero delle vittime accertate nelle ultime 48 ore in tutto il Paese è salita a 12 morti e i feriti sono centinaia, di cui 4 ancora in “condizioni critiche”. Pochi minuti fa è stato trovato morto nel torrente Biois, intorno alle ore 16.00, Ennio Piccolin, 61 anni, di Falcade (Belluno), disperso da stamani dopo che la sua auto era stata trovata abbandonata e con il motore acceso lungo l’argine del torrente Focobon in località Molin. Il corpo dell’uomo è stato trovato senza vita nel torrente un chilometro più a valle. Si tratta della dodicesima vittima accertata. Le condizioni meteorologiche stanno migliorando ma è soltanto una tregua di qualche ora, perchè già da domani torneranno le forti piogge per una nuova ondata di scirocco e violenti temporali. Intanto l’Italia conta i danni, che sono gravissimi: questa “Tempesta di Scirocco” è stata peggio di un uragano, con venti che hanno raggiunto i 180km/h sulle coste della Liguria e mareggiate con onde alte più di 10 metri. Altezze e intensità tipici delle tempeste oceaniche, e con rari precedenti nel Mediterraneo. Il bilancio poteva essere anche peggiore: la stragrande maggioranza delle vittime sono rimaste uccise dai crolli di alberi o incidenti provocati dal forte vento e, in molti casi, aggravati dall’abbandono e dal degrado del verde pubblico. Soprattutto al Nord, rispetto all’entità di precipitazioni, venti e mareggiate, il sistema ha retto senza particolari catastrofi proprio grazie alle attività di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio spinte dalla protezione civile e attuate dagli enti locali.

Acqua alta, dramma a Venezia: “gravi danni alla Basilica di San Marco, è invecchiata di 20 anni in un solo giorno. Rischiamo di perdere i preziosissimi mosaici”

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha detto che si è trattato di “eventi particolarissimi; i piu’ grandi ricercatori del pianeta ci dicono che il clima sta cambiando e questi problemi li avremo sempre piu’ spesso nel mondo. Quindi bisogna fare qualcosa a livello italiano e anche mondiale e cambiare sistema di vita“.

Certamente questi fenomeni sono provocati dal caldo anomalo che sta interessando il nostro Paese e che continuerà anche a Novembre, prolungando l’emergenza almeno per altri dieci giorni. Intanto anche l’Esercito e’ in campo, con personale e assetti specialistici, per fronteggiare l’emergenza maltempo in tutta Italia, garantendo il soccorso alla popolazione e il supporto alle Istituzioni locali, in coordinamento con la Protezione Civile . In particolare sono in corso ricognizioni di squadre delle Unita’ del genio “in Liguria dove preoccupano – si legge in una nota – le aree litorali colpite dal forte vento e mareggiate, e nel Triveneto dove sono monitorati i livelli dei fiumi a rischio esondazione e si stanno valutando eventuali concorsi specialisti della Forza armata oltre agli assetti del Reggimento Lagunari ‘Serenissima’ che da ieri sono impiegati nell’area della golena di Ponte di Piave (Treviso) con barchini pronti per il recupero di cittadini rimasti isolati, in collaborazione con i Vigili del Fuoco”. Nel Centro Italia sono in corso due interventi richiesti dalla Prefettura di Roma per la rimozione di alberi nel quartiere di Monteverde e a Guidonia Montecelio. Sul territorio sono gia’ stati allertati i 12 Reggimenti Genio distribuiti su tutta la Penisola, che esprimono capacita’ non solo operative ma anche di protezione civile e che sono dotati di mezzi speciali come escavatori cingolati, terne ruotate, autogru’, motopompe, torri di illuminazione, gruppi elettrogeni, veicoli tattici. “I mezzi e le professionalita’ dell’Esercito – viene sottolineato – sono una capacita’ duale in grado d’intervenire, in ogni momento, in tutto il territorio italiano a supporto dei cittadini, come dimostrato durante le emergenze e le calamita’ naturali che hanno colpito il Paese nel corso degli ultimi anni”. In particolare, “i reparti genio, grazie alle esperienze maturate nelle missioni estere ed all’elevata connotazione ‘dual-use’ sono in grado di intervenire prontamente ed efficacemente a favore della comunita’ nazionale in casi di maltempo, come gia’ avvenuto in passato”.

Maltempo, in Veneto è stato un evento peggiore persino del 1966

L’Unita’ di crisi attivata dalla Regione Veneto per fronteggiare la situazione di emergenza determinata dal Maltempo di questi giorni ha elaborato una serie di tabelle di confronto tra l’evento del 27, 28 e 29 ottobre 2018 e quelli piu’ rilevanti, sempre della durata di tre giorni, che si sono succeduti negli anni. La statistica e’ chiara: l’ondata di Maltempo che ha colpito il Veneto in questi giorni e’ stata quantomeno al livello di quelle, devastanti, che l’hanno preceduta (1966, 2010 e altre) con punte massime di accumuli d’acqua al suolo superiori anche al terribile 1966: la “tempesta perfetta”, come l’ha definita, fin dalla lettura dei primi modelli previsionali, il Presidente della Regione Luca Zaia. Lo si evince dai dati storici sulle quantita’ d’acqua cadute nel corso dei precedenti eventi calamitosi, confrontati con quelle registrate il 27,28 e 29 ottobre 2018. In questo evento, la montagna e’ stata la piu’ colpita, tanto che la stazione di rilevamento di Soffranco (Belluno), con 667,4 millimetri d’acqua caduti per metro quadro, ha superato il Cansiglio dove, nel 1966 (4-5-6 novembre), ne furono registrati 608,0. Con 572,2 di oggi, Sappada ha superato Seren del Grappa dove, nel 1966, i millimetri caduti furono 571,0. Senza contare che in questi tre giorni del 2018 la stazione di Col de Pra’, in Comune di Taibon Agordino, alle ore 21 del 29 ottobre ha rilevato 610 millimetri prima di cessare di funzionare, travolta da una tromba d’aria. Le punte massime dell’alluvione del 2010 (31 ottobre-1 e 2 novembre) si “fermarono” ai 587,2 di Seren del Grappa, ai 530,5 di Agno-Recoaro, ai 516,8 del Cansiglio. Nel 1992 (3-5 ottobre) le punte massime si toccarono alla stazione Turcati a Recoaro Terme con 533,0 millimetri, al Rifugio La Guardia di Recoaro Terme con 505,2, a Recoaro Mille con 504,2. Livelli inferiori ai massimi registrati negli scorsi tre giorni si registrarono anche negli eventi del 15-17 maggio 1926; del 26-28 ottobre 1953; del 17-19 settembre 1960; del 7-9 giugno 1988. Questo, fanno notare all’Unita’ di Crisi Regionale, per far comprendere come solo le centinaia di opere realizzate dal 2010 a oggi, la precisione dei modelli previsionali utilizzati, e l’uso sapiente delle casse di laminazione naturali e artificiali in Trentino, in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, abbiano consentito di evitare situazioni e danni peggiori.

Maltempo in Veneto, Zaia: “la peggiore tempesta degli ultimi 100 anni, ma grazie all’esperienza del 2010 abbiamo retto al meglio”

Il colmo della piena a Ponte di Piave ha fatto transitare sul fiume 2.500 metri cubi di acqua al secondo, quello dell’Adige a Verona ha avuto una spinta di 1.900 metri cubi: sono i numeri impressionanti della piena dei fiumi in Veneto registrati nelle ultime ore. Nelle regione sono ancora 106 mila le utenze elettrice disattivate, concentrate soprattutto in Provincia di Belluno, dove e’ rimasto isolato l’ospedale di Agordo a causa della mancanza di gasolio, trasportato solo stamane. Per alleggerire l’Adige e’ stata eccezionalmente decisa l’apertura della galleria trentina che ha portato l’acqua nel lago di Garda. “Non ci sono fiumi esondati in pianura – ha precisato l’assessore veneto alla protezione civile Gianpaolo Bottacin – ma corsi d’acqua che hanno raggiunto le aree golenali”. La preoccupazione e’ ora per il Livenza, che domani raggiungera’ la sua portata massima, e per la citta’ di Eraclea, nel veneziano, nelle prossime ore lambita dalla piena del Piave. “L’esperienza del 2010 oggi ci manda all’incasso – ha spiegato il governatore Luca Zaia – gli algoritmi che abbiamo messo in campo hanno funzionato e questo non e’ cosa da poco in un mondo in cui le cose non sembrano funzionare a dovere”. Lo conferma il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli: “e’ stato un evento eccezionale ma eravamo preparati – ha sottolineato -. Bene ha fatto Zaia a chiedere lo stato di mobilitazione. Voglio testimoniare al Veneto – ha proseguito – la vicinanza mia e del governo e ringrazio quanti si stano prodigando in questo momento”. Il Maltempo e’ una ferita aperta per la regione, tanto piu’ che i dati pluviometrici e le condizioni atmosferiche vengono ritenute le peggiori degli ultimi cento anni. In alcune localita’ del bellunese si sono sfiorati i 700 millimetri di acqua caduta. Per giovedi’ la previsione e’ di una ulteriore caduta di 100 millimetri di acqua nell’agordino. “Ne usciamo martoriati – ha aggiunto Zaia – la provincia di Belluno e’ stata letteralmente isolata a causa prima dell’incendio di Taibon e poi la scorsa sera con la frana di Perarolo”. Zaia ha voluto ringraziare i volontari della Protezione Civile giunti in queste ore anche da altre regioni. “Il Veneto e’ sempre stato presente nelle emergenze – ha commentato – e oggi viene contraccambiato dell’aiuto degli altri”. Il governatore tira un sospiro di sollievi anche per lo scampato pericolo per il Ponte di Bassano, monumento nazionale. “A Bassano – sottolinea – ce l’abbiamo fatta modulando il Brenta”.

Maltempo, in Alto Adige vento a 120km/h: i boschi hanno assorbito 150 milioni di metri cubi di pioggia

“Negli ultimi giorni protezione civile e soccorritori hanno lavorato in modo eccezionale per garantire la sicurezza della popolazione. A loro va il mio ringraziamento sia istituzionale che personale. Al contempo vorrei esprimere la mia profonda commozione e vicinanza alla famiglia del vigile del fuoco rimasto ucciso nel corso di un intervento”. Lo ha detto il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, dopo la riunione della protezione civile che ha riportato il livello di allarme da rosso ad arancione. Dal punto di vista meteorologico, e’ stato sottolineato nel corso della riunione, si e’ verificata “una vera tempesta di pioggia e vento con raffiche fino a 120 km/h anche nei fondovalle, di un’intensita’ mai vista in Alto Adige”, che ha provocato la caduta di molti rami con danni ancora da valutare. “Gli investimenti fatti con le misure preventive hanno dato buoni risultati. La situazione e’ rimasta sotto controllo”, ha sottolineato l’assessore alla protezione civile, Arnold Schuler. L’assessore alle strade, Florian Mussner, ha ringraziato i 450 operai e 25 tecnici che hanno effettuato gli interventi. “Nessuno di noi – ha detto – ricorda raffiche di vento cosi’, si tratta di un evento epocale. Sono gia’ in corso i lavori per riportare tutto alla normalita'”.

“Tenere i boschi ben curati ha dato buoni frutti”. Lo afferma il direttore della ripartizione foreste della Provincia di Bolzano, Mario Broll, sottolineando che durante l’indata di Maltempo, in Alto Adige, sono stati assorbiti dai boschi 150 milioni di metri cubi di pioggia. Per fare un raffronto e’ stato ricordato che il Lago di Resia contiene circa 120 milioni di metri cubi di acqua. L’emergenza ha visto al lavoro 102 appartenenti al corpo forestale operativi durante tutta la notte oltre ad altri 155 a disposizione e 97 operai forestali che hanno collaborato con i Vigili del fuoco. Il Maltempo, in Alto Adige, ha colpito principalmente il bacino della Drava. I danni piu’ ingenti si sono verificati nei bacini dei rii Gadera e Gardena. Minori quelli verificatisi nei bacini dell’Isarco e della Rienza. Pressoche’ assenti, invece, danni causati dal fiume Adige. Nell’area della Drava e del Rio Sesto non si verificava una situazione del genere da 50 anni, per il Rio Gadera da 100 anni. L’Adige a Bronzolo non raggiungeva quell’altezza da circa 7 anni. I responsabili della Protezione civile hanno comunicato che il numero verde attivato nei giorni scorsi dalle 14 non e’ piu’ in funzione.

Maltempo: Alto Adige, pericolo cessato per “ondata epocale”

In Alto Adige il pericolo e’ cessato. La Protezione civile ha riportato il livello di allarme da rosso (Charlie) ad arancione (Bravo) poiche’ non vi sono pericoli gravi imminenti per la popolazione ma quella degli ultimi giorni e’ stata definita un'”ondata di Maltempo epocale”. Gia’ iniziate le operazioni di ripristino e la conta die danni che sono molto ingenti. Nell’area della Drava e del Rio Sesto in Val Pusteria non si verificava una situazione del genere da 50 anni e da ben 100 per il Rio Gadera dove nella notte e’ morto un vigile del fuoco volontario di 52 anni (Giovanni Costa). Nei giorni scorsi sono caduti in media 200 litri di pioggia per metro quadro, ed in particolare a Sesto Pusteria, 370 litri, una quantita’ due tre volte superiore alle precipitazioni attese in un mese. Frane, smottamenti, allagamenti, esondazioni, alberi abbattuti, interruzioni di strade e ferrovie, un morto e alcuni feriti, sfollati, paesi isolati sia dalla fornitura di energia elettrica (circa 30 comuni) che di acqua potabile (Anterivo) e tanta paura, sono il bilancio di una due giorni di eccezionali precipitazioni che in montagna sopra i 1600 metri ha portato la prima neve della stagione. “Negli ultimi giorni protezione civile e soccorritori hanno lavorato in modo eccezionale per garantire la sicurezza della popolazione – ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher – a loro va il mio ringraziamento sia istituzionale che personale ma esprimo la mia profonda commozione e vicinanza alla famiglia del vigile del fuoco rimasto ucciso nel corso di un intervento”.

Dal punto di vista meteorologico nel corso della conferenza stampa della protezione civile e’ stato sottolineato che si e’ verificata una vera tempesta di pioggia e vento con raffiche fino a 120 chilometri orari anche a fondovalle, intensita’ mai registrata in Alto Adige. Oltre a Costa, in servizio da oltre 30 anni nella compagnia Campill del Comune di San Martino in Badia dove stanotte ha trovato la morte venendo colpito da un albero quasi sotto gli occhi del figlio anche lui vigile del fuoco volontario, e’ stato ricordato Alexander Mayr, il comandante dei vigili del fuoco di Campodazzo, deceduto anch’egli durante un intervento il 31 agosto del 2014. Dal 1960 sono 17 i vigili del fuoco volontari deceduti durante interventi di soccorso.

Maltempo, scongiurata l’evacuazione di Latisana per la piena del fiume Tagliamento

E’ rimasta sotto la soglia di allarme la piena del fiume Tagliamento a Latisana, scongiurando cosi’ la possibilita’ che dovessero essere evacuate migliaia di persone. Il livello di colmo e’ stato raggiunto alle 10.30 a un’altezza di 8,67 metri, al di sotto degli 8,70 del secondo presidio. I valori sono attualmente in graduale calo. Nel centro della Bassa friulana che sorge proprio sulle sponde del fiume, la situazione e’ stata monitorata tutta la notte con il Centro operativo comunale (Coc) attivato gia’ da domenica. Che non ci sarebbe stata la necessita’ di evacuazione si e’ capito intorno alle 3: “Eravamo a un passo dal lanciare l’allarme – spiega il vicesindaco Angelo Valvason – L’ultimo bollettino ricevuto dalla Protezione civile intorno alle 3 e’ stato piu’ rassicurante” e il rischio e’ rientrato. “Fortunatamente – aggiunge – il vento e’ mutato al momento giusto anche da scirocco a libeccio”, consentendo alla marea di abbassarsi e all’acqua del fiume di poter defluire in mare aperto. Molta preoccupazione e’ stata vissuta anche dai cittadini che ieri e nella notte hanno chiamato a piu’ riprese la centrale operativa. “Le previsioni erano le stesse del ’66, della seconda alluvione. Per fortuna l’epilogo e’ stato diverso”, prosegue Valvason. Non si e’ reso neppure necessario alzare il ponte ferroviario che attraversa l’asta del fiume tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Le squadre di Rfi erano tuttavia pronte gia’ da ieri sul posto.

Maltempo, in Friuli Venezia Giulia “situazione così grave non si verificava da almeno 30 anni”

L’ondata di Maltempo che si e’ abbattuta sul Friuli Venezia Giulia in queste ultime ore e’ “una situazione emergenziale che non si verificava da 30 anni”. Lo ha detto il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, a margine della seduta di Giunta convocata per stabilire i primi provvedimenti relativi agli eventi atmosferici che hanno colpito la regione. “In Carnia abbiamo due ponti caduti, abbiamo molte vie ostruite da alberi. Stanno intervenendo sia la protezione civile sia i forestali. Rinnovo i ringraziamenti per l’impegno che ci hanno messo i molti volontari in questi giorni di Maltempo”. Secondo Fedriga la situazione e’ stata affrontata “nel migliore dei modi possibili. Noi dobbiamo guardare a una progettualita’ di pulizia dei fiumi, che e’ fondamentale per far si’ che situazioni come questa non si ripetano. Soluzioni alternative possono essere migliorative ma non risolutive: la verita’ – ha concluso – e’ che dobbiamo pulire l’alveo dei fiumi perche’ altrimenti non c’e’ via di uscita, se si ripresentasse una situazione di questo tipo”.

Maltempo, oltre 2.000 ferrovieri impegnati per l’emergenza

Oltre 2.000 ferrovieri, in aggiunta ai colleghi gia’ in servizio, sono impegnati senza sosta da ieri per l’emergenza Maltempo che sta colpendo l’Italia. E’ quanto comunica Ferrovie ricordando come l’eccezionale ondata di Maltempo che ha interessato la Penisola dalle prime ore di ieri – e che prosegue ancora oggi – abbia influito anche sulla regolarita’ della circolazione ferroviaria. Esondazioni di fiumi, cadute di alberi, continue scariche atmosferiche, mareggiate, pioggia e raffiche di vento – ricorda la nota – hanno provocato ritardi, limitazioni di percorso e cancellazioni ai treni regionali e a media-lunga percorrenza. FS Italiane, attraverso le principali societa’ operative, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia e Busitalia, ha messo in campo, dalle prime ore di lunedi’, tutte le azioni preventive, di monitoraggio e di intervento per garantire la piena efficienza dell’infrastruttura ferroviaria e la massima assistenza alle persone sui treni e nelle stazioni.  L’impegno dei ferrovieri e’ stato fondamentale per riprogrammare la circolazione dei treni in base all’evoluzione meteo in alcune regioni italiane. Oltre 1.000 le persone di Rfi e delle ditte appaltatrici che, fra ieri e oggi, stanno lavorando per liberare velocemente l’infrastruttura ferroviaria da detriti e alberi trasportati dal Maltempo. Sono in corso inoltre gli interventi per riparare i numerosi guasti ai sistemi che regolano la circolazione dei treni. Guasti causati dalle forti piogge, mareggiate e dalle continue scariche atmosferiche. Circa 1.000 le persone di Trenitalia impegnate nelle stazioni e a bordo treno per assistere i viaggiatori e per informare puntualmente su ritardi, cancellazioni e eventuali itinerari alternativi. A cui si aggiunge il personale impegnato a presidiare le sale operative e i siti di manutenzione per garantire l’efficienza dei treni che hanno subito danni dal Maltempo. Sono stati distribuiti 3.700 kit con generi di conforto e bottiglie d’acqua. Trenitalia ha inoltre messo a disposizione 127 pernottamenti, 154 viaggi in taxi e circa 100 bus di Busitalia e ditte esterne che hanno effettuato servizi sostitutivi e integrativi. Per garantire l’assistenza a tutti i viaggiatori di Trenitalia e’ stato attivato il numero verde gratuito 800 89 20 21 su tutto il territorio nazionale. In piu’ sul sito web trenitalia.com e’ presente una pagina dedicata al Maltempo, fino a cessata emergenza, con tutte le informazioni utili per la mobilita’ ferroviaria. Inoltre, nelle stazioni di Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli sono state aperte a tutti i viaggiatori, vista l’eccezionalita’ dell’evento, le sale FrecciaLounge per offrire assistenza e informazioni. Ecco, nel dettaglio, gli interventi nelle regioni maggiormente colpite dall’ondata di Maltempo: – LIGURIA FS Italiane e’ al lavoro per garantire i collegamenti a Levante, fra Recco e Nervi, e a Ponente, fra Albenga e Loano, a seguito dei fenomeni atmosferici eccezionali che stanno interessando la zona. La mobilita’ in Liguria e’ garantita, seppur con limitazioni, mentre proseguono gli interventi dei tecnici di RFI per liberare la sede ferroviaria dai detriti e ripristinare la regolare circolazione ferroviaria. Sono in fase di riprogrammazione i collegamenti fra Sestri e Savona con un treno ogni ora; quelli fino a Loano/Finale Ligure con treni a cadenza ogni 30 minuti e con cadenza oraria fino a Taggia Arma. Permane l’interruzione programmata fra Taggia e Ventimiglia. Garantito il 70% dei collegamenti InterCity e Frecce da e per la Liguria. – CAMPANIA Il forte vento insieme a pioggia ha provocato ieri la caduta di alberi sull’infrastruttura ferroviaria che ha fortemente rallentato, e a tratti sospeso, la circolazione sulle principali linee di collegamento con le stazioni del nodo di Napoli. L’intervento dei tecnici RFI ha permesso di ripristinare nella serata di ieri la circolazione ferroviaria. I tecnici sono ancora al lavoro nella stazione di Caserta dove le scariche atmosferiche hanno causato un incendio ai cavi dei sistemi che regolano la circolazione. I treni diretti e provenienti da Caserta sono stati ridotti, con l’attivazione da parte di Trenitalia di bus sostitutivi da Caserta a Cancello e da Caserta ad Aversa. – VENETO Il Maltempo ha provocato la caduta di alberi sulla linea Conegliano – Ponte nelle Alpi causando l’interruzione dei collegamenti ferroviari fra Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi e fra Montebelluna e Belluno. Inoltre, a causa dell’esondazione del fiume Piave, la circolazione ferroviaria e’ interrotta sulla linea Treviso – Portogruaro. Per questi collegamenti, sono stati attivati da Trenitalia servizi sostitutivi con autobus. – TRENTINO ALTO-ADIGE Lo straripamento del fiume Brenta ha portato detriti e fango sulla linea Trento – Bassano del Grappa. Vista la situazione critica, i tecnici RFI stanno intervenendo lungo linea per liberare i binari. Sono inoltre intervenuti i Vigili del Fuoco. – PUGLIA L’intervento dei tecnici di Rete Ferroviaria Italiana ha permesso di riattivare nella notte e nel corso della mattinata la circolazione fra Foggia e Termoli, dopo un guasto al sistema di alimentazione elettrica dei treni causato dal Maltempo, e fra Trani e Barletta, per un albero a rischio caduta.

Condividi