Geotermia: governo Usa finanzia innovazione tecnologica

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La geotermia è una delle fonti di energia a basse emissioni con i maggiori margini di crescita. L’Italia è tra i Paesi più avanzati nel settore, non solo per ragioni storiche (la tecnologia è nata in Italia un secolo fa), ma anche per innovazione recente. È dei giorni scorsi, ad esempio, l’annuncio che Enel Green Power realizzerà nei prossimi mesi negli USA la prima integrazione al mondo tra un impianto geotermico e uno solare fotovoltaico. Sono però numerosi i Paesi che guardano alla geotermia per accrescere le proprie risorse energetiche “verdi”.

Tra questi proprio gli Stati Uniti, dove oltre allo sviluppo di risorse geotermiche locali, si sta puntando con decisione all’innovazione tecnologica, con l’intenzione di sfruttare soprattutto le opportunità di mercato e di competitività internazionali. È una via intrapresa da tempo, e confermata nei giorni scorsi dal segretario all’energia, Stevan Chu, che ha annunciato un ulteriore stanziamento di 38 milioni di dollari (28 milioni di euro) a favore di 32 progetti geotermici innovativi in 14 Stati, con l’obiettivo di perseguire una maggiore competitività dell’energia geotermica rispetto alle fonti fossili.

Una parte dei progetti studieranno nuove tecniche per esplorare le risorse naturali in modo più efficiente ed economico: per esempio migliorando gli strumenti per la mappatura del sottosuolo e gli studi di fattibilità, sviluppando metodi statistici più precisi per la valutazione delle risorse e tecnologie per l’analisi delle caratteristiche termiche, geologiche e sismiche. Altri progetti si propongono di migliorare la realizzazione degli impianti e ottimizzare la generazione di energia: per questo alcune delle soluzioni sono l’adozione di metodi di sfruttamento innovativi, la possibilità di scavare pozzi più larghi, la riduzione delle perdite di fluidi durante le operazioni, lo sviluppo di nuovi materiali per ottimizzare l’isolamento termico dei pozzi. Infine, alcuni progetti riguardano la protezione degli impianti rispetto ai rischi più frequenti, come quelli derivanti dal calore e dalla corrosione. La decisione del governo si inserisce nella politica americana per contrastare i cambiamenti climatici: l’obiettivo fissato dal presidente Barack Obama è arrivare nel 2035 a ricavare l’80% dell’elettricità nazionale dalle fonti a basse emissioni di gas serra.

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