Uragano Irene: un italiano in vacanza a Brooklyn

MeteoWeb

Leggendo un articolo, girovagando nel web, riguardo le ripercussioni che l’”uragano Irene” sta avendo nel mondo. Sono rimasto colpito dall’atteggiamento di alcuni nostri connazionali all’aeroporto di Fiumicino. Faccio i conti tutti i giorni con l’insensibilita’ delle persone che antepongono ottusamente le loro necessita’ a quelle che il buon senso dovrebbe indicare quali priorita’. Prima su tutte la sicurezza propria e quella degli altri. Soprattutto se tra gli altri ci sono i propri affetti principali: i figli.

Spesso ci si dimentica che una vacanza puo’ a volte trasformarsi repentinamente in una tragedia.

Sono partito il 15 agosto da Roma per quello che doveva essere (e per il momento ancora e’ per fortuna..) un viaggio indimenticabile. Io mia moglie e i miei due figli di 19 e 13 anni e sarei dovuto rientrare il 28 agosto con un volo Alitalia dall’aeroporto di Newark nel New Jersey .

Venerdi scorso l’agenzia dove ho acquistato i biglietti mi ha avvertito alle 3.00 ora locale, che il volo era stato cancellato e che avrei dovuto chiamare direttamente l’Alitalia per prenotarne un altro. Sono grato allo zelo della ragazza che non preoccupandosi dell’ora mi ha chiamato ( e la ringraziero’ al mio ritorno) perche’ questo mi ha consentito di prenotare un altro volo in tempi relativamente brevi (rientreremo tutti insieme il 2 settembre)

Per il soggiorno, ho scelto la soluzione “casa vacanza” per vivere appieno l’esperienza americana. Sono ospite di una squisita famiglia nel borough di Brooklin che a fronte delle nostre necessita’ a prolungare il soggiorno a causa dell’uragano Irene, si e’ immediatamente resa disponibile ad ospitarci ad affitto dimezzato per un ulteriore settimana, oltre ad accertarsi che avessimo tutto quanto necessario per affronatare la crisi che stava per sopraggiungere.

Questa zona e’ periferica e ad alta concentrazione di persone di origine afroamericana, quindi noi quattro di etnia diversa non passiamo certo inosservati. Eppure non e’ inusuale essere salutati da persone del quartiere che ci hanno guardato sempre con simpatia e trattato con educazione e senso di accoglienza che raramente ho trovato altrove.

L’Uragano l’abbiamo vissuto chiusi in casa con gli occhi incollati al televisore che ha mandato continuamente notizie e immagini di quanto stava accadendo, con professionalita’, senza sensazionalismi e allarmismi. Soltanto cronaca di quanto stava accadendo con il sindaco di New York e altre personalita’ che avvertivano della estrema pericolosita’ dell’urgano e consigliavano di seguire scrupolosamente le direttive delle autorita’ preposte all’emergenza.

Domani il tempo dovrebbe consentirci di uscire in sicurezza, ora non piove piu’ ma c’e’ ancora molto vento e qualche ramo potrebbe fare ancora danni alle persone per cui consigliano ancora prudenza.

La sensazione che si percepisce vivendo l’evento e’  il grande cuore di queste persone ancora segnate dalla tragedia delle torri gemelle, ma anche pronte ad affrontare le avversita’ insieme, con spirito’ di solidarieta’ e anche con un po’ di irridente incoscienza.

Durante i collegamenti mi ha colpito vedere i surfisti a Coney Island, in acqua, con le loro tavole a sfidare le onde quasi a voler esorcizzare l’uragano in arrivo, oppure un signore anziano che vive su una barca attraccata nell’East River che a dispetto di ogni consiglio di evacuazione ha preferito restare nella sua casa-barca… “se affonda lei…affondo anch’io” la sua dichiarazione al temerario giornalista che lo ha avvicinato sotto una pioggia sferzante.

Mi ha colpito questo spirito che a casa nostra sembra dimenticato…Tra uno sciopero miliardario dei nostri osannati beniamini calciatori che cercano di offrire spiegazioni all’opinione pubblica composta da tante persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese, e le manovre economiche che fanno salvi sempre prima di tutti gli interessi dei potenti, politici e imprenditori.

Al mio ritorno quindi portero’ con me soprattutto questa sensazione. Una sensazione di un Paese dove le parole unione, senso di responsabilita’, affetto, amore per il prossimo in difficolta’…e tanto altro qui soprattutto di fronte alle avversita’ comuni, hanno ancora un valore, un valore che a casa nostra sembra dimenticato….

Marco

Brooklyn 28 agosto 2011

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