Meteo: che inverno sarà? Tutti gli scenari delle previsioni stagionali

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Siamo ormai a metà novembre e in questi giorni relativamente tranquilli, con un forte anticiclone sull’Europa centrale e anche sull’Italia, gli appassionati di meteorologia si interrogano su quale sarà l’evoluzione meteorologica, ovviamente con gli occhi puntati alla sempre più vicina stagione invernale.
Anche la gente comune inizia a pensare all’inverno, un pò per il freddo che sta facendo negli ultimi giorni soprattutto nelle ore serali, notturne e al mattino presto, e un pò anche perchè ci si avvicina al periodo delle festività natalizie. I primi negozi iniziano a mostrare, tra scaffali e vetrine, i consueti addobbi all’insegna di babbi natali, presepi, alberi supercolorati e strailluminati e anche nelle abitazioni c’è chi inizia a rispolverare gli arredi natalizi.
La meteorologia, però, non è una scienza che consente di poter sapere il tempo che farà tra uno, due o tre mesi quindi chi pensa di trovare in quest’articolo le precise risposte alla domanda “che inverno sarà?” può chiudere subito la pagina senza perder tempo continuando la lettura.
Piuttosto proviamo a fare ipotesi, ad analizzare la situazione attuale e a studiare tutti gli scenari possibili per le previsioni stagionali, che non sono affatto rilevanti a livello scientifico in quanto esclusivamente limitate al campo sperimentale, di ricerca per migliorarle e, forse, individuarne la chiave che in futuro potrebbe consentirne una realizzazione maggiormente scientifica e affidabile, come oggi accade per il breve periodo.

STAGIONE IN RITARDO? – Entrando nel merito del prossimo inverno, dobbiamo innanzitutto ricollegarci a quanto scritto negli ultimi bollettini previsionali: l’andamento stagionale è in ritardo da mesi, quindi è verosimile attendersi che anche l’inverno inizi un pò in ritardo rispetto al solito.
Per gran parte dell’estate, infatti, abbiamo avuto condizioni meteorologiche primaverili (ci riferiamo a giugno, luglio e alla prima metà di agosto), con temperature sempre inferiori alle medie del periodo e precipitazioni abbondanti in tutto il Paese, localmente eccezionali al centro/nord. Poi, da metà agosto a metà ottobre, abbiamo avuto due mesi prettamente estivi, con caldo anche intenso o addirittura da record (a settembre!) e una siccità notevole (soprattutto al centro/nord) in quelli che solitamente sono, all’inizio dell’autunno, i mesi più piovosi dell’anno.
L’autunno è iniziato in netto ritardo, a metà ottobre (l’anno scorso, invece, era iniziato in netto anticipo, già nella terza decade di agosto! Si tratta di cicli e di annate, la natura fa sempre ciò che le pare…), e in questo primo mese ne ha combinate di cotte e di crude, dal nubifragio di Roma all’alluvione di Cinque Terre e Lunigiana, dall’alluvione di Genova nel giorno dell’anniversario di quella di 45 anni fa a Firenze fino al disastro di Campo dell’Elba, sull’isola d’Elba, o anche di Napoli, o di Matera, o di Bari, fino ai violenti nubifragi che martedì scorso hanno colpito Calabria e Sicilia.
Adesso stiamo vivendo una fase più calma e tranquilla, quella che solitamente è la classica “ottobrata”, cioè una fase anticiclonica che si verifica dopo le prime violente sfuriate invernali e che fa da transizione tra le due fasi dell’autunno, che si caratterizzano per essere la prima più calda, zeppa di fenomeni violenti ed estremi, la seconda più fredda e di preparazione all’inverno. Questa transizione, solitamente, si verifica a metà ottobre, quando l’autunno è esattamente a metà. Quest’anno la stiamo vivendo con un mese di ritardo sulla falsariga del ritardo stagionale che si prolunga da tre stagioni consecutive. Se anche l’inverno seguirà questa tendenza, dovrebbe arrivare un pò dopo rispetto alla consuetudine, quindi tra la fine di dicembre (durante le festività natalizie) e l’inizio di gennaio, con ancora un mese abbondante d’autunno per tutta la seconda metà di novembre e per gran parte di dicembre, con altre piogge forti (specie al centro/sud) e passaggi perturbati anche al nord, alternati da fasi più stabili ma nebbiose.

NIñA DA RECORD? – Sul fronte della Niña ci sono poche novità. Alcuni modelli confermano che sarà da record nei prossimi mesi, altri che invece dovrebbe attenuarsi. Fatto sta che sarà un nuovo inverno caratterizzato da questo fenomeno, ma ciò non ci aiuta molto nelle previsioni perchè non è stata ancora stabilita una diretta correlazione tra lo scatenarsi di Niño e Niña e gli accadimenti meteorologici in Europa. Sappiamo che solitamente gli inverni con una forte Niña sono caratterizzati da lunghe fasi miti e secche nell’Europa occidentale, tra Regno Unito, Francia e penisola Iberica, mentre invece fa freddo e nevica moltissimo nell’Europa orientale, soprattutto sui Balcani. E le mappe di previsione di AccuWeather, che sono a corredo dell’articolo, indicano proprio uno scenario simile. Ma non tutti la pensano allo stesso modo. I

n Inghilterra, ad esempio, sono tutti convinti che sarà un altro inverno gelido. Ne abbiamo già parlato sul nostro MeteoNotiziario, e i media britannici continuano a insistere, riportando alcune previsioni di meteorologi locali che si dicono assolutamente convinti di un’altra stagione eccezionale in termini di freddo e neve, come le ultime due. “Il freddo arriverà già nella seconda metà di novembre; dicembre sarà freddissimo con altri picchi fino a -15°C, come già accaduto nel dicembre scorso. Ma quest’anno il freddo potrebbe arrivare in anticipo” hanno detto in un’intervista all’Express alcuni meteorologi londinesi. Il Governo ha elaborato un “Piano contro il freddo”, dopo i disagi provocati da ghiaccio e neve nelle ultime due straordinarie stagioni invernali, e il MetOffice ha elaborato una scala di allarme meteo invernale da 1 a 4. Il primo livello è un avviso di possibile freddo a lungo termine; il secondo indica ul 60% di probabilità di rischio di grande freddo entro 48 ore; il terzo indica un pericolo per la salute umana mentre il 4° e ultimo livello, il più grave, è un vero e proprio “Major cold weather incident”. Ma siamo convinti che questa ‘task force’ dipenda molto più dalle conseguenze provocate dal freddo nelle ultime due stagioni, piuttosto che dalle previsioni per i prossimi mesi, che non possono essere così affidabili da mobilitare un grande Paese come l’Inghilterra in netto anticipo rispetto a fenomeni che non è detto poi ci siano davvero.

PRIME NEVI NELLA RUSSIA EUROPEA – Intanto, però, siamo a metà novembre e qualche segnale d’inverno dovrebbe iniziare a vedersi, almeno alle alte latitudini. In effetti è proprio così: nelle ultime settimane ci sono state già due discese molto fredde dal polo nord verso la Russia e l’Europa orientale, con gelo fin nel Mar Nero. Osservando la mappa dell’attuale copertura nevosa, notiamo come proprio sulla Russia ci sia già uno strato di neve (i colori in leggenda sono dati in cm) che difficilmente si scioglierà prima della prossima primavera, ed è un segnale assolutamente positivo per tutti gli Europei e i Mediterranei che ogni anno sognano l’arrivo della neve e del gran freddo, perchè è da lì che arrivano le bordate d’aria gelida più intensa ed è lì che si può formare l’anticiclone termico Russo-Siberiano artefice degli impulsi freddi nord/orientali verso l’Europa e il Mediterraneo. Scorrendo su una superficie già ghiacciata, il freddo scivolerebbe giù verso sud più agevolmente. Anche in Nord America, contemporaneamente, abbiamo i primi segnali d’inverno con una spessa copertura nevosa su gran parte del Canada e soprattutto nell’Alaska, colpito da una terribile bufera di neve nei giorni scorsi, e con la prospettiva di una poderosa irruzione di gelo per il prossimo weekend quando una bufera di neve potrebbe interessare Seattle in netto anticipo rispetto alla consuetudine stagionale.

In conclusione possiamo dire, come sempre, che solo avvicinandoci alla stagione fredda potremo capirne meglio l’evoluzione. In questa fase non è ancora possibile sapere praticamente nulla sul prossimo inverno, se non fantasticare su ipotesi più o meno attendibile e più o meno affascinanti ma che non hanno alcun serio sostegno scientifico e alcuna validità previsionale.
E’, quindi, come ogni anno, il momento dei più bei sogni di ogni meteo/appassionato: comunque vada, sarà inverno e pur non potendo entrare nei dettagli previsionali, pur non potendo ancora capire se sarà nel giardino di casa o a qualche km di distanza, se sarà intenso o appena accentuato, quel soave profumo di neve non mancherà. E, con esso, il placido silenzio della natura che si addormenta sotto una spessa coltre bianca nel tipico letargo dell’inverno che verrà.

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