Il rientro incontrollato della sonda russa pone al centro dell’attenzione il problema dei detriti spaziali. Si tratta di una quantità enorme di oggetti che va dalle dimensioni di un bullone a quella, appunto di un satellite o degli altri oggetti romai inutilizzati o inutilizzabili. Il problema sta soprattutto nella distanza a cui orbitano dalla Terra. Minore è la distanza, minore è anche il tempo in cui rientreranno nell’atmosfera. Il problema però è triplice, a mio avviso. Un problema riguarda la sicurezza delle future missioni spaziali, dato che già è avvenuta la collisione tra un satellite non operativo e uno in funzione. Il secondo problema è che in un certo senso, se ci sia o meno qualcun’altro nel Cosmo, il biglietto da visita certamente rappresenta bene una razza che sta distruggendo a grande velocità ciò che ha e che, indipendentemente dall’esistenza di altre forme di vita, dovrebbe imparare a rispettare, anche se unico giudice possibile delle proprie azioni. Il terzo problema riguarda la sicurezza. Sappiamo già che la Terra viene a contatto con una quantità incalcolabile di detriti naturali, e che esiste la possibilità che un asteroide o una cometa cadano sulla Terra. Ma qualcuno ci ha chiesto o qualcuno ha il diritto di farci accettare che le missioni spaziali, magari a scopo di spionaggio e con budget insufficienti a garantire ogni misura di sicurezza, possano rappresentare un pericolo? I rischi che lo Spazio ci riserva sono una cosa che fa parte dell’essere su questo Pianeta, un Pianeta cosparso di immondizia spaziale che aspetta di cadere in qualche posto a caso dobbiamo accettarlo in nome di cosa?