Incidente Costa Concordia, il racconto di alcuni naufraghi: “così abbiamo salvato un disabile”

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”Non c’era nessuno che ci diceva niente. Abbiamo chiesto ai cuochi e ai camerieri, ma capivano poco. Siamo scappati solo quando abbiamo sentito i sette segnali d’allarme” E’ il racconto che la superstite Pierangela Tavazza ha fatto a Tgcom24. Insieme a lei, sulla Costa Concordia, c’era anche il marito, il vigile del fuoco Paolo Rona che racconta: ”Mi sono sentito impotente perche’ non capivo cosa stesse succedendo. L’unica cosa che abbiamo sentito e’ stata una voce a nome del comandante che ci diceva di stare tranquilli che era solo un guasto a un generatore. Solo che la nave ha iniziato a piegarsi”. “Dopo i sette squilli – ha spiegato Rona – ho realizzato che dovevamo evacuare la nave. Con noi c’era un signore disabile che ho trascinato di peso per tutte le scale per riuscire a caricarlo sulle scialuppe. Non lo dico per protagonista ma essendo un vigile del fuoco so cosa significa, perche’ nessuno ci prestava aiuto. Eravamo tutti senza giubbotto: quando siamo saliti sulla scialuppa il responsabile dell’equipaggio ci ha negato un giubbetto di salvataggio, nonostante avessi detto che mia moglie non sapesse nuotare. L’unico salvagente che ho recuperato l’ho fatto indossare al signore disabile che era con noi. Arrivato a terra mi sono offerto di collaborare con i soccorritori fino alla mattina seguente”.

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