
E’ da ieri che nei nostri bollettini meteo a medio/lungo termine parliamo dell’Anticiclone Russo-Siberiano, una figura barica tanto classica e importante quanto l’Anticiclone delle Azzorre, l’Anticiclone Sub-Tropicale e la Depressione d’Islanda, storiche “amministratrici” del clima continentale Europeo. Tra tutte queste figure bariche, l’Anticiclone Russo-Siberiano è quella più amata dagli appassionati di meteorologia e dagli amanti di freddo e neve, perchè è l’unico possibile artefice delle ondate di Burian, il gelo delle steppe Siberiane, sull’Europa e sull’Italia. Non sempre, però, alla presenza dell’Anticiclone Russo-Siberiano, in gergo chiamato “Orso” tra gli appassionati che chiamano “Cammello” l’Anticiclone Sub-Tropicale, “Maiale” l’Anticiclone delle Azzorre e “Balena” la Depressione d’Islanda (nomi che dicono davvero tutto sulle caratteristiche di queste figure bariche!) corrisponde l’arrivo del gelo nel nostro Paese. Sembra ormai certa la formazione di quest’Anticiclone nei prossimi giorni sulla Russia Europea e in Siberia, ma non siamo ancora in grado di capire se si verrà a determinare la configurazione ideale per consentire a quest’anticiclone di spingere il gelo verso l’Italia e l’Europa meridionale. Intanto, però, possiamo approfondire che cos’è l’Anticiclone Russo-Siberiano, quali sono i suoi meccanismi, come e perchè si forma, quando determina il freddo sull’Europa e altre curiosità.

L’Anticiclone Russo-Siberiano è una figura barica di alta pressione termica di origine Artica-Continentale, che si forma spesso e volentieri nei mesi invernali tra la Russia Europea, la Siberia e la Mongolia. Nasce, infatti, a causa del notevolissimo raffreddamento del suolo di queste aree dal clima continentale, perchè molto lontano da ogni mare e ad alte latitudini, quindi con poca insolazione (è, infatti, un anticiclone stagionale che si può formare solo d’inverno) e con tanta neve al suolo, tanto da alimentare ogni giorno l’effetto albedo. La formazione di quest’Anticiclone garantisce in quelle aree lunghissimi periodi gelidi e anticiclonici, con nebbie, foschie e temperature polari ai bassi strati. Inoltre influenza le condizioni del tempo su gran parte dell’emisfero settentrionale, dall’Europa al Giappone, perchè è molto molto vasto, in quanto riflette le condizioni climatiche di una porzione di territorio davvero ampissima.
Proprio a quest’area, infatti, appartengono i record planetari dei massimi livelli di alta pressione mai registrati nel nostro pianeta. Il record attuale è infatti legato proprio alla Mongolia dove il 18 dicembre 2001 la pressione raggiunse i 1.085,6 millibàr.
Quanto l’Anticiclone Russo-Siberiano riesce a spingersi fin sull’Europa nord/orientale, in Russia o addirittura in Scandinavia, sull’Europa puà arrivare il grande gelo Siberiano che più frequentemente si limita nei Paesi dell’est ma a volte giunge anche sull’Italia,come nei casi limite del dicembre 1963 e del gennaio 1979 o, più recentemente (ma con effetti meno significativi), del febbraio 1991 e del dicembre 1996.
Negli ultimi 15 inverni non si sono mai create le condizioni perchè il Burian potesse colpire l’Italia, come accaduto invece nei mesi appena segnalati, perchè le configurazioni bariche sono state decisamente diverse, con insistenti scambi meridiani, vortice polare sulla Scandinavia a pompare colate artiche verso il Mediterraneo, chiudendo così la porta orientale al gelo Siberiano. Ma quest’anno la situazione sembra diversa, a livello configurativo, e anche a livello statistico, dopo tanti anni d’assenza, prima o poi l’Orso dovrà tornare a far visita alle nostre Regioni. Sarà questo l’anno giusto?
Continuiamo a monitorare l’evoluzione modellistica, le sorti di quest’inverno si stanno delineando con prospettive molto interessanti tra la fine di gennaio e il mese di febbraio.