Oggi il 44° anniversario del terremoto della Valle del Belice. Per la ricostruzione mancano ancora 433 milioni di €

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Nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio del 1968, un terremoto di magnitudo 6.1 richter, devasto’ la Valle del Belice, provocando 370 morti ed un migliaio di feriti. Tra i 14 centri colpiti dal sisma – nelle province di Trapani, Agrigento e Palermo – vi furono paesi completamente distrutti: Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago. Circa 70 mila i senzatetto. Il sisma mise in ginocchio Menfi, Partanna, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia, Sciacca, Santa Ninfa, Salemi, Vita, Calatafimi, Santa Margherita del Belice. Oggi, 44 anni dopo l’immane tragedia, la ricostruzione non e’ ancora ultimata: mancano 133 milioni di euro per le opere pubbliche e 300 milioni per l’edilizia privata. Il fabbisogno per le opere pubbliche e’ stato definitivamente individuato nel 2008 quando il coordinamento dei sindaci concordo’ con il ministero delle Infrastrutture l’elenco definitivo dei lavori da completare. Un documento che rispecchia il reale fabbisogno del territorio, per completare le incompiute. Ma ancora oggi il nocciolo del problema e’ racchiuso nella mancanza di fondi; i sindaci del Belice, stanchi di questuare a Roma, quest’anno, hanno deciso di non promuovere alcuna manifestazione nella capitale. Ieri ed oggi si sono svolti incontri e momenti di commemorazione nei vari centri della Valle. Il coordinatore dei sindaci della Valle del Belice, Nicola Catania, ricorda, ancora una volta, che ”da uno studio comparativo tra il terremoto del Belice e quello del Friuli del 1976 (equivalenti per danni e superficie interessata) effettuato dalla Ragioneria dello Stato, si evince che a somme rivalutate fino al 30 settembre 1995, il Belice ha avuto 12 mila miliardi di lire ed il Friuli 29 mila”. Ma il dato che piu’ amareggia e’ quello demografico: sempre piu’ giovani lasciano il Belice per emigrare e nei paesi prevale la popolazione adulta e gli anziani.

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