
Un’ondata di aria fredda, proveniente dalle alte latitudini, ha sferzato nei giorni scorsi buona parte dell’aria medio-orientale, la penisola Arabica e i paesi dell’Asia occidentale, dove si è assistito ad un drastico calo dei valori termici. In molti casi le temperature sono scese ben al di sotto delle tradizionali medie del periodo, con delle gelate fin dalle basse quote. L’aria fredda, come detto, è penetrata in tutto il Medio-Oriente. Il freddo, ieri, si è avvertito molto in Siria, dove si sono registrate pure delle gelate, favorite dai cieli sereni, l’aria secca e dalla scarsa ventilazione nei bassi strati. Tra le minime più importanti vanno citati i -1.8° del sito archeologico di Palmyra (400 metri di altezza), i -1.2° di Nabk (siamo oltre i 1000 metri) e i -0.8° toccati all’aeroporto di Aleppo. Kamishli si è fermata a soli +0.8° , +1.0° a Deir Ezzor mentre la capitale Damasco ha archiviato una minima di soli +4.4°. Spostandoci nella vicina Giordania, tra le minime più basse, segnaliamo i -0.4° di Ma’An (siamo però oltre i 1000 metri) e i +0.0° dell’aeroporto Queen Alia. Nei giorni scorsi il freddo, durante le ore notturne, si è avvertito molto anche in Iraq, dove l’azione combinata fra cieli sereni, aria secca e ventilazione pressoché assente, ha permesso la formazione di importanti inversioni termiche. Ecco le gelate registrate nella giornata di domenica 22 Gennaio su tutto il territorio iracheno; Baghdad -3.9°, Rutbah -3.6°, Ana -3.2°, Garbala -2.4°, Basrah -1.0°. Valori che a prima vista sembrano notevoli, ma in realtà non hanno nulla di eccezionale per la stagione invernale, specie quando abbiamo le condizioni adatte per lo sviluppo di forti inversioni termiche sopra il territorio iracheno, dove scorrono il Tigri e l‘Eufrate. Il gelo non ha risparmiato neppure l’altopiano iraniano, dove in alcune aree si è sfondato il muro dei -20°. Giornata di ghiaccio, la scorsa domenica 22 Gennaio, ad Ardebil (circa 1342 metri), dove è stata registrata una temperatura minima di ben -22°, mentre la massima in pieno giorno non ha neppure superato i -2.6°.
L’intenso raffreddamento è stato agevolato pure dal cosiddetto “effetto Albedo” visto che nella località iraniana il manto nevoso al suolo aveva raggiunto i 12 cm. Ma forti gelate si sono registrate in buona parte dell’altopiano iraniano. Ecco i valori registrati domenica 22 Gennaio dalla rete nazionale iraniana; Sarab -20.0°, Menane -17.4°, Hamedan -17.3°, Shahre-Kord -17.0°, Saghez -16.6°, Khoy e Zanjan -14.2°, Ahar -14.0° e Ali-Goodarz -13.2°. Nella maggior parte dei casi si tratta di città e località poste ad oltre i 1000-1500 metri di altezza sopra l‘altopiano dell‘Iran. Più in basso vanno citati i -6.0° raggiunti dalla capitale Teheran che sabato 21 è stata imbiancata dalla prima nevicata di questo inverno che ha depositato al suolo quasi 10 cm di neve fresca. Quei 10 cm di neve caduti hanno favorito, per Albedo, una minima cosi bassa proprio nella giornata domenicale. Difatti le gelate più forti hanno riguardato aree di montagne recentemente innevate durante la discesa dell’avvezione fredda dei giorni scorsi. Anche qui, malgrado i valori estremamente bassi, siamo ancora molto distanti dai record. L’aria fredda poi si è diretta verso l’Afghanistan, dove, oltre ad un consistente calo dei valori termici, ha prodotto pure delle nevicate sparse, sopra i 1000 metri di altezza, e venti piuttosto intensi, in genere da NE. A Kandahar, nella giornata di ieri, è caduta anche della pioggia mista a neve accompagnata da un sostenuto e freddo vento, tra E-NE e NE, che ha toccato i 57 km/h. Kandahar, pur trovandosi ad oltre 1000 metri di quota, difficilmente può vedere la neve. Anzi è difficile che attacchi al suolo. L’ultima nevicata sulla città afghana risale al freddo Gennaio del 2008, anche se non ci furono grossi accumuli. In passato ci furono altre nevicate. In Afghanistan l’unica area dove non nevica mai è quella orientale, vicino i confini con il Pakistan, vicino la città di Peshawar, dove si scende a poco più di 300 metri di altitudine. Nel nord può nevicare, abbondantemente, anche in pianura, mentre sulla parte occidentale la quota neve può scendere fino all’alta collina. Anche la parte meridionale, essendo un altopiano, può vedere la neve sopra i 1000 metri. Possiamo dire che quasi tutto l’Afghanistan ha conosciuto la neve anche se magari in pochissime occasioni. Solo alcuni canyon o zone basse ristrette nel sud, da Jalalabad verso il confine pachistano, probabilmente non hanno mai visto la neve dall’ultima era glaciale.
Stavolta il freddo non ha risparmiato neppure la penisola Arabica, dove non sono mancate le gelate durante le ore notturne. Molto freddo anche in Arabia Saudita, soprattutto nella parte più settentrionale del paese e nelle aree montagnose interne, dove le inversioni, favorite dal clima secco e dai cieli prevalentemente sereni e limpidi, hanno dato luogo a diverse gelate, con valori scesi anche sotto i -4° -5°. Interessanti le gelate notturne registrate domenica 22 Gennaio in alcune località dell’Arabia Saudita; Hail -5.2°, Turaif -5.0°, Al Qaysumah e Arar -3.0°, Hafr Al-Batin -2.9°, Guriat -2.8°, Rafha -2.5°, Aeroporto internazionale di King Khaled -1.1°, Al-Jouf e Tabuk, -1.0°. Bisogna specificare che Hail si trova su un altopiano, a circa 1015 metri di altezza, in un’area particolarmente esposta alle inversioni termiche, dove è normale scendere sotto zero nel cuore della stagione invernale. Gli effetti di questa ondata di freddo si dovrebbero smaltire già dalla giornata di domani, specie sulla penisola Arabica, con un progressivo aumento delle temperature e l’avvento di aria molto più mite.