
Dopo l’eccezionale periodo gelido e nevoso per gran parte d’Italia, adesso in molti stanno già pensando alla primavera. Nulla di più sbagliato. L’inverno non è affatto finito e, anzi, sarà protagonista ancora a lungo, per settimane e probabilmente per mesi. E’ vero che nei prossimi giorni, soprattutto tra mercoledì 15 e giovedì 16, le temperature aumenteranno in modo deciso al nord, con massime fino a +12/+13°C in pianura Padana dove non mancherà il fohen che distruggerà il cuscinetto freddo formatosi nelle ultime settimane, ma è anche vero che al centro/sud continuerà a fare freddo, che nelle ore notturne farà ancora molto freddo ovunque e che le prospettive a medio e lungo termine parlano chiaro: non c’è alcuna configurazione sinottica nè alcun accenno a segnali barici di stampo primaverile e, anzi, sia nella terza decade di febbraio che a marzo l’Italia sarà ancora preda di sfuriate invernali molto intense, provenienti a fasi alterne da nord (aria artica) e da nord/est (aria siberiana).
Andando con ordine, non possiamo innanzitutto dimenticare che stiamo ancora vivendo giornate freddissime e che oggi e domani mattina le temperature minime toccano picchi eccezionali al centro/nord, in termini di freddo, grazie all’inversione termica accompagnata dall’effetto albedo e alimentata da cieli completamente stellati e da un’atmosfera calma, senza vento. Inoltre il sud sta vivendo il “clou” del peggioramento con nevicate fin a bassissima quota e forti temporali.

A metà settimana, tra giovedì e venerdì, l’Europa sarà colpita da una nuova sfuriata invernale a causa di un affondo artico abbastanza deciso che interesserà tutti i settori orientali del continente, dalla Scandinavia ai Balcani, sfiorando anche l’Italia dove le temperature diminuiranno nuovamente tra giovedì e venerdì specie nelle Regioni Adriatiche più orientali e meridionali, e quindi soprattutto in Puglia.
L’evoluzione per la prossima settimana è ancora incerta, con una possibile profonda perturbazione Africana in risalita dal Sahara verso il mezzogiorno a richiamare aria gelida ancora una volta da nord/est oppure un affondo artico diretto proprio sul nostro Paese, che sarebbe seguito da una nuova sferzata polare marittima tra fine mese e inizio marzo.
Come in tutti i grandi inverni (1929, 1956 e 1985, non è un caso), la stagione è partita in sordina con temperature elevate e siccità nella prima parte dell’inverno, tra novembre, dicembre e gennaio, con poi il clou di freddo e neve a febbraio e numerosi colpi di coda molto intensi tra marzo e aprile. Molto probabilmente anche quest’anno sarà così. Parlare di primavera è davvero prematuro, l’inverno sarà l’assoluto protagonista anche delle prossime settimane e, probabilmente, dei prossimi due mesi. Per alberi in fiore e rondini nei cieli c’è ancora tempo…