Il Nicaragua è il più grande Paese dell’America Centrale con una superficie di poco inferiore ai 130 mila km² (molto simile a quella della Grecia). E’ anche uno dei Paesi pià belli, interessanti e variegati dal punto di vista ambientale e naturalistico con un’eccezionale biodiversità. Proprio per questo motivo, quasi un quinto del territorio è designato come area protetta tra parchi nazionali, riserve naturali e riserve biologiche. Confina con l’Honduras a nord e con la Costa Rica a sud, mentre è bagnato dall’Oceano Pacifico a ovest e dal Mar dei Caraibi a est.
Nel Paese vivono poco meno di 6 milioni di persone, di cui quasi due, quindi circa un terzo, sono concentrate nella capitale, Managua.
Dal punto di vista geografico, possiamo dividere il Nicaragua in tre zone: le pianure del Pacifico, le Montagne Amerrique nel centro-nord, e la Costa dei Miskito sull’Atlantico.
Tra le montagne si trova la catena dei Marabios, composta da decine di vulcani attivi e pericolosi. Proprio alla pendice occidentale di questi vulcani, vicino all’Oceano Pacifico, sorgono tanti laghi di cui due molto grandi, che formano un unico bacino idrico e in passato erano un’insenatura della costa dell’Oceano, separata in seguito alle violente eruzioni e al deposito di materiale lavico. La fauna ittica ospitata da questi laghi è tipica di specie che si sono adattate alle acque dolci ma originano da quelle salate, come lo squalo.
Il lago di Nicaragua è vasto 8430 km², più o meno come l’Umbria, ed è il più grande dell’America centrale e il 19° del mondo. E’ ricco di isole vulcaniche e su una di queste, quella di Ometepe, ci sono due vulcani attivi, il Madera e il Concepción.
Lago attiguo e altrettanto importante è il lago di Managua, vasto 1042 km² e profondo fino a 30 metri, è collegato al lago di Nicaragua grazie al canale naturale di Titi-tapa. Questo canale si era interrotto e asciugato nel 1910, ma nel 1998 il passaggio devastante dell’uragano Mitch l’ha riattivato.
Nel complesso, il 3% della superficie nazionale è coperta da acque.
Il settore occidentale del Paese, nella zona affacciata all’Oceano Pacifico, è omposta da pianure ampie, calde e fertili interrotte da alcuni vulcani, anche grandi. In questa zona vive quasi la totalità della popolazione del Nicaragua nonostante le eruzioni dei vulcani hanno spesso devastato il territorio, ma lo hanno anche arricchito con strati di cenere che lo ha reso fertile e coltivabile. L’attività geologica che causa il vulcanesimo genera anche forti terremoti, che si verificano regolarmente in tutta la zona del Pacifico. La stessa capitale, Managua, è stata quasi distrutta più volte dai terremoti.
Il clima del Nicaragua è prevalentemente di tipo tropicale, caldo e umido, molto piovoso. Dopotutto vanno fatte alcune differenze di zona in zona, e quest’area è la più tropicale in assoluto di tutto il Paese, specie lungo le coste e in pianura. Le temperature sono stazionarie per tutto tutto l’arco dell’anno, con massime comprese tra +29°C e +32°C e minime che raramente scendono sotto i +23°C. La stagione delle piogge è molto intensa, inizia a maggio e finisce a ottobre con accumuli tra 1.000 e 1.500mm in un semestre.
Quest’area è la più importante del Paese dal punto di vista turistico non solo per il pregio naturalistico delle bellezze ambientali, e per la concentrazione dei centri più abitati e produttivi, ma anche per la presenza di gran parte del patrimonio coloniale spagnolo. Città come León e Granada abbondano in architettura coloniale e Granada, fondata nel 1524, è addirittura la più antica città coloniale di tutte le Americhe.
La zona centrale del Nicaragua è quella montuosa. E’ la zona meno popolata e meno sviluppata del Paese, si trova a un’altitudine compresa tra i 600 e 1.500 metri di quota e ha un clima temperato, con temperature più fresche rispetto alle zone del Pacifico, e massime che oscillano tra +23 e +26°C mentre le minime possono scendere anche fino a +12/+15°C. La stagione delle piogge è molto più lunga e intensa, con accumuli fino a 3.500mm e ciò rende il territorio molto instabile e avvezzo al dissesto idrogeologico. I suoli sono poveri, il terreno accidentato e poco abitato, spesso abbandonato, specie nelle zone sud/orientali. La vegetazione è fatta di foreste con querce, pini, muschi, felci e orchidee. Nella zona montuosa, inoltre, si nascondono alcuni tra gli uccelli più rari e colorati del mondo.
Infine le pianure atlantiche sono caratterizzate, nell’estremo est del Paese, dalle foreste pluviali con molti fiumi spesso navigabili e pochi centri abitati. Il Rio Coco, che è il fiume più lungo dell’America centrale, segna il confine con l’Honduras. La costa che affaccia sui Caraibi è irregolare. La costa orientale è molto simile al resto del Paese proprio nelle caratteristiche climatiche, con caratteristiche prettamente tropicali anche se è molto più piovosa, con accumuli fino a 4.000mm annui e nei mesi di settembre e ottobre possono esserci anche uragani. Anche questa è una zona ricca di biodiversità, sia floreale che faunistica. La foresta pluviale, infatti, è vasta 20.000 km² ed è protetta nella Riserva della Biosfera di Bosawás (nella parte nord) e nella Riserva Biologica Indio Maíz (nel sud).
Il periodo migliore per visitare il Nicaragua è la stagione secca, tra dicembre e aprile, quando le condizioni meteo sono ideali perchè non piove quasi per nulla e le temperature sono comunque elevate, estive, miti. In valigia consigliamo, infatti, di portare abiti leggeri e comodi per sopportare l’afa delle ore diurne. Anche di notte, è difficilissimo o quasi impossibile scendere sotto i +20°C a meno che non si salga sui rilievi.