E dopo l’eclissi anulare, l’attesa è ora rivolta al transito di Venere sul disco del Sole

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Transito di Venere del 2004

L’eclissi anulare di Sole è passata, affascinando milioni di persone che hanno applaudito la fase centrale dell’anularità. La Luna ha coperto la maggior parte del disco del Sole, lasciando un’anello di luce infuocata attorno alla sua circonferenza. L’evento è stato ripreso dall’Area 51, la nota e segretissima base del deserto del Nevada, dal monte Fuji, simbolo del Giappone, e dagli Stati Uniti, dove parchi nazionali e stadi sono stati presi d’assalto da curiosi e appassionati. Ma se fino ad ora l’Italia è stata semplicemente a guardare l’evento dal web, sarà diverso invece per l’attesissimo transito di Venere sul disco del Sole. Mancano 16 giorni ad un evento ancor più raro che rappresenterà l’ultimo possibile per la nostra vita. Lo straordinario evento sarà questa volta visibile da tutti i continenti, accontentando realmente tutto il globo. Gli scienziati sono pronti per osservare il fenomeno dallo spazio: il Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA avrà un’impareggiabile visuale del transito, che rappresenta un’occasione per svolgere osservazioni e migliorare le tecniche per la scoperta di nuovi pianeti extrasolari. I transiti di Venere si presentano a coppie ogni otto anni, ma questi due eventi si svolgono meno di una volta per secolo, tanto che il prossimo evento simile si verificherà nel 2117. Oltre alla spettacolarità e alla rarità, i transiti di Venere hanno rappresentato un ruolo importante nella storia dell’astronomia. In passato gli esploratori hanno organizzato importanti spedizioni per guardare i due passaggi nel XVIII secolo, avvenuti nel 1761 e nel 1769. L’obiettivo era quello di rispondere ad una delle domande più importanti dell’epoca: la distanza della Terra dal Sole. Il famoso esploratore britannico James Cook prese parte alla spedizione del 1769, partendo per Tahiti e osservando il transito da un luogo ora conosciuto come Punto di Venere. Soltanto nel 1874 e nel 1882, gli astronomi hanno potuto avere a disposizione dati più precisi, grazie alle fotografie scattate durante i transiti, arrivando ad avere misure sempre più precise.

Credit: UAI

Tempo permettendo, il transito sarà visibile interamente dall’Asia e dall’Australia orientale, dalla Nuova Zelanda, dal Pacifico occidentale, dall’Alaska, dal Canada settentrionale e quasi totalmente dalla Groenlandia. Dall’Italia sarà visibile la parte discendente del fenomeno, dal sorgere del Sole, sino alle 6:55 del mattino. Come per l’eclissi, è raccomandabile non osservare il Sole senza l’ausilio di filtri adeguati. Diffidare dai filtri di cui sono dotati i telescopi all’acquisto, quelli avvitabili agli oculari dello strumento. Questi filtri raccologono la luce del Sole dopo che lo strumento ne ha amplificato la potenza, per cui rischiano di rompersi, causando gravissimi danni alla retina. Ideale, utilizzare un filtro in Mylar da anteporre dinanzi all’obiettivo principale del telescopio. Consigliata la tecnica della proiezione solare, dove la luce del Sole viene riflessa su un cartoncino bianco attraverso lo strumento, in modo da osservare l’evento senza particolari pericoli. L’immagine in questo caso, apparirà ingrandita e sarà possibile focheggiarla attraverso la distanza dall’oculare. Per tutti coloro i quali non fossero in possesso di uno strumento, sono consigliati i vetrini da saldatori, facilmente reperibili nei negozi specializzati. NON utilizzare semplici occhiali da sole, polarizzatori o vecchi negativi delle pellicole di macchine fotografiche. Ma rimandiamo ai prossimi articoli tutti gli aggiornamenti necessari per osservare uno dei fenomeni più rari a cui si può assistere nella vita.

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