Il Myanmar: clima, temperature e geografia

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Il Myanmar (o Birmania) è uno Stato abbastanza vasto dell’Asia sud/orientale: sorge, infatti, su una superficie di ben 678 km² in cui vivono circa 50 milioni di abitanti (ma probabilmente sono molti di più perchè l’ultimo censimento è del 1984, quindi ben 17 anni fa!). E’ lo Stato più grande dell’Indocina ed è vasto più del doppio dell’Italia. Il 3% del territorio nazionale è occupato da acque. Il Paese si affaccia sull’Oceano Indiano, tra il Golfo del Bengala e il mar delle Andamane, e confina a ovest con il Bangladesh, a nord/ovest con l’India, a nord/Est con la Cina, a est con il Laos e a sud/est con la Thailandia. La capitale è Naypyidaw, una città con poco più di 100 mila abitanti. La città più importante, però, è Yangon dove vivono 5 milioni di persone.

Dal punto di vista geografico, il territorio del Myanmar può essere diviso in cinque aree che rappresentano le cinque aree climatiche del Paese: le montagne del nord (aspre ed elevate innestate direttamente nell’Himalaya), quelle dell’ovest (più dolci e meno elevate), l’altopiano di Shan nell’est (secco e arido nella zona settentrionale, ricco di foreste tropicali in quella meridionale), il bacino centrale e la zona costiera.

Il fiume Irrawaddy, lungo circa 2.200 km, è la spina dorsale del Paese: lo attraversa da nord a sud. E’ un grande fiume, navigabile per circa 1450 km, e sfocia con un ampio delta di 9 diramazioni nel golfo di Martaban, dove sbocca anche il Sittang. Il grande delta del fiume costituisce un territorio ideale per la coltura del riso, tale da potere soddisfare l’intero fabbisogno del Paese, mentre il fiume stesso rappresenta una importante via di comunicazione, attraverso la quale viaggiano tuttora le merci, specie legni pregiati, ed esotici.

Il territorio è attraversato anche dal Salween, che è più lungo dell’Irrawaddy (quasi 2850 km), ma scarsamente navigabile a causa della ridotta profondità.

L’andamento climatico del Myanmar è direttamente legato ai monsoni che ne determinano le piogge specie nelle zone costiere,ma non solo. L’estate è la stagione più mite e piovosa, mentre d’inverno fa freddo ma il clima è secco.

La media delle precipitazioni varia molto tra le diverse zone del paese: nella regione del delta dell’Irrawaddy cadono circa 2.500 mm di pioggia all’anno (a Rangoon 2.700 mm); la media delle precipitazioni annue nella zona secca al centro del Paese è minore di 1.000 mm (a Mandalay 840 mm); le aree costiere del paese ricevono il massimo quantitativo di pioggia con una media annuale di oltre 5.000 mm.

Raramente nel Paese arrivano cicloni tropicali, ma è capitato di recente, nel 2008, quando il ciclone tropicale Nargis provocò più di 80 mila morti.

Dal punto di vista termico, invece, nel Paese fa sempre molto caldo, con qualche eccezione solo nelle vette più alte della zona nord, in un territorio completamente disabitato.

Il miglior periodo per un viaggio in Myanmar è tra novembre e febbraio, durante la stagione secca e in concomitanza con i mesi meno caldi (alcune località, come Mandalay, hanno una media delle temperature massime di +38°C specie tra aprile e maggio!) e quindi più piacevoli, anche se sempre con temperature elevate, oltre i +30°C nelle massime e appena sotto i +20°C (nei giorni più freschi) nelle minime.

Proprio alla luce di questa situazione, in valigia consigliamo di mettere abiti leggeri con qualche indumento più adatto alle ore notturne, ma sempre in prevalenza leggero. Se decidete di andare in Myanmar nei mesi piovosi, sono obbligatori non solo ombrelli e k-way, ma anche abiti adatti e impermeabili soprattutto tra piedi e gambe, quindi scarpe e pantaloni, in quanto sono frequenti gli allagamenti.

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