Terremoto, il vescovo di Mantova: “la visita del Papa è un segno di vicinanza concreta”

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”Vediamo nel Papa non soltanto la vicinanza di parole o di preghiere, ma una vicinanza concreta, molto concreta, che con i vescovi abbiamo sperimentata subito dopo l’assemblea annuale della Cei (alla fine di maggio, ndr), quando ha voluto vederci, ha voluto conoscere da noi quello che era successo. Eravamo solo all’inizio del terremoto, perche’ la seconda scossa e’ avvenuta qualche giorno dopo”. E’ quanto ha detto ai microfoni della Radio Vaticana monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova, a proposito della prossima visita nelle zone terremotate che compira’ il Papa. ”Il Papa – ha detto il vescovo – ha mostrato immediatamente un interesse concreto e ci ha fatto giungere un suo aiuto particolare, subito, per far fronte alle prime esigenze”. ”Quindi – ha aggiunto – e’ con grande gioia ed anche con grande speranza che dico al Papa ”grazie”, perche’ viene in questi luoghi, che sono stati tutti, indipendentemente dai confini, coinvolti. La sua visita, dunque, e’ di grande aiuto: e’ una visita di consolazione a tutte le persone che vivono questo momento di disagio cosi’ forte, cosi’ triste”. Ancora monsignor Busti ha aggiunto: ”la mia diocesi e’ proprio confinante con l’Emilia Romagna. Tante volte, forse, nell’immaginario di tutti, la Lombardia termina con il Po. In realta’ non e’ vero, c’e’ un Oltrepo mantovano che si spinge proprio direttamente verso queste terre dell’Emilia Romagna. Per esempio, nella mia diocesi, proprio nell’Oltrepo mantovano, abbiamo addirittura 127 chiese, piu’ o meno danneggiate, e per alcune di queste si dovra’ discutere se tenerle ancora o purtroppo abbatterle”. ”Non e’ una cosa da poco – ha detto ancora – abbattere una chiesa! La gente si chiede: ‘Ma come? La chiesa in cui sono stato battezzato, la chiesa dove mi sono sposato, la chiesa dove ho portato i miei defunti non c’e’ piu’, non deve esserci piu’?’. E’ come toccare il cuore”.

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