Terremoto: “ogni forte scossa mette in discussione le verifiche dei danni”

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Una vera e propria tela di Penelope e’ quella con cui hanno a che fare le squadre congiunte del ministero dei Beni culturali e della Protezione Civile, impegnate nella verifica dei danni al patrimonio culturale, causati dal terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna. ”Ogni nuova grave scossa rimette in discussione tutti i provvedimenti presi per i monumenti”, spiega all’Adnkronos Fabio Carapezza, presidente della commissione speciale permanente della Sicurezza del Patrimonio culturale nazionale del Mibac. ”La scossa di ieri -chiarisce Carapezzaha praticamente rimesso in discussione tutto sui monumenti che si trovavano nell’area colpita, perche’ i nuovi danni prodottisi possono incidere sulla stabilita’ degli edifici. Vanno quindi rimandate le squadre per decidere daccapo la messa in sicurezza ed eventualmente ridefinire l’area di rispetto del monumento, quella cioe’ in cui l’edificio potrebbe crollare, dove se ci sono delle abitazioni, si potrebbe anche stabilire di sgomberarle”. Inoltre, il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha riattivato a Bologna il Dicomac (Direzione di Comando e Controllo) e ha ”dato un rallentamento nelle verifiche. Rallentamento -aggiunge Carapezzadovuto alle scosse molto gravi, che noi utilizziamo come momento di istruzione, con corsi congiunti per migliorare sia la capacita’ di intervento dei nostri uomini, sia quella della descrizione del rilievo del danno, che e’ l’aspetto fondamentale, perche’ e’ la base per il successivo restauro. Queste informazioni, infatti, integrate grazie all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione costituiscono una vera e propria ‘anamnesi’ del monumento, indispensabile per il restauro. Inoltre -conclude- nella Reggia di Sassuolo, dove le opere d’arte recuperate dagli edifici danneggiati vengono portate per le prime cure, stiamo allestendo un vero e proprio laboratorio di restauro per gli interventi definitivi”.

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