Anche in Cina vince la democrazia: impianto inquinante chiuso dopo una massiccia manifestazione popolare!

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Per la seconda volta nel giro di un mese un impianto industriale inquinante è stato chiuso dalle autorità cinesi dopo una manifestazione in cui la folla ha preso d’assalto la sede del governo locale e affrontato la polizia. Migliaia di residenti della città costiera di Qidong, nei pressi di Shanghai, si erano radunate per protestare contro l’apertura di un condotto che avrebbe riversato in mare gli scarichi di una cartiera di proprietà della giapponese Oji Paper Group, situata a circa un centinaio di chilometri. I manifestanti – circa 50mila, secondo i microblog cinesi – si sono armati di bombe molotov e altri oggetti contundenti e hanno preso d’assalto la sede del governo locale, poco prima che le autorità annunciassero l’abbandono del progetto di scaricare in mare le acque inquinanti. L’azienda giapponese da parte sua ha sottolineato che gli scarichi dell’impianto vengono trattati chimicamente “in conformità delle norme locali di protezione dell’ambiente” e non sono quindi da considerarsi inquinanti. Poche settimane fa un’altra protesta popolare aveva portato all’abbandono definitivo di un progetto per la costruzione di un’acciaieria a Shifang, nella provincia sudoccidentale del Sichuan.

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