Nell’apice della cappa africana; cieli lattiginosi sulle regioni meridionali, scopriamo le cause di quest’effetto

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Ormai siamo entrati nell’apice di questa intensa ondata di calore che sta arroventando le nostre regioni centro-meridionali e la Sicilia. Già in molte località interne dell’isola e di Calabria e Sicilia la colonnina di mercurio ha sfondato la soglia dei +39° +40°, con picchi localmente superiori anche ai +41° all’ombra. Il robusto anticiclone sub-tropicale libico-algerino, evoluto in un vero e proprio anticiclone di blocco sul bacino centrale del mar Mediterraneo, sta continuando a pilotare verso le nostre regioni masse d’aria molto calde e secche, d’estrazione sub-tropicale continentale sahariana, nei medi e bassi strati che alimentano l’intensa avvezione calda già in atto sull’estremo sud peninsulare. Le masse d’aria di origine sahariana, già molto calde in origine, tendono ad essere ulteriormente surriscaldate anche dai fenomeni di “Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti in seno al regime anticiclonico) che interessando la cupola anticiclonica dinamica in quota, enfatizzando ulteriormente gli effetti della calura per l’azione di “compressione” esercitata nei confronti delle masse d’aria sub-tropicali.

In più, questa ondata di calore, è accompagnata da cieli velati o dall’aspetto lattiginoso, che rendono l’atmosfera un po’ fosca. Tali velature del cielo sono una delle principali caratteristiche che accompagnano le ondate di calore di matrice puramente sahariana sul Mediterraneo e nel sud Europa. Sono dovute, principalmente, a sottili e microscopiche particelle di pulviscolo desertico (non sabbia) sospese nella media troposfera, sollevate precedentemente dai sostenuti venti orientali che in questo periodo spazzano tutta l’area del Sahara, sul settore a nord della linea dell’ITCZ collocata sull’Africa sub-sahariana. In genere queste particelle di polvere, molto leggere e sottili, una volta agganciate dalle correnti ascensionali che si originano nell’area poco a nord dell’ITCZ, tendono a salire di quota aggirando dal bordo meridionale e occidentale il possente anticiclone sub-tropicale libico-algerino, disposto con i propri massimi al suolo ed in quota sull’entroterra algerino. Quando il promontorio anticiclonico nord-africano si protende sul mar Mediterraneo queste nuvole di pulviscolo risalgono dal suo bordo occidentale per raggiungere la Spagna, il “mare Nostrum” o l’Italia, dove il loro passaggio in quota contribuisce a velare i cieli o a dargli quell’aspetto lattiginoso da tutti osservato.

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