Trieste: allerta mucillagini, anche per il grande caldo

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Nel golfo di Trieste, complice il forte innalzamento della colonnina di mercurio, e’ allerta mucillagini. Al momento, dopo alcune segnalazioni risalenti a una quindicina di giorni fa di avvistamenti di filamenti al largo della costa tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, tutto appare tranquillo. Ma alla Sezione di Oceanografia biologica di Trieste dell’Ogs (Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale), non negano una certa apprensione, dato che il fenomeno potrebbe comparire e scatenarsi. Lo conferma la ricercatrice Paola Del Negro, che comunque sottolinea che non vi e’ una relazione diretta tra temperatura atmosferica e mucillagini. ”Compaiono d’estate – spiega – e sono associate a un incremento repentino della temperatura atmosferica che si riflette in un innalzamento della temperatura degli strati superficiali dell’acqua di mare. Adesso – prosegue – c’e’ un riscaldamento molto intenso, generale, della colonna d’acqua e soprattutto non ci sono state nei giorni scorsi piogge repentine. Le ultime piogge risalgono a circa due settimane fa”. ”Generalmente, infatti, l’innesco del fenomeno – aggiunge – e’ un arrivo molto intenso di acqua dolce, che si stratifica nell’acqua di mare perche’ le due acque hanno diverse densita’”. Quando arriva questa massiccia quantita’ di acqua dolce, quest’ultima contribuisce a creare la differenza di temperatura tra la superficie del mare e gli strati del fondo. Ed e’ proprio in questa zona di confine, in questa differenza di gradi tra gli strati, che inizia a formarsi il fenomeno.
Siamo con il fiato sospeso”, ammette comunque la biologa, anche se in fondo spera che il pericolo sia superato. Anche perche’ le previsioni meteo parlano di possibili temporali e colpi di vento in regione. ”Fenomeni – spiega – che rimescolano l’acqua dolce con quella salata, contribuendo a scongiurare il fenomeno mucillagini”. L’altro fronte sotto osservazione, e’ quello delle meduse. ”Nel Mediterraneo – riferisce la ricercatrice – c’e’ un generale incremento delle meduse. Dobbiamo sperare che non arrivino in Alto Adriatico le specie urticanti, come accaduto nell’Adriatico meridionale e nel Tirreno, dove c’e’ soprattutto la Pelagia Noctiluca. Per il momento, qui e’ stata segnalata la presenza della medusa Rhizostoma Pulmo, in dialetto triestino chiamata Botta Marina. Tempo fa era stata segnalata anche la Aurelia Aurita, che ha una specie di anello rosa sull’ombrello trasparente. Ambedue le specie non sono urticanti”, conclude Del Negro.

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