Caldo: l’estate dei record, quella del 2003

MeteoWeb

L’estate del 2003 è stata una delle più calde che si ricordino. Unica nel suo genere per estensione, in quanto ha colpito pressappoco tutta l’Europa, ma anche la sua intensità e durata sono state eccezionali.

La causa dell’intensa onda di calore è da attribuirsi ad un’area di bassa pressione che si è formata alle medie latitudini dell’Oceano Atlantico, il cui effetto è stato quello di spostare verso sud il centro dell’anticiclone delle Azzorre. Questa configurazione barica, come di consueto, in estate si espande verso il Mediterraneo, ma nel 2003 ha interessato l’intero continente europeo centro-occidentale, dove ha convogliato aria molto calda, alimentata dalla fusione sull’Africa nord-occidentale dell’anticiclone delle Azzorre con l’anticiclone subtropicale africano. La vera anomalia di tale ondata di caldo è dovuta, pertanto, all’espansione verso il continente europeo di un anticiclone delle Azzorre reso insolitamente rovente dalla presenza di una profonda depressione atlantica che si era formata e stazionava in modo semipermanente in una posizione insolita e contribuiva a far risalire aria calda che scorreva seguendo l’espansione anticiclonica.

L’ondata di calore è iniziata a giugno, ma il periodo più intenso si è verificato durante i primi quindici giorni del mese di agosto 2003, quando tutta l’Europa fu colpita da una massiccia ondata di caldo. L’Italia e la Penisola Iberica furono le  Regioni maggiormente colpite.

In alcuni paesi, come la Francia o il Portogallo, le conseguenze sugli ecosistemi, la popolazione e le infrastrutture furono importanti e provocarono anche una crisi politica.

I paesi dell’ Europa del sud furono quelli maggiormente colpiti: in Spagna le più alte temperature si verificarono in Andalusia: 46,2 °C a Cordova, 45,2 °C a Siviglia, 45,1 °C a Jerez e 45,0 °C a Badajoz. In Portogallo, il 1º agosto fu raggiunta la temperatura record di 48 °C.

In Francia, secondo il Servizio Meteorologico Francese la canicola superò di gran lunga « tutto ciò che è stato visto dal 1873 per intensità e durata, tanto a livello di temperature massime che minime e medie». Furono rilevate temperature superiori a 35 °C nei due terzi delle stazioni e superiori a 40 °C nel 15% delle città francesi. La temperatura più alta toccata in Francia fu ad Orange con 42,6 °C (che quindi non superò il record nazionale di Tolosa Cugnaux dell’8 agosto 1923, pari a 44,0 °C). A Parigi la temperatura superò i 39 °C, con 9 giorni di temperature superiori a 35 °C.

L’ondata di calore toccò anche il sud della Gran Bretagna, il Benelux, la Svizzera, la Germania e la Danimarca. Si registrarono temperature record, come 38,5 °C a Faversham in Gran Bretagna, e 32 °C in Danimarca

La canicola seguì o si accompagnò ad altri fenomeni meteorologici, che, pur non essendo eccezionali, ne amplificarono le conseguenze, come la siccità primaverile e d’inizio estate. Il fenomeno ebbe conseguenze importanti particolarmente in Francia, visto che la maggior parte dei dipartimenti patì un importante deficit idrico. In più le prime due settimane di agosto furono caratterizzate da dei venti molto deboli, cosa che limitò il ricambio dell’aria ed amplificò i picchi d’inquinamento di ozono.

Per oltre 3 mesi l’alta pressione Africana si estese sul nostro continente senza concedere tregua, dando luogo ad una ondata di calore lunga un’intera stagione e così intensa da non avere paragoni.

In Francia, diverse fonti concordano su una stima di circa 15.000 morti in eccesso durante le prime due decadi dell’agosto 2003. Questa cifra fu stabilita comparando il numero di decessi osservati nel 2003, con il numero di decessi attesi sulla base dei dati degli anni precedenti, per lo stesso periodo. Questo eccesso di mortalità fu osservato soprattutto negli anziani e nelle donne: la fascia d’età più colpita fu quella delle persone di oltre 75 anni. Il Ministero della Salute italiano indicò in circa 4.000 i decessi in Italia attribuibili all’ondata di calore

Nelle foreste del Portogallo ci furono estesi incendi. Il 5% delle campagne e il 10% delle foreste furono coinvolti. Diciotto persone morirono negli incendi e la stima delle morti causate dall’ondata di calore.

Anche il trasporto ferroviario risentì pesantemente delle condizioni meteorologiche, in quanto si verificarono due incidenti per deragliamento, attribuiti alla deformazione dei binari causata dall’alta temperatura. Quando la temperatura dell’aria è attorno ai 30 °C,  si può supporre che quella dei binari sia attorno ai 50 °C o 60 °C, in quanto esposti direttamente ai raggi del sole, ciò ha spinto le autorità ferroviarie ad imporre diverse restrizioni sulla velocità dei convogli in alcuni tratti particolarmente esposti.

Altre notizie di carattere scientifico si possono trovare sul blog http://alfiogiuffrida.blogspot.com/

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