La tradizionale gestione della pratica della pesca cosi’ come veniva effettuata nel 17esimo secolo ha rivelato un’efficacia ancora valida nel nuovo millennio in termini di impatto ambientale sostenibile e salvaguardia delle barriere coralline in Asia. E’ il risultato di uno studio della Wildlife Conservation Society e della James Cook University che ha dimostrato come la barriera corallina di Aceh in Indonesia stia traendo beneficio dalla promozione di un sistema di gestione della pesca tradizionale e a bassa tecnologia che risale a oltre tre secoli fa. Conosciuto come “Panglima Laot”, il sistema si concentra sull’armonia sociale e la riduzione dei conflitti tra le diverse comunita’ che sfruttano le risorse marine. Secondo lo studio, le scogliere che beneficiano del “Panglima Laot” aumentano di otto volte la popolazione di pesci e conservano il corallo grazie a una serie di restrizioni relative alla pesca e agli “attrezzi” utilizzati. In particolare, il sistema vieta totalmente l’uso delle reti. Lo studio e’ stato pubblicato sulla rivista Oryx. Il metodo Panglima Laot riesce a ridurre al minimo il degrado degli habitat e mantiene intatta la biomassa, nonostante l’accesso continuo alla pesca. L’obiettivo e’ sfruttare principi utili a ridurre la sovra-gestione della pesca attraverso regole che limitino e distribuiscano equamente l’uso delle risorse e forniscano un accesso sostenibile e ragionato alle risorse marine.
Ambiente: bisogna pescare come si faceva 300 anni fa per salvare i coralli asiatici
