“Che tempo fa” sul gelo dell’85: una lezione per tutti

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Probabilmente avrete già visto uno dei video riguardanti l’ondata di gelo e neve che ha colpito l’Italia nel gennaio 1985, Non mi voglio soffermare sulla situazione che ha portato a quello straordinario evento  ma fare un confronto tra un professionista come Baroni e la meteorologia come viene interpretata oggi.

E’ vero, a quel tempo non c’erano i mezzi di oggi, e questo limitava moltissimo gli appassionati di meteo. Ma alle 19.50 l’appuntamento era fisso, tutti davanti ai teleschermi, ad ascoltar una lezione di cultura, di stile, di competenza, di modestia, di equilibrio. Non è nemmeno possibile fare un paragone con quel che accade oggi: la meteo è letteralmente schiacciata in spazi brevissimi. Se ne parla molto ma non si dice nulla. Alle persone resta solo l’immagine di una icona di sole o di pioggia graficamente eccellente ma poco significativa, senza una adeguata spiegazione del contesto. Già, il contesto: si passa da una eccessiva semplificazione a nuovi Azzeccagarbugli che credono di essere bravi tanto più rendono la materia incomprensibile. Eppure guardando questo video vediamo bene come sia possibile coniugare rigore scientifico a semplicità. Ma soprattutto modestia. Niente personaggi incravattati che sembrano cloni di plastica che devono vendere qualcosa, ma la voce quasi sommessa, eppure piena di passione nel cercare di condividere quel che accadeva sui cieli.

Si deve ancora trovare un compromesso per spiegare questa scienza, e c’è troppo spazio per saltimbanchi impreparati che fanno più danno che beneficio a questa disciplina. Ma la lezione vale per tutti: la meteo non è l’ultima terra di conquista per raggranellare qualche centesimo o per mostrarsi i migliori, ma con più passione e meno competizione si potrebbe rendere la rete qualcosa che unisce nel nome di una passione (se c’è) e non che divide perchè ci sono solo persone che parlano e poche che ascoltano. La rete come condivisione, insomma, come era stata pensata e come si sta meravigliosamente realizzando in altri campi, unendo le persone in tutto il mondo. In fondo per unire le persone basta poco, basterebbero molti meno mezzi che sofisticatissimi satelliti e mdoelli. Bastavano le freccette e i numeri messi lì a mano su dei pannelli semplicissimi per dare un fascino immenso a quel lontanissimo programma.

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