Maltempo in Emilia Romagna, la protezione civile potenzia il sistema di monitoraggio

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“Nel corso degli ultimi 10 anni in Emilia Romagna sono stati spesi tra i 500 e 600 milioni di euro per la sicurezza dei corsi d’acqua e la prevenzioni delle alluvioni. Si tratta di interventi molto significativi messi in campo con risorse provenienti da finanziamenti ordinari e da ordinanze di Protezione civile”. E’ quanto spiega all’Adnkronos il direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile Maurizio Mainetti. Gli interventi hanno riguardato sia la difesa del suolo, sia la manutenzione dei fiumi e degli argini. Ma “dal 2008 ad oggi i finanziamenti statali sono stati azzerati” prosegue Mainetti, ricordando che l’ultimo stanziamento dal Governo risale “al ministro Prestigiacomo che stanzio’ 1 mld su scala nazionale, di cui 90 milioni di euro in tre anni per l’Emilia Romagna. Di questi – rimarca – circa 36 milioni sono stati attivati per interventi in parte avviati, in parte progettati”. Ma l’Emilia Romagna ha operato anche sul piano della gestione del rischio alluvioni, per quanto attiene al sistema di monitoraggio e comunicazione delle allerte. “Insomma ben prima che la direttiva europea divenisse cogente – continua Mainetti – abbiamo realizzato una rete di monitoraggio del rischio idrico che coinvolge Protezione civile, Arpa, Aipo, Servizi tecnici di bacino e consorzi di bonifica, sulla base delle previsioni meteo, per la valutazione dei scenari e per la comunicazione dei diversi livelli di allerta da trasmettere ai livelli provinciali e ai Comuni”. Un meccanismo di prevenzione e comunicazione di possibili rischi su cui basare interventi di chiusura di ponti, strade o altri provvedimenti, fino all’eventuale evacuazione della popolazione. Il monitoraggio avviene tramite l’elaborazione di dati statistici che si avvalgono anche delle rilevazioni fatte in tempo reale sui corsi d’acqua da 1.600 strumenti di misurazione posizionati vicino ai fiumi di tutta la regione. L’Emilia Romagna, insomma, si e’ mobilitata per tempo, di fatto dalla meta’ degli anni Novanta e “ha speso tutte le risorse disponibili sul territorio, consentendo di mitigare gli effetti di eventuali emergenze” conclude Mainetti che, pero’, punta l’indice contro “la mancanza di risorse statali per un programma di prevenzione di un rischio che riguarda tutti”.

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