Meteo, nomi bizzarri e siti commerciali. Mercalli: “fenomeno modesto ben differente rispetto alla scienza ufficiale”

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Dopo ‘Lucifero’ e ‘Minosse’, anche ‘Cleopatra’ contribuisce a portare alla ribalta una professione assai antica: quella del meteorologo. “In Italia -spiega a Labitalia Luca Mercalli, presidente della Societa’ Meteorologica Italiana- ci sono due categorie di meteorologi, molto diverse tra loro: i professionisti al servizio di enti pubblici, in genere Aeronautica e Regione e che al Nord Italia fino al Centro sono nell’ambito delle Arpa, e poi abbiamo invece la meteorologia dei siti privati in Internet“. I primi, dice Mercalli, “sono professionisti che hanno l’obbligo di certe procedure e non possono uscire con cose ‘bizzare’ come dare il nome alle perturbazioni“; i secondi “seguono i tempi: chi piu’ riceve visite sul proprio sito -sostiene Mercallivende piu’ cara la pubblicita’, un fenomeno tipico dell’era del web“. Bizzarrie e creativita’, insomma, hanno in genere solidi “motivi commerciali per aumentare la visibilita’ del sito“, commenta l’esperto. Mercalli spiega che in realta’ a vivere in Italia con le previsioni meteo “sono pochissime persone: i dipendenti di quegli enti pubblici e una manciata di persone che lavora nelle nuove strutture nate sull’onda dei siti web“. “E’ un fenomeno molto modesto -dice- ma siccome tutti lo guardano e’ ben visibile. Non dimentichiamo poi -conclude- che ci sono molte informazioni che arrivano un automatico anche dai siti esteri“.

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