La catastrofe di Tauredunum: lo tsunami che devastò il lago di Ginevra, un monito per il rischio di onde anomale anche nei bacini lacustri

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    MeteoWeb

    Poco meno di un mese fa in quest‘articolo abbiamo parlato di un’eccezionale scoperta realizzata dell’università di Ginevra che ha scoperto come nel 563 d.C. un maremoto si sia verificato all’interno del lago di Ginevra, molto probabilmente a causa di una slavina o una frana. In base a un’attenta analisi dello studio degli esperti svizzeri, emergono dei particolari davvero impressionanti legati a quell’evento che devastò la città di Ginevra e che potrebbe accadere nuovamente. L’onda di quello tsunami di circa 1.500 anni fa, infatti, fu alta 13 metri e provocò danni gravissimi, morte e distruzione nella città svizzera. La ricerca degli studiosi è preoccupante per la popolazione residente sulle rive del lago, in quanto viene confermato più volte come l’episodio potrebbe ripetersi nuovamente.
    Lo tsunami del 563, infatti, è iniziato nel punto del lago opposto a Ginevra, dove il lago è alimentato dal disgelo dei ghiacciai alpini. L’onda è stata provocata da una gigantesca frana sul Monte Tauredunum, che adesso si chiama ‘Grammont’. Secondo quanto ricostruito dagli scienziati, la frana si abbattè su una serie di sedimento che si erano accumulati alla foce del fiume che alimenta il lago, dove avevano formato un delta sottomarino zeppo di canali. La frana ha destabilizzato i sedimenti e ha fatto crollare questi canali, creando lo tsunami. Entro 15 minuti dalla frana, un’onda alta 13 metri avrebbe così raggiunto Losanna, che è situata sulla riva settentrionale del lago. Ma Losanna è costruita su pendii ripidi, quindi la stragrande maggioranza della città sarebbe stata risparmiata, mentre a Ginevra l’onda – alta 8 metri – arrivata dopo 55 minuti rispetto alla frana, avrebbe causato un disastro gravissimo, in quanto è una città pianeggiante con molte costruzioni sullo stesso livello delle rive del lago.
    Inoltre proprio nel centro di Ginevra il lago si restringe tornando fiume (il Rodano), che attraversa tutto il centro di Ginevra, completamente spazzato via dall’onda anomala.
    Il lavoro degli esperti svizzeri, inoltre, si conclude individuando altri laghi alpini a rischio tsunami, come il Lauerz, che nel 1806 ha avuto uno tsunami di oltre 20 metri sempre a seguito di una frana. Ma anche in Scozia (Loch Ness) e in Congo (Tele) ci sono notizie storiche di altri tsunami nei laghi. Il rischio è elevato anche per i laghi italiani, basti pensare all’onda anomala che ha interessato il lago di Lesina il 30 luglio 1627, a seguito di un forte terremoto che scosse il Gargano.

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