Ambiente: l’esposizione all’inquinamento atmosferico pericoloso per i cardiopatici

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L'ILVA di Taranto

Uno studio pubblicato nella giornata odierna dalla rivista European Heart Journal, condotto su 154.204 pazienti britannici ricoverati per problemi cardiaci tra il 2004 e il 2007, rivela che l’esposizione all’inquinamento atmosferico comporta un rischio di mortalità più alto per le persone colpite da un infarto al miocardio o da un’angina pectoris. La ricerca mostra inoltre che il tasso di mortalità aumenta nei casi di maggiore esposizione alle polveri fini PM 2,5, particelle respirabili con diametro inferiore a 2,5 micrometri, che riescono a penetrare più in profondità nell’apparato respiratorio rispetto alle particelle più grandi. Queste polveri sono prodotte principalmente dai gas di scarico delle automobili e dagli scarichi delle industrie. Il tasso di polveri fini si esprime in microgrammi per metro cubo. “Abbiamo scoperto che per ogni incremento di 10 ug/mc di PM 2,5, il tasso di mortalità aumenta del 20%“, ha precisato la dottoressa Cathryn Tonne, una epidemiologa londinese, che ha coodiretto la ricerca con Paul Wilkinson, professore di Epidemiologia a Londra.

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