L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa che a giugno sarà proclamato patrimonio dell’Unesco

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L’Etna, che a giugno sara’ proclamato patrimonio dell’Unesco, con la sua altezza di oltre 3.300 metri e’ il vulcano attivo piu’ alto d’Europa. Con la sua circonferenza alla base di oltre duecento chilometri domina tutta la zona a nord della citta’ di Catania. Nacque da una serie di eruzioni sottomarine che, secondo recenti studi geologici, si susseguirono dapprima sulla costa jonica della Sicilia e si spostarono progressivamente sempre piu’ a nord riempiendo quello che gli studiosi definiscono il ”Golfo pre-etneo”: una enorme rientranza costiera con epicentro dove sorge ora la citta’ di Catania. La nascita del complesso vulcanico va datata, secondo gli esperti, intorno a 500mila anni fa. Sono residui della eruzione primitiva alcuni isolotti che ora sorgono davanti al centro abitato di Acitrezza, nella immediata periferia di Catania.
A queste prime eruzioni seguirono altre che formarono una montagna vulcanica che i geologi ora chiamano ”Trifoglietto”; l’attivita’ eruttiva, in epoca imprecisata, prosegui’ leggermente piu’ a nord formando l’attuale massiccio vulcanico. L’altezza della grande montagna e’ variabile, a causa delle eruzioni ed esplosioni di materiale vulcanico che sono originate dal cratere centrale, ma abbastanza spesso avvengono (anche contemporaneamente) sui fianchi del massiccio mettendo a volte in pericolo i centri abitati che si inerpicano sul monte fino ad un’altitudine di circa ottocento metri.
Per la moderna vulcanologia, il massiccio dell’Etna – secondo la ”Teoria delle placche” – deriva dalla pressione verso settentrione della ”zolla africana” contro la ”zolla europea”. La citta’ di Catania, nei secoli, e’ stata piu’ volte danneggiata da eruzioni vulcaniche: la piu’ devastante avvenne nel 1669 e distrusse quasi interamente la citta’ che fu quindi ricostruita secondo gli archetipi estetici dell’epoca, cioe’ con forme barocche. L’ambiente naturale che caratterizza la parte elevata del grande vulcano costituisce ora il ”Parco dell’Etna”, istituito dalla Regione Siciliana con una legge del 1987. La gestione e’ affidata all’Ente Parco dell’Etna. Nell’ambito del Parco, nel territorio del comune di Sant’Alfio, si innalza imponente un albero, il ”Castagno dei cento cavalli”, cosi’ chiamato perche’, secondo un racconto tradizionale, alcuni secoli addietro, durante una tempesta, diede riparo sotto i suoi rami a cento cavalieri. Addirittura, durante il Regno borbonico delle Due Sicilie, la magnificenza dell’albero diede origine ad un atto governativo di ”tutela pubblica” che, con la sua data del 21 agosto 1745, viene annoverato tra i primi interventi in Europa a tutela dell’ambiente.

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