Maltempo, “primavera pazza”: un miliardo di danni per l’agricoltura

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agricoltura campo allagatoCon l’ultima ondata di maltempo che ha colpito dopo il nord anche il centro Italia “sale attorno al miliardo di euro il conto complessivo dei danni, dei maggiori costi e delle perdite produttive” provocate all’agricoltura italiana da una primavera impazzita. Una primavera che ha gia’ “tagliato di oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni del nord Italia”. E’ la Coldiretti a rilevarlo, chiedendo di “avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamita’ naturale per territori piu’ colpiti”, tracciando il primo bilancio degli effetti del maltempo nelle diverse regioni. Con l’ultima ondata di maltempo che ha colpito dopo il nord anche il centro Italia “sale attorno al miliardo di euro il conto complessivo dei danni, dei maggiori costi e delle perdite produttive” provocate all’agricoltura italiana da una primavera impazzita. Una primavera che ha gia’ “tagliato di oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni del nord Italia”. E’ la Coldiretti a rilevarlo, chiedendo di “avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamita’ naturale per territori piu’ colpiti”, tracciando il primo bilancio degli effetti del maltempo nelle diverse regioni. “Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacita’ di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l’impatto dell’acqua. Purtroppo -sottolinea la Coldiretti – l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo”. In particolare, rileva la Coldiretti, “in Piemonte le eccessive piogge si sono abbattute sul riso con punte in alcuni comuni del vercellese e del novarese di oltre il 50 per cento di danno. Nelle altre province da Alessandria a Cuneo, da Asti a Torino e’ la produzione del mais ad essere colpita con cali percentuali oscillanti tra il 30 e il 45 per cento. Rovinata anche per almeno il 30 per cento la raccolta del fieno maggengo a causa delle piogge che hanno ritardato il primo taglio. Sempre in Piemonte, notevoli ritardi si segnalano anche sulle produzioni frutticole dove i tecnici Coldiretti rilevano come sia stata compromessa di almeno il 30 per cento la fase di allegagione dei fiori. In Lombardia il crollo delle temperature e la valanga d’acqua che si e’ abbattuta hanno dato il colpo di grazia alle semine e al lavoro nei campi. Le perdite sono stimate fra il 30 e il 50 per cento a seconda delle colture con i terreni della Pianura Padana sono ridotti a mezze paludi e gli agricoltori fanno i conti con la distruzione delle semine appena fatte. “Oltre al problema dell’eccesso di acqua -rileva la Coldiretti – c’e’ anche quello dei funghi e dei parassiti che con questo clima umido trovano il loro habitat ideale. Ci vorranno diversi giorni di bel tempo per far asciugare i terreni e in ogni caso non bastera’ per mettere in sicurezza gli alberi da frutta o i vitigni”. Sui campi lombardi e’ un vero e proprio “bollettino di guerra: la semina del mais e’ in ritardo di quasi due mesi con stime di una riduzione delle rese dal 30 al 50 cento, la semina della barbabietola da zucchero non e’ neppure cominciata ed e’ stato perso l’intero primo sfalcio di foraggio, quello che garantisce il 50% del prodotto alle stalle”. Drammatica la situazione dei pomodori da industria, dove ci si attende un calo delle rese fra il 30 e il 35 per cento, con le piantine ancora da mettere a terra o semi affogate dall’acqua. Gravi perdite anche per l’ortofrutta: per mele e pere, angurie e meloni il danno oscilla fra il 30 e il 30 per cento del raccolto. Per il riso, altra coltura di punta della Lombardia, si prevede un calo di circa il 30 per cento. Problemi anche su frumento, orzo, triticale e si registra oltre un mese di ritardo per la semina della soia. In Veneto, inoltre, si calcola che secondo la Coldiretti si e’ praticamente dimezzato il raccolto di soia e mais ma e’ danneggiato anche il 20 per cento del fieno nella Regione con il maggior numero di allevamenti da carne in Italia. Nel veronese dove si registra la meta’ dell’allegagione rispetto agli anni scorsi per susine, pesche, nettarine e albicocche mentre le ciliegie si sono spaccate prima della maturazione per la troppa acqua. “Nel padovano – riferisce la Coldiretti – a rimetterci e’ soprattutto il mais, le cui semine sono bloccate al 50 per cento, ma anche la soia mentre il grano sta maturando con difficolta’ a causa delle continue piogge, cosi’ come gli ortaggi a pieno campo”. In Emilia Romagna la confederazione degli imprenditori agricoli parla di “problemi gravi per soia, mais e fieno che faranno lievitare i costi per l’alimentazione negli allevamenti dove si produce il latte per il prestigioso parmigiano reggiano o la carne per i prosciutti di Parma”. Infine, nelle province occidentali, soprattutto Piacenza, la Coldiretti rileva che “non e’ stato trapiantato il 70 per cento del pomodoro, mentre e’ ferma la semina delle patate sia nel bolognese (patata Dop di Bologna), sia nel piacentino (patata tradizionale di Mareto). Nel ferrarese stop anche alla semina del riso, che non e’ andata oltre il 7 per cento delle semine degli ultimi anni”.

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