Ross Stein, un geofisico del US Geological Survey californiano, è un membro leader del Global Earthquake Model (GEM), un’associazione no-profit pubblico-privata che ha sede a Pavia: un progetto ambizioso che si propone di dare vita a un network con strumenti e database digitale open-source incentrato sul rischio sismico in tutto il mondo.
Aiutando le nazioni e i ricercatori a stimare e minimizzare i rischi, Stein spera di ridurre le tragedie che i terremoti lasciano dietro di sé.
Dopo oltre cinque anni di studi il GEM, nel corso di questa settimana, rilascerà un database di terremoti che hanno avuto luogo nel corso del millennio, assieme a una versione base del software OpenQuake che permetterà a utenti di tutto il pianeta di calcolare la locale vulnerabilità alle scosse sismiche, dando indicazioni anche sulla probabilità. A dicembre, il GEM svelerà una lista di tutte le faglie attive conosciute in tutto il mondo. “Potreste pensare che il nostro gruppo aveva a disposizione una banca dati, ma la verità è che nessuno ha mai provato a farne una,” afferma Stein. “E’ quello che si propone di fare il GEM.”
Nel corso del 2014, il GEM integrerà altre informazioni addizionali, come indicatori socio-economici, che potrebbero essere d’ausilio per decidere che priorità dare al rafforzamento delle strutture vulnerabili come scuole o ospedali.
Molti membri della comunità sismologica sostengono che sia fuorviante mappare il rischio geologico sulla base delle scosse avvenute nel passato, perché il lasso di tempo è troppo breve e i terremoti più forti spesso hanno luogo proprio dove non vi sono stati precedenti.
Stein, come risposta, ha invitato gli scienziati-critici alla partecipazione al GEM: Seth Stein ad esempio, sismologo della Northwestern University, da sempre contrario alle mappe sismiche, ha partecipato a un workshop GEM e ne è stato conquistato, qualificando il loro lavoro come “un passo nella direzione giusta” e spera che “l’intera comunità sismologica tragga vantaggio dalla risorsa GEM che consentirà delle analisi più ampie del rischio sismico.”