Un solido promontorio anticiclonico, di natura sub-tropicale africana (una costola del più famoso anticiclone sahariano), sta coprendo l’intero territorio nazionale, inclusa l’area balcanica ed una larga fetta del comparto centro-orientale europeo. Dall’Austria e Ungheria fino alla Polonia e all’ovest dell’Ucraina e Moldavia l’impianto anticiclonico, contraddistinto da una “avvezione di spessore” (avvezione d’aria calda che si estende alle quote superiori della troposfera) che sta determinando un ulteriore incremento dei valori di geopotenziale in quota, producendo una estesa fascia di “Subsidenze atmosferiche” (correnti discendenti tipiche nei regimi anticiclonici) che stanno rasserenando i cieli su mezzo continente, inibendo lo sviluppo di nubi significative e contribuendo a far impennare le temperature oltre le medie del periodo. Nella giornata odierna il promontorio anticiclonico, di matrice sub-tropicale nord-africana, si è ulteriormente rinvigorito, causa l’affondo sul vicino Atlantico, a largo delle coste della Galizia, della circolazione depressionaria che lo scorso weekend ha sostato per più giorni davanti l’Irlanda. Questa spostandosi verso sud, nel tratto di oceano a nord-ovest delle coste galiziane, comincia gradualmente a perdere energia, poiché isolato dal flusso perturbato principale, anticipando il processo di “CUT-OFF” (vortice ciclonico chiuso in quota) sull’Atlantico portoghese.
Trasformandosi in un “CUT-OFF” in quota diretto verso la Spagna, tale struttura depressionaria chiusa in quota determinerà la conseguente risalita di umide correnti meridionali verso la Francia (pre-frontale), mentre più ad est, lungo il bacino centrale del Mediterraneo, si rafforzerà l’avvento di un’avvezione di aria calda e molto secca in quota dall‘entroterra desertico algerino, la quale contribuirà a rafforzare il già presente promontorio anticiclonico già strutturato a tutte le quote, ridefinendolo in un autentico promontorio anticiclonico di blocco che terrà a bada sulla Spagna il “CUT-OFF“ atlantico. L’ulteriore apporto di masse d’aria calde e secche in quota, di tipo sub-tropicale continentale, provenienti dagli “arroventati” deserti dell’Algeria orientale e della Libia occidentale (dove si superano i +45°C +46°C all‘ombra), darà una notevole enfasi alla già sopra citata “avvezione di spessore”, che comincerà a crescere di quota (per questo si definisce di “spessore”) interessando gli strati medi e superiori della troposfera.
Questi flussi caldi, d’origine sub-tropicale continentale (provenienti dalla regione sahariana, dai 25°-30° latitudine nord), crescendo di quota tendono ad investire una maggior fetta di troposfera, comportando importanti aumenti dei valori di geopotenziale (a 500 hpa), coadiuvati da sensibili aumenti termici (sia d’origine radiativa che per il contributo dell’insolazione). L’aumento dei valori del geopotenziale in quota ovviamente tendono a stabilizzare maggiormente la massa d’aria calda, che sale dalle latitudini sub-tropicali, associando ad essa condizioni spiccatamente anticicloniche, anche se non manca mai la copertura nuvolosa, di tipo avvettivo (alta e stratiforme). Il rialzo del geopotenziale in quota, oltre a stabilizzare la massa d’aria sub-tropicale, sempre che non vi siano intrusioni fredde nell’alta troposfera dai quadranti sud-occidentali o occidentali (spesso responsabili dello scoppio improvviso dei violenti temporali pre-frontali che salgono il ramo ascendente di una saccatura o di una giovane ciclogenesi), favorisce al contempo una recrudescenza della calura nei bassi strati, vuoi anche per il contributo dell’insolazione che della stessa ventilazione meridionale, dominante in seno ai flussi sub-tropicali.
E’ proprio in questa fase che tende a svilupparsi la cosiddetta onda mobile di calore (“heat waves” in inglese) che s’innesca lungo i confini fra un’area anticiclonica, particolarmente strutturata nella media troposfera, e il ramo ascendente (bordo orientale) di una estesa saccatura che dalle alte latitudini (sub-polari) si estende verso latitudini più meridionali. Sul bacino del Mediterraneo l’avvento delle classiche ondate di calore si delinea nell’erezione, verso nord o nord-est, di robusti anticicloni di blocco che dall’entroterra desertico del Marocco, dell’Algeria e della Libia si innalzano verso il “mare Nostrum”, venendo alimentati al proprio interno da un esteso flusso di aria calda e molto secca che viene aspirata direttamente dal Sahara centro-occidentale, più precisamente dall’area del Maghreb. In genere in queste situazioni l’aumento della “compressione adiabatica” generato dall’”avvezione di spessore” negli strati intermedi, le notevoli “Subsidenze atmosferiche” (correnti discendenti tipiche nelle aree anticicloniche), l’intensa insolazione e la scarsa umidità, inibita proprio dalla “compressione” verso il basso delle masse d’aria, già in origine piuttosto calde (aria sub-tropicale), comportano un sensibile aumento delle temperature che si riscontra soprattutto nei medi e bassi strati della troposfera.
Le configurazioni adatte per l’innesco delle ondate di calore risultano molto frequenti fra la tarda primavera e l’estate e possono interessare anche l’Europa centro-settentrionale, con risentimenti fino alle latitudini sub-polari. Tale dinamica favorirà un ulteriore aumento dei valori termici, che fra domani e mercoledì potranno schizzare anche sopra il muro dei +34°C +35°C, con occasionali picchi di +36°C. Solo sulle aree interne della Sardegna, direttamente investita dalla risalita dell’onda mobile di calore dal Sahara algerino, si potranno misurare valori di ben +37°C +38°C (se non pure oltre), avvicinandosi al fatidico muro dei +40°C all’ombra. Il gran caldo ci dovrebbe tenere compagnia fino alle giornate di giovedì e venerdì, allorquando il solido promontorio africano inizierà ad essere percorso nel suo bordo occidentale da correnti un po’ più umide che tenteranno una parziale erosione, con uno spostamento del baricentro della struttura altopressoria verso levante, fra Balcani, Grecia e Mediterraneo centro-orientale. Ciò dovrebbe assicurare una temporanea rinfrescata (rimescolamento delle massa d‘aria), per l’ingresso di aria decisamente più mite dalle medie latitudini oceaniche che farà abbassare la colonnina di mercurio di almeno -5°C -6°C, localmente anche -7°C -8°C sulle regioni settentrionali. Al momento l’ingresso delle correnti più miti dall’Atlantico, tramite una ventilazione più occidentale, non dovrebbe apportare condizioni significative d’instabilità, malgrado lo scalfimento dell’“avvezione di spessore”, salvo lo scoppio di possibili temporali di calore, a carattere sparso, sui rilievi alpini e prealpini. Alcuni di questi gonfiandosi considerevolmente potrebbero sconfinare fino alle sottostanti pianure e aree pedemontane del nord, apportando dei forti rovesci, accompagnati da attività elettrica e colpi di vento, oltre che da un sostanziale abbassamento delle temperature.