Ambiente, l’esperto assicura: “le coste del Friuli Venezia Giulia sono stabili”

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Friuli Venezia GiuliaLo stato di salute delle coste del Friuli Venezia Giulia non desta preoccupazioni: sono stabili e non soffrono di particolari situazioni di erosione. In particolare, la perdita di arenile che subisce Lignano (Udine) e’ compensata dagli apporti del Tagliamento e la spiaggia di Grado (Gorizia) e’ protetta dal sistema ereditato dall’Isonzo ancora 2000 anni fa. A offrire all’Adnkronos questa diagnosi, e’ un esperto di dinamica costiera, Giorgio Fontolan, professore associato e direttore del Dipartimento di Matematica e Geoscienza presso l’Universita’ di Trieste. Il geologo cita le due localita’ balneari in quanto sono localita’ turistiche che si affacciano su un tratto di litorale sabbioso, soggetto quindi ai movimenti del mare e alle mareggiate, ”che non sono una calamita’ – sottolinea l’esperto – ma una espressione della natura”.
friuli-venezia_giuliaE cita Lignano e Grado anche perche’ la loro economia e’ strettamente legata al turismo. ”Lignano e’ vicina al Tagliamento, che alimenta il litorale con il carico di sabbia che trasporta ogni anno. E, al di la’ di qualche particolare mareggiata, non ha sofferto situazioni di forte erosione, grazie alla compensazione del fiume. Se oscillazioni ci sono state, al massimo si tratta di una decina di metri di arretramento, e solo in qualche punto, nell’arco di 50-60 anni”, spiega il professore. Lignano e’ sempre stata aiutata dal fiume e la stessa penisola di Lignano e’ l’ala sinistra del delta del Tagliamento, formata dal materiale trasportato dal fiume. Basti pensare che in epoca romana la penisola non esisteva. Naturalmente questo equilibrio si puo’ rompere, nel caso l’uomo sottragga troppa acqua e/o troppi sedimenti al fiume. Se ad esempio dighe e canali irrigui tolgono portata al fiume, ecco che questo puo’ non essere piu’ in grado di trasportare sedimenti verso il mare e quindi di compensare le perdite di arenile. Invece ”Grado e’ una spiaggia – spiega Fontolan – non direttamente alimentata dagli attuali apporti dell’Isonzo, che sono piuttosto scarsi, ma che vive degli apporti antichi del fiume. E’ legata cioe’ a banchi sabbiosi che sono la vecchia struttura del delta isontino, che hanno relegato il litorale gradese in una situazione piuttosto protetta”. Non a caso i fondali sono molto bassi, quasi melmosi, poco esposti al moto ondoso. In oltre mezzo secolo, anche Grado non ha perso piu’ di una decina di metri di spiaggia, e solo in qualche punto. Tra Lignano e Grado ci sono isole che coronano la laguna e che subiscono continue trasformazioni, senza tuttavia dare segnali di bilanci negativi. In altre parole, il materiale si sposta ma non c’e’ perdita di territorio. La vera problematica della costa tra le due localita’ turistiche e’ il mercurio, un regalo ereditato dall’antica miniera di Idria (Slovenia), che l’Isonzo ha provveduto a distribuire sia nel fiume sia nella laguna di Marano e Grado. Il geologo lamenta pero’ che ”in Friuli Venezia Giulia non esiste nessuno strumento gestionale vero della costa, che serva a mantenere le spiagge in buono stato e a prevedere interventi pianificati e strutturati preventivamente”. Strumenti, afferma il professore, che altre Regioni gia’ possiedono.

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