Meteora, meteoroide, meteorite…: che confusione sul web!! Ecco la terminologia corretta

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Palla di fuocoLa notizia della meteora osservata la scorsa notte nei cieli del trevigiano è stata riportata dai principali siti di informazione giornalistica e dai vari siti-blog che trattano la materia. Ciò che balza da subito all’occhio è la scarsa conoscenza della terminologia astronomica da utilizzare nei  contesti più opportuni. Questo editoriale, pertanto, si prefigge lo scopo di mettere un pò di ordine e divulgare i termini appropriati per un linguaggio astronomico più consono.

Diciamo da subito che la scia luminosa che ha solcato il cielo dell’Italia settentrionale è quella che gli astronomi definiscono una meteora. Le meteore quindi rappresentano il fenomeno luminoso che noi osserviamo nel firmamento. Brillanti, improvvise, e per alcuni addirittura magiche, queste apparizioni fugaci nella volta celeste affascinano l’umanità da sempre. Nelle notti limpide e senza disturbi luminosi si vedono frequentemente brillanti tracce luminose che attraversano una grande porzione di cielo. Tra le meteore più famose le Perseidi (o lacrime di San Lorenzo), il noto sciame appartenente alla cometa Swift-Tuttle che ogni anno fornisce uno spettacolo degno di nota nei cieli più bui.

Raffigurazione di una roccia spaziale
Raffigurazione di una roccia spaziale

Talvolta le meteore sono però formate da corpi un pò più grandi (dimensioni centimetriche) o dalla composizione differente, che assumono una luminosità più evidente e che gli astrofili definiscono bolidi. La definizione, secondo l’International Meteor Organization, tende ad identificare quelle meteore più luminose del pianeta Venere, aventi quindi una magnitudine apparente inferiore a -3.0. Non mancano però ulteriori valutazioni, come quella della British Astronomical Association, la quale indica come limite inferiore una magnitudine pari a -5.

Il corpo in entrata nella nostra atmosfera che genera la meteora prende il nome di meteoroide. Esso, a contatto con l’atmosfera, ha subìto una fortissima pressione dinamica che ne ha riscaldato la superficie, sino alla sublimazione degli atomi. Proseguendo nella caduta, ha avuto inizio il processo che prende il nome di ablazione, dove il meteoroide comincia a perdere massa, e dove successivamente gli atomi del meteoroide e le molecole atmosferiche, a causa degli urti reciproci, si ionizzano, creando luce di vario colore. Un meteoroide è un frammento roccioso o metallico con una massa compresa fra 10^-9 e 10^7 kg che in origine si muoveva lungo la sua orbita intorno al Sole, e che casualmente è stato attratto dall’attrazione gravitazionale della Terra. Può raggiungere l’incredibile velocità di 72.8 Km/s, e può esplodere in un lampo di luce, chiamato flare.

Raffigurazione di una palla di fuoco nel cielo
Raffigurazione di una palla di fuoco nel cielo

I meteoroidi più grandi, mediamente di dimensioni metriche, non vengono completamente distrutti nel passaggio attraverso l’atmosfera, e i loro frammenti che riescono a raggiungere il suolo assumono la denominazione di meteoriti. Un meteorite, quindi, è un residuo solido, recuperato al suolo, di quanto è rimasto dell’originale meteoroide che, attraversando l’atmosfera come bolide, non sia stato completamente disgregato. Solo una piccola parte di bolidi più luminosi può produrre meteoriti e il loro ritrovamento deve considerarsi un fatto del tutto eccezionale per una data località. Tutte le meteoriti di fresca caduta si distinguono per la presenza di una crosta di fusione scura, spesso nera, che le ricopre superficialmente, originata dalle elevate temperature raggiunte durante la caduta. Con il tempo, però, la crosta decade e non è sempre facile distinguere una meteorite petrosa da una roccia terrestre.
Sono corpi molto ambiti da collezionisti e/o ricercatori, che attraverso le opportune analisi chimiche, possono fornire informazioni dettagliate circa l’origine del corpo spaziale e definire la genesi del nostro Sistema Solare.

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