Violenza sulle donne: quando le mura domestiche diventano un labirinto mortale

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SORELLE MIRABAL - CopiaNel 2012 oltre 100 donne sono state uccise in Italia per gelosia, motivi sessuali e violenze familiari. Ogni storia è a sè: donne uccise a colpi di pistola o con un paio di forbici conficcate nel petto dal marito, ammazzate a picconate, ritrovate morte senza che l’assassino sia stato ancora identificato. A dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 54/ 134, con cui si scelse la data del 25 novembre per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in ricordo del brutale assassinio delle sorelle Mirabal. Patria Mercedes, Minerva Argentina e Maria Teresa Mirabal animarono un movimento democratico chiamato “14 Giugno”, conquistando il soprannome di “Farfalle”. Vennero incarcerate più volte, ma non abbandonarono mai la loro lotta contro la dittatura. Era il 25 novembre 1960 quando il dittatore dell’isola di Santo Domingo Trujillo , inviò dei sicari a intercettare la macchina su cui le tre sorelle viaggiavano, di ritorno da una visita ai loro mariti in prigione.

VALENTINA PITZALIS - CopiaTotalmente disarmate, le donne vennero condotte in una piantagione di canna da zucchero, bastonate e strangolate e la loro auto venne fatta cadere in un burrone per simulare un incidente. Una “gelosia malata” che degenera in violenza psicologica, seguita da una separazione inaccettata, portano invece Manuel Piredda, ex marito di Valentina Pitzalis, una bellissima ragazza sarda di Carbonia, a cospargerla di kerosene, dandole fuoco, dopo averla invitata a casa sua, con la banalissima scusa di portargli un documento. Da quel giorno d’aprile 2011, Valentina, salvata da quel rogo per miracolo, lotta ogni giorno per riprendere in mano le redini della sua vita, pur mostrando sul suo corpo e portando nella sua anima, i segni indelebili di quell’orribile sabato sera primaverile. Ha l’intero corpo e il volto sfigurati, ha subito molte operazioni per l’asportazione delle parti ustionate e per il salvataggio dei tessuti profondi, ha perso una mano e parte del braccio sinistro Valentina, ma, dopo aver visto l’inferno è tornata e rivuole la sua vita.

ILARIA PAGLIARULO - CopiaPurtroppo non ce l’ha fatta Ilaria Pagliarulo, una giovane ventenne pugliese di Statte (Taranto), ferita la scorsa settimana con colpi di pistola dal suo compagno. E’ deceduta ieri mattina, dopo una settimana di ricovero in rianimazione, in gravissime condizioni. Al termine di un litigio, il suo compagno, ora in carcere, accusato di omicidio e tentato omicidio nei confronti della suocera e porto di arma abusiva, ha colpito Ilaria ad un rene, ma la giovane, temendo eventuali ripercussioni del ragazzo su altre persone, ha tamponato la ferita per tutta la notte, senza chiedere aiuto. Il giorno dopo il litigio è continuato e l’uomo, riaprendo nuovamente il fuoco, ha colpito Ilaria al torace, fino al tragico epilogo, ieri mattina. Le tre sorelle Mirabal, Valentina, Ilaria sono solo alcune delle tantissime donne che ogni giorno vengono selvaggiamente calpestate nella loro dignità. In Italia, ad esempio, ogni 3 giorni una donna viene uccisa dal marito, dal padre di figli cresciuti insieme, da un fidanzato o da un ex fidanzato.

Donne uccise: 21 volti di vittime della violenza maschileLa violenza domestica, quella che si consuma tra le mura di casa, è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni, sorpassando i decessi per incidenti stradali e per malattie. Donne riempite di botte dal compagno mentre hanno in braccio il frutto della loro relazione o mentre portano in grembo la futura innocente vittima di un rapporto non di certo fondato sull’amore reciproco, ma sulla folle pretesa di possesso da parte dell’uomo su di esse. Sempre più spesso sentiamo storie di donne bastonate per aver denunciato un marito geloso e violento, colpite in volto, prese a calci, ridotte sulla sedia a rotelle, sono storie di donne isolate dal mondo, costrette ad allontanarsi dagli affetti più cari, a vivere in una casa che deve rimanere segreta,con videocamere di sorveglianza ovunque, il tutto per preservare la loro sicurezza più volte già minata fino all’inverosimile. Si parla spesso di gelosia sconfinata, ed è questo che mi fa rabbia, perchè un compagno che vi chiede di cancellare le vostre foto da cellulari e Facebook, passando poi a richieste molto più pesanti, tipo il cambiar numero per rendervi irrintracciabili da amici e colleghi, non nutre un minimo di amore verso i vostri confronti, così come immotivate sono le botte dovute a paranoie dell’ultimo minuto, legate all’ossessione dei tradimenti o al parlar male alle sue spalle. Tante sono le donne con capelli strappati in un raptus di “gelosia”, tante sono quelle ricoperte quotidianamente di sputi, percosse ed umiliate fino al punto da non poterne più e ricorrere alla denuncia per salvarsi la pelle.

FIOCCO VIOLENZA DONNE - CopiaDonne suicide dopo lo stupro, donne violentate per via di una relazione scomoda, donne sfigurate con l’acido, ustionate con la soda caustica, abusate davanti agli occhi terrorizzati dei figli o violentate insieme alle figlie, donne fatte a pezzi. Non esiste un prototipo di donna vittima di violenze domestiche, non è forse corretto identificarle in base al grado d’istruzione, alla situazione economica e al contesto socio-culturale, non è giusto forse differenziarle in base all’età, alla religione, allo stato di salute complessivo. Tutte queste donne, indipendentemente dal ruolo di mogli o ex mogli, compagne o ex compagne, indipendentemente dal grado di parentela nei confronti dell’aggressore, reclamano giustizia e sono già state private, completamente( con la morte) o gravemente della loro dignità. Nelson Mandela ha affermato che il 20esimo secolo va ricordato come “il secolo contraddistinto dalla violenza”. Si, una violenza fisica, spesso intrecciata a quella sessuale, che va di pari passo con la violenza psicologica, che a sua volta si ripercuote sulla salute delle vittime. Lesioni addominali, frustate, fratture, lacerazioni e abrasioni, danni oculari, disabilità tra i danni fisici maggiormente riscontrati, abuso di alcool e droghe, depressione e ansia, sensi di vergogna e di colpa, comportamenti autolesionistici tra le conseguenze psicologiche e comportamentali, per non parlare poi dei problemi sessuali e riproduttivi, quali : malattie infiammatorie, complicazioni della gravidanza ed aborto spontaneo, malattie a trasmissione sessuale (Hiv/Aids)e gravidanze indesiderate, giungendo a conseguenze mortali legate all’Aids, all’omicidio e al suicidio.

VIOLENZA DONNE LITIGIO - CopiaLa violenza sulle donne, che nei casi più gravi degenera nell‘omicidio, definito per la prima volta “femminicidio“da una sentenza del 2009 per indicare “la donna in quanto donna”, è una tragedia mondiale. Anche l’Italia, col Decreto legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne (dl 93/2013) ha considerato come prioritario l’impegno contro la violenza sulle donne. Il decreto in questione, che consta di 12 punti, prevede l’arresto obbligatorio in flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking, ossia le Forze dell’Ordine saranno obbligate al fermo di colui che viene sorpreso in un atto di violenza domestica e di stalking. Una volta sporta querela per la violenza e i maltrattamenti, quella querela diviene irrevocabile.

SCARPE ROSSE VIOLENZA DONNE - CopiaVi è un aumento di 1/3 della pena se alla violenza assiste un minore o se la vittima è incinta e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente). Inoltre, per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non può permettersi un avvocato, è previsto il patrocinio legale gratuito, viene poi concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari alle vittime di violenza straniere e viene stabilita una costante informazione della parte offesa in ordine allo svolgimento dell’iter giudiziario del colpevole( se si trova in carcere, se è stato condannato o se è in libertà). Questo mio articolo non servirà a placare le mattanze di donne ormai all’ordine del giorno, ma mi sembrava doveroso celebrare, anche se con pochissimi esempi, la donna in sè, asse portante della famiglia, moglie, madre, lavoratrice. Mi vengono in mente i volti e mi pare di sentire le voci di tutte quelle donne che già discriminate quotidianamente rispetto agli uomini (pensiamo alle pochissime donne che detengono un effettivo potere politico ed economico o alle retribuzioni nettamente inferiori a parità di lavoro rispetto agli uomini) vengono uccise o picchiate selvaggiamente nelle circostanze più disparate, vedendo svanire i propri sogni e calpestare i propri diritti proprio in quelle mura domestiche così tanto apparentemente sicure, che si macchiano di sangue.

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