L’aria gelida presente sull’Artico si versa sopra il Canada: termometri sprofondati sotto il muro dei -40°C, ghiacciate le acque di molti laghi e fiumi

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Nell’ultimo periodo il vortice polare troposferico ha cominciato a presentare dei disturbi, al punto da scomporsi in due grandi “lobi” principali, che sono andati a dislocarsi rispettivamente fra le coste dell’Artico russo e l’Arcipelago artico canadese. Questa scissione, in due grandi “lobi”, colmi di aria molto gelida in quota, scivolati lungo le coste dell’Artico russo e l’Artico canadese, ha permesso lo scivolamento del vasto blocco di aria gelida, presente sopra il mar Glaciale Artico, in direzione dei Territori dell’Artico canadese. Il nucleo di aria molto gelida in quota, facente capo al “lobo” canadese del vortice polare, in settimana è scivolato sulla grande baia di Hudson, investendo in pieno gli stati canadesi del Manitoba, Ontario e del Quèbec, dove nei giorni scorsi si è venuta ad isolare una vasta circolazione depressionaria a carattere freddo, riempita di aria molto gelida, d’estrazione artica, che ha saputo dispensare un clima molto rigido, con temperature largamente negative accompagnate da nevicate diffuse, che hanno imbiancato l’intero settore orientale del Canada, dal Manitoba alla penisola del Labrador, fino alle coste di Terranova. Il nucleo di aria molto gelida, caratterizzato da isoterme scese sotto i -25°C alla quota di 850 hpa, scivolando sull’area canadese, sopra lo strato di aria molto fredda e pesante (il cosiddetto “lake cold canadese”) preesistente sopra le vaste lande innevate del Canada centro-orientale, attraverso l’attivazione di una gelida ventilazione settentrionale, ha inglobato tutta la baia di Hudson e la penisola del Labrador, determinando un brusco raffreddamento che ha ghiacciato le acque di gran parte dei laghi e dei fiumi che scorrono fra gli stati del Manitoba, l’Ontario e il Quèbec.

Il vasto blocco di aria gelida presente sopra l’area canadese tende ad alimentare la profonda depressione islandese che influenza lo stato del tempo sul vecchio continente

La massa d’aria molto gelida scesa dal mar Glaciale Artico, scorrendo sopra l’esteso strato di aria fredda “pellicolare” presente nei bassi strati, ha anche generato un forte abbassamento termico, portando temperature glaciale in gran parte dell’area artica canadese settentrionale. Nei Territori del Nord-ovest, oltre i 60° di latitudine nord, le temperature sono sprofondate sotto il muro dei -40°C -42°C anche a bassissima quota, con picchi scesi fino a -44°C -45°C. Fra le località più gelide troviamo Stony Rapids (appena 250 metri di altezza) che nella giornata di ieri ha fatto registrare una temperatura minima di ben -45.1°C. Notevolissimi anche i -42.5°C registrati a Uranium City, dove la massima giornaliera non ha superato i -25.5°C, per una vera e propria giornata di ghiaccio. Considerevoli anche i -40.5°C lambiti a Fort Smith e i -40.1°C del Watson Lake. Ma il gelo si è avvertito anche più a sud, fra gli stati del Manitoba, l’Ontario ed il Quebèc, con i termometri scivolati ben al di sotto del muro dei -30°C. Le temperature più basse si sono archiviate lungo le rive della baia di Hudson, dove i termometri hanno toccato la soglia dei -35°C. Le temperature artiche, al di sotto dei -30°C, hanno fatto ghiacciare, in modo abbastanza rapido, le acque superficiali della baia di Hudson, del Canale di Foxe e dello Stretto di Hudson, ormai navigabili solo con le rompighiaccio.  Qui il ghiaccio ha ricoperto pure la baia di James e buona parte degli specchi lacustri presenti sulla penisola del Labrador. Ghiacciate anche le acque del lago Winnipeg, uno dei più grandi del Canada centrale, e dei laghi Manitoba, Seul e Nipigon, dopo svariate giornate con temperature scivolate sotto la soglia dei -30°C.

L’attuale estensione del manto nevoso sul nord America (credit NOAA)

Con molta probabilità gran parte di questi laghi rimarranno ghiacciati per gran parte dell’inverno, almeno fino al mese di Febbraio. Questo brusco raffreddamento di tutta l’area canadese, indotto dallo scivolamento del “lobo” principale del vortice polare sopra l’Arcipelago Artico canadese, sta continuando ad alimentare la profonda area depressionaria che da giorni domina sull’Atlantico settentrionale, influenzando lo stato del tempo su gran parte del continente europeo. L’aria molto fredda che dall’Arcipelago Artico canadese scivola verso l’Atlantico nord-occidentale, con forti venti nord-occidentali, tende ad alimentare il profondo vortice depressionario attivo a ridosso dell’Islanda, che presenta un minimo barico al suolo prossimo ai 950 hpa (molto basso), pronto a localizzarsi nel tratto di oceano a sud delle coste groenlandesi. Questo minimo barico contribuirà a generare un fittissimo “gradiente barico orizzontale” (notevoli differenze di pressione), che dal mar del Labrador si estenderà fino all’Irlanda, alla Scozia, all’Inghilterra e al Galles. Tale “gradiente barico orizzontale” attiverà forti venti da SO e O-SO che, fra lunedì e la Vigilia di Natale, sferzeranno l’intero territorio britannico, con raffiche di tempesta sulle coste dell’Ulster e della Scozia occidentale, dove la furia eolica cagionerà non pochi disagi. I massimi di “gradiente barico” si stabiliranno sul bordo occidentale del ciclone extratropicale, dove le strette e ravvicinate isobare della circolazione ciclonica si addosseranno al bordo orientale di un robusto promontorio anticiclonico, con massimi di oltre i 1035 hpa, che dal nord degli Stati Uniti si distenderanno verso la baia di Hudson ed il Quèbec. Questa netta contrapposizione barica, nel corso della giornata di lunedì 23, attiverà vere e proprie tempeste di vento, da N-NO e NO, che dallo Stretto di Davis si propagheranno velocemente al mar del Labrador e all’Atlantico nord-occidentale, con raffiche veramente furiose, capaci di superare la soglia dei 110-120 km/h davanti le coste meridionali della Groenlandia.

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