Alluvione Sardegna, il sindaco di Oliena: “l’emergenza non è ancora finita” [FOTO]

  • Il ponte di Norgheri, alla periferia di Oliena, abbattuto dalla furia del fiume Cedrino. Il ripristino della viabilità rappresenta la priorità principale in tutte le zone colpite dall’alluvione del 18 novembre scorso (foto G. Petrucci)
  • Un’altra immagine del ponte di Norgheri. Si noti come le acque abbiano abbattuto le opere in muratura ed eroso le sponde. L’alluvione ha pesantemente devastato non solo il territorio ma anche l’economia locale (foto G. Petrucci)
  • Un tipico esempio di come i detriti, ostruendo la luce dei ponti, impediscano il regolare deflusso delle acque. Qui siamo in località Papaloppe dove il ponte di epoca romana ha comunque resistito alla furia delle acque che lo hanno “scavalcato” senza abbatterlo totalmente (foto F. Secchi)
  • Un’immagine-simbolo a testimonianza della forza delle acque in piena. Il ponte in località Badu e Orane è stato letteralmente “spostato” di alcuni centimetri come si evince dalla griglia a sinistra, fortemente piegata nel senso di scorrimento della corrente (foto F. Secchi)
  • La piccola chiesetta campestre di Nostra Signora della Pietà, in località Su Gologone, è stata alluvionata ed invasa dalle acque per un altezza di circa due metri. In questa zona, fortunatamente poco urbanizzata, l’altezza delle acque rispetto al consueto livello dell’alveo ha raggiunto i 7-8 metri (foto G. Petrucci)
  • Il portone della chiesetta di Nostra Signora della Pietà, in località Su Gologone, letteralmente divelto dalla furia delle acque, in un’immagine scattata all’indomani della piena del 18 novembre. Si noti, nell’interno, lo strato di fango melmoso ed il livello raggiunto dalle acque, stimabile dalla colorazione marrone sulla parete di sinistra (foto F. Secchi)
  • A confermare le parole del Sindaco di Oliena, un’immagine che testimonia la grande quantità di canne divelte e trasportate dall’alluvione: detriti di questo tipo impediscono il regolare deflusso delle acque, risultando particolarmente pericolosi quando si accumulano in prossimità dei ponti. Le leggi in vigore, secondo molte dichiarazioni di cittadini ed amministratori locali, ostacolerebbero il taglio di questa vegetazione e la regolare pulizia degli alvei (foto F. Secchi)
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MeteoWeb

2Il reportage di MeteoWeb dalla Sardegna continua. Il nostro inviato sull’isola, il geologo Giampiero Petrucci, ha intervistato Salvatore Serra, Sindaco di Oliena, uno dei paesi più colpiti dall’alluvione del 18 novembre scorso. Il territorio è ancora sconvolto e la popolazione subisce ancora forti disagi: in sostanza, a 45 giorni dalla catastrofe, l’emergenza non è ancora finita.

Signor Sindaco, quale è la situazione attuale nel territorio di Oliena?

Ancora grave. La catastrofe ha provocato un vero e proprio disastro alla viabilità. Diversi ponti sono crollati, altri sono stati “declassati” e vi si procede a senso unico alternato, con forti ed inevitabili disagi. Tutti i ponti sono ancora soggetti a collaudo. Se il centro urbano del nostro paese non ha subìto gravi danni, le nostre campagne sono devastate

Il ponte di Norgheri, alla periferia di Oliena, abbattuto dalla furia del fiume Cedrino. Il ripristino della viabilità rappresenta la priorità principale in tutte le zone colpite dall’alluvione del 18 novembre scorso (foto G. Petrucci)
Il ponte di Norgheri, alla periferia di Oliena, abbattuto dalla furia del fiume Cedrino. Il ripristino della viabilità rappresenta la priorità principale in tutte le zone colpite dall’alluvione del 18 novembre scorso (foto G. Petrucci)

Ciò ha influito anche sull’economia locale

Certamente sì ed in misura molto rilevante. La nostra economia è prettamente agricola, molte aziende producono latte e formaggi, esistono numerosi allevamenti. Se prima agricoltori ed allevatori dovevano coprire non più di 20 km per andare e venire dalle loro aziende, adesso, con le strade interrotte, devono sobbarcarsi anche un centinaio di km al giorno. Le conseguenze per l’economia sono devastanti, siamo in condizioni di pura sopravvivenza. E tra tre mesi inizia la stagione turistica…siamo ancora in piena emergenza

Quali sono stati i primi interventi per il ripristino delle infrastrutture?

Finora è stato fatto ben poco. Noi, come Comune, avevamo a disposizione 250mila euro, tolti appunti dal bilancio comunale, ma sono già finiti. Inoltre i problemi si accavallano: già avevamo la moria del bestiame legata all’epidemia di “lingua blu” (o “blue tongue”), per cui tra l’altro abbiamo ricevuto solo 72mila euro di fondi; poi aziende e cittadini sono gravati dalle varie tasse, IMU e Tares comprese, il cui pagamento è stato posticipato solo di un mese, troppo poco; infine l’alluvione. Abbiamo scritto a tutti, alla Provincia come al Genio Pontieri, posto un’infinità di richieste, anche al Ministro dell’Ambiente ed al Commissario Straordinario, ma finora nessuna risposta concreta. Non vorremmo che, in vista delle prossime elezioni regionali di febbraio, l’alluvione sia solo un pretesto di “passerella politica”. Noi cerchiamo di tenere alta l’attenzione, ma quando poi si spegneranno i riflettori, cosa succederà? Non vorremmo rimanere da soli a fronteggiare problemi così grandi

Un’altra immagine del ponte di Norgheri. Si noti come le acque abbiano abbattuto le opere in muratura ed eroso le sponde. L’alluvione ha pesantemente devastato non solo il territorio ma anche l’economia locale (foto G. Petrucci)
Un’altra immagine del ponte di Norgheri. Si noti come le acque abbiano abbattuto le opere in muratura ed eroso le sponde. L’alluvione ha pesantemente devastato non solo il territorio ma anche l’economia locale (foto G. Petrucci)

Cosa chiedete in particolare?

Un maggior intervento della Regione. L’uscita o l’allentamento del “patto di stabilità” che sotto molti aspetti è una vera e propria rovina per i Comuni di tutta Italia, non solo della Sardegna. Ancora non abbiamo ricevuto un euro di fondi da nessuno, nemmeno dall’Europa. Chiediamo soprattutto, ed in via prioritaria, il ripristino della viabilità che per noi è di vitale importanza. Alcuni ponti sono di competenza provinciale e noi non possiamo intervenire. Per quelli comunali invece abbiamo bisogno di fondi

Gli esempi del passato non inducono all’ottimismo

Proprio no e per questo la nostra preoccupazione aumenta. Nel 2004 a Villagrande Strisaili, in provincia di Cagliari, vi fu un evento alluvionale importante. Ebbene, i fondi al Comune sono arrivati soltanto dopo cinque anni, nel 2009. Non è possibile, non si può aiutare la ripresa dell’economia in questo modo. Non c’è più tempo, bisogna intervenire subito

Un tipico esempio di come i detriti, ostruendo la luce dei ponti, impediscano il regolare deflusso delle acque. Qui siamo in località Papaloppe dove il ponte di epoca romana ha comunque resistito alla furia delle acque che lo hanno “scavalcato” senza abbatterlo totalmente (foto F. Secchi)
Un tipico esempio di come i detriti, ostruendo la luce dei ponti, impediscano il regolare deflusso delle acque. Qui siamo in località Papaloppe dove il ponte di epoca romana ha comunque resistito alla furia delle acque che lo hanno “scavalcato” senza abbatterlo totalmente (foto F. Secchi)

L’evento di novembre è stato certamente eccezionale ma l’uomo ha contribuito alla catastrofe. Lei cosa pensa al riguardo?

Noi come Comune facciamo quello che possiamo. Tutti siamo ambientalisti, a parole, ma certe leggi sembrano andare nel verso opposto. Noi conosciamo bene le situazioni a rischio del nostro territorio: nel centro urbano abbiamo alcuni fossi “tombati” che puliamo a scadenza regolare e fortunatamente avevamo pulito proprio pochi giorni prima dell’alluvione. Ma ad esempio il fiume Cedrino, che ha esondato in più punti, non ci compete. La pulizia del suo alveo è infatti di competenza del demanio che però interviene raramente. Anche la Forestale è molto rigida al riguardo, non lascia spazio nemmeno per tagliare legna da ardere. Neppure le canne si possono toccare: poi quando arriva la piena, proprio migliaia di canne vengono sradicate e finiscono ad intasare la luce dei ponti, basta guardare le foto. I contadini che vogliono tagliare le piante sui loro terreni in prossimità delle sponde dei fiumi, sono soggetti a troppi permessi, nulla-osta, difficoltà di ogni genere. Rischiano addirittura non solo la multa, ma perfino una denuncia. In queste condizioni la pulizia dei fiumi non può essere sviluppata efficacemente

Una situazione paradossale e, probabilmente, non è la sola. Noi di MeteoWeb seguiremo con attenzione l’evolversi della ricostruzione: le nostre pagine sono aperte a tutti coloro che vorranno intervenire

Grazie della vostra attenzione. Vorrei concludere dicendo che ci hanno promesso la riapertura del ponte di Oloè, sulla strada che collega Oliena a Dorgali, nel giro di circa 30-45 giorni. Speriamo che alle promesse ed alle parole finalmente seguano i fatti. Da noi come in tutta la Sardegna.

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