Il terremoto di 46 anni fa nel Belice, l’urlo dei sindaci: “tragedia dimenticata”

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belice terremotoUn dolore lungo quasi mezzo secolo. Nel 1968 un terremoto sconvolse una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra le province di Agrigento, Trapani e Palermo. Dalle 13.29 di domenica 14 gennaio alle 23.20 di lunedi’ 15, sedici violente scosse misero in ginocchio i centri della Valle del Belice, cambiando per sempre non solo il volto di quella parte dell’Isola, ma le vite di migliaia di persone. A distanza di 46 anni da quella tragedia, che provoco’ quasi 400 morti e circa 70mila senzatetto, le cicatrici sono ancora ben visibili. Lo sono nei ricordi dei sopravvissuti, nei paesi sventrati, fatti di ruderi e pianto, che raccontano esistenze spezzate dalla furia del sisma. Ma lo sono soprattutto nei ritardi di una ricostruzione avviata e mai finita nei 21 comuni colpiti da quella terribile esperienza. Tardano ancora ad essere trasferiti alle tesorerie comunali 35 milioni dei 45 stanziati nelle legge di stabilita’ del 2013. A denunciare il forte clima di preoccupazione e’ Nicolo’ Catania, sindaco di Partanna (Trapani) e coordinatore dei sindaci della Valle del Belice. ”Nonostante la dotazione finanziaria – dice – non vi e’ ancora traccia di una vera e propria strategia politico-normativa utile ad elaborare azioni in grado di assicurare un armonico sviluppo economico delle aree interne del Belice. Allo stesso modo non e’ stata trovata ancora la soluzione per dotare il territorio delle necessarie risorse finanziarie, scrivendo cosi’ la parola fine sulla ‘questione Belice”’. Quella della Valle del Belice e’ una storia fatta di ritardi, proclami, speranze deluse, buone intenzioni e promesse lasciate sulla carta. Un esempio? ”A distanza di circa un anno e nonostante le sollecitazioni del coordinamento – dice ancora Catania – non e’ stata costituita la speciale commissione sul Belice con il compito di affiancare lo stesso governo regionale nell’attivita’ di programmazione negoziata relativamente all’utilizzo dei fondi strutturali comunitari 2014 – 2021”. Adesso, pero’, il tempo e’ scaduto. ”Siamo oltre il tempo massimo di tolleranza – aggiunge il sindaco di Partanna -. Adesso e’ giunto il momento di ottenere per il nostro martoriato territorio risultati concreti, in grado di far risollevare un’economia, le cui condizioni generali sono oggi aggravate da una crisi profonda, che attraversa tutti i settori produttivi, primo fra tutti quello dell’agricoltura”. Un ‘ultimatum’ che i sindaci della Valle domani porranno al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e al ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, durante la conferenza che chiude la settimana di iniziative organizzate per ricordare il 46esimo anniversario del sisma. L’incontro dal titolo ‘Nuove strategie per un piano di sviluppo integrato del Belice’, in programma alle 11.30 alle Scuderie del Castello Grifeo di Partanna, sara’ ”un importante importante momento di confronto e di sintesi tra le istituzioni” assicura Nicolo’ Catania. Lo spirito dell’iniziativa sara’, infatti, quello di creare ”un ideale tavolo tecnico” utile a trovare ”una convergenza sulle strategie da mettere in campo per chiudere, dopo quasi mezzo secolo, l’annosa e vergognosa vicenda, che riguarda la ricostruzione dei centri colpiti dal sisma”. Il Coordinamento dei sindaci della Valle del Belice si presentera’ all’appuntamento delle proposte concrete che mirino, ”senza retorica, a rilanciare i comuni belicini” dice ancora Catania. “La volonta’ e’ anche quella di sfatare l’immagine con cui, volutamente, ci hanno etichettati – aggiunge -: ovvero come coloro i quali chiedono sempre e solo per ottenere, sporadicamente, una manciata di soldi. Il Belice vuole risorgere definitivamente facendo leva sulle proprie forze e risorse. Per tale ragione e’ indispensabile una convergenza istituzionale in questa direzione” conclude il coordinatore dei sindaci.

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