Etna, continua l’attività eruttiva del Nuovo Cratere di Sud-Est: diventerà il cono vulcanico più alto d’Europa?

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Etna01Secondo quanto pubblicato sul sito dell’INGV di Catania, è ancora in corso l’attività stromboliana da due bocche eruttive presenti all’interno del Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC), accompagnata in maniera intermittente dall’emissione di un flusso lavico che si origina sul fianco orientale del cono stesso, che ha raggiunto la Valle del Bove, nella quale si sta riversando. Alle ore 07:07 di stamani è stata emessa un’ingente quantità di cenere marrone-rossastra che ha poi dato luogo ad un flusso denso e caldo che si è diretto in basso, anch’esso verso la Valle del Bove.
Etna02Secondo le prime ipotesi degli esperti, si è trattato di un collasso di un settore del fianco orientale del cratere, causato dall’elevata pressione dovuta alla spinta del magma che tende a risalire verso le bocche e per il peso del materiale vulcanico che si è accumulato in prossimità del cratere stesso, nel tempo. Non è ben chiaro se si sia dunque trattato di un vero e proprio flusso piroclastico; questa tipologia eruttiva è infatti una rarità nella storia eruttiva dell’Etna, e rappresenta un rischio estremamente remoto per il territorio catanese, in quanto le nubi ardenti osservate negli ultimi decenni, si sono sempre verificate nelle zone sommitali e non hanno mai percorso distanze superiori al kilometro e mezzo.

BorisL’attuale eruzione si colloca in un periodo di attività che si protrae in modo intermittente da molti giorni, ed è caratterizzata dalla presenza di due stili eruttivi diversi ma contemporanei; da un lato si hanno le esplosioni stromboliane, dall’altra le emissioni effusive di lave viscose, che partono da una frattura posta sul fianco Est del cono. L’intermittenza di questo flusso, associata con l’apertura di nuove bocche all’interno del cratere, ha fatto sì che il campo lavico si sia allargato nel tempo e abbia raggiunto la depressione calderica della Valle del Bove. Dall’inizio dell’anno, la presenza di flussi lavici che sgorgano dal cratere, permettono al sistema magmatico di dissipare parte del magma accumulato al suo interno, funzionando quindi da valvola di sfogo (parziale) per il vulcano. Questo fenomeno sembra suggerire che l’attività in corso proseguirà con ritmi ed intensità simili nei prossimi giorni, a meno di arrivi di input magmatici ricchi in gas, che fornirebbero invece un maggiore potenziale esplosivo al sistema.

ETNAIl NSEC risulta essere il protagonista indiscusso degli ultimi tre anni: è qui che si sono originate le eruzioni e gli impressionanti parossismi che hanno caratterizzato la recente attività dell’Etna. La sua intensa attività ha prodotto un’ingente quantità di materiale vulcanico, che si è via via accumulato vicino al cratere stesso, e che ha fatto sì che adesso il NSEC stia raggiungendo in altezza quello di Nord-Est. Il vulcanologo tedesco Boris Behncke, insieme alla collega italiana Emanuela De Beni, ha realizzato un rapporto sull’attività eruttiva del NSEC, in cui spiegano come questo cono sia caratterizzato da una spiccata capacità di accrescersi in relativamente poco tempo: in appena tre anni si è infatti innalzato di 300 metri. Questo tasso di crescita è praticamente un record mondiale, poiché non sono documentate simili progressioni per nessun altro edificio vulcanico terrestre. Le misurazioni effettuate dai due vulcanologi (10 Gennaio 2014) certificano un’altezza di 3290 m s.l.m. per il NSEC: attualmente quindi, il punto più alto dell’Etna è sempre il cratere di Nord-Est con i suoi 3329 m.

Se continuerà ad essere così attivo, il NSEC potrà davvero strappare il primato di altezza al cratere di Nord-Est, ma dovrà fare i conti con l’instabilità dei suoi stessi fianchi, che potrebbero ostacolare la sua crescita da guinness.

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