Un inverno “mancato” in gran parte del continente europeo: ecco le anomalie che stanno impedendo il decollo di una stagione già agli sgoccioli

MeteoWeb

Europe_2_01.2014043.terra.1kmQualcuno già parla di anno senza inverno. Eppure quanto sta accadendo in Europa, per certi versi, ricalca quanto già visto in precedenza negli USA, durante il caldo e siccitoso inverno del 2012. Quello del 2012, allora, fu davvero un anno senza inverno. sia in termini di temperature che di precipitazioni nevose ed estensione del manto bianco, l’inverno 2012 verrà ricordato come uno dei peggiori di sempre in gran parte degli stati contigui degli USA. Secondo i dati elaborati dalla NOAA, il prestigioso ente climatico statunitense, quello del 2012 è stato l’ inverno più caldo della storia climatica degli Stati Uniti. In molte aree del nord-est, abituate ad essere coperte dalla neve per lunghi periodi, da Novembre a Marzo, non vi è stata alcuna traccia per l’intera stagione.
4In molte località, soprattutto nel Middle West, al posto della neve sono comparsi i prati fioriti. Ma il clima caldo e l’assenza di neve si erano sentiti molto anche lungo l’East Coast e negli stati del New England. Ma per quel che concerne l’Europa va fatto un discorso diverso. Anche perché, come abbiamo avuto modo di predire ad inizio stagione, la stagione invernale 2013/2014 già da Dicembre era già partita col piede sbagliato, per tutta una serie di situazioni che si sono venute a creare nel corso degli ultimi mesi. L’avvio dell’inverno sul vecchio continente, sin dall’inizio, è stato fortemente penalizzato da una profonda anomalia negativa di geopotenziale che da mesi insiste sopra l’area canadese orientale e la vicina Groenlandia, dove è presente un vasto campo di geopotenziali molto bassi, associati all’attività del “lobo” canadese del vortice polare, piuttosto invasivo fino in sede atlantica. Ad essa si aggiunge pure una forte anomalia positiva di geopotenziali fra l’Europa orientale e la Russia europea, in netta contrapposizione con le profonde circolazioni depressionarie che si formano frequentemente sull’Atlantico settentrionale.

12Questo campo di geopotenziali bassi in alta quota, sopra il Canada orientale, tende ad inasprire il “gradiente di geopotenziale” sull’Atlantico settentrionale (fra Islanda e Azzorre), favorendo una notevole intensificazione dei venti zonali e del “getto polare” tra l’Atlantico e l’Europa, con l’attivazione di intensi “Jet Streaks” in quota responsabili della forte attività ciclonica che da mesi insiste sull’Atlantico orientale. Questa netta contrapposizione termica e di geopotenziali, nel cuore dell’Atlantico settentrionale, continua a tenere attiva una profonda circolazione depressionaria nel tratto di oceano a sud dell’Islanda (dove è ubicato il cosiddetto “fronte polare”), la quale tende a dipanare un impetuoso flusso di aria molto mite e umida, d’estrazione oceanica, che dalle medie latitudini atlantiche si spinge verso il cuore dell’Europa, la Scandinavia, il mar Baltico e la Russia europea, mantenendo il campo termico su valori nettamente sopra la media sull’intero continente. Inoltre, la presenza di un solido anticiclone di blocco, che per diverse settimane si è disposto con i propri elementi principali fra la Turchia, il mar Nero, l’Ucraina e la Russia europea, ben supportato dalle masse d’aria miti, d’estrazione sub-tropicale continentale, che dall’entroterra libico ed egiziano risalivano in direzione dell’Europa orientale, ha contribuito ad ergere un vero e proprio muro, impedendo alle masse d’aria gelide, d’origine siberiana, di poter invadere il territorio europeo, anche parzialmente.

untitledQuesto promontorio anticiclonico di blocco, resistendo per diverse settimane sulla medesima posizione, fra Russia europea e Ucraina, non solo ha impedito l’attivazione di eventuali retrogressioni fredde in direzione del vecchio continente, ma ha anche agevolato il rallentamento delle piovose perturbazioni atlantiche, le quali una volta giunte al traverso delle Isole Britanniche, Francia e Italia, impattando sul bordo più occidentale di questo imponente blocco alto pressorio, hanno di colpo ridotto la loro velocità di propagazione, riuscendo ad apportare precipitazioni piuttosto persistenti su territori già duramente colpiti dalle abbondanti piogge dell’autunno. Ciò è messo in evidenza dalle disastrose inondazioni in atto su una larga fetta dell’Inghilterra meridionale e dai continui fenomeni alluvionali (anche se molto localizzati) che affliggono ormai di continuo alcune regioni della Francia e dell’Italia centro-settentrionale. Con tale posizionamento il “blocking” anticiclonico russo ha favorito la discesa delle masse d’aria gelide siberiane verso le ex Repubbliche Sovietiche dell’Asia centrale, fino al bacino del mar Caspio, al nord dell’Iran e dell’Afghanistan, dove si sono verificate nevicate abbondanti fino a bassa quota.

photos11Non è un caso se la scorsa settimana abbondanti nevicate hanno interessato l’Azerbaijan, il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il nord dell’Iran e dell’Afghanistan, dove interi fondovalle sono stati ricoperti dalla “dama bianca”, creando ingenti disagi per le popolazioni locale, già messe a dura prova da miseria e anni di guerre fratricide.  Fin quando non si estinguerà questa significativa anomalia, legata proprio alla presenza di un “lobo” canadese particolarmente invadente su buona parte del continente nord-americano, difficilmente in Europa si potranno vedere vere e proprie ondate di freddo, come quelle che stanno finendo d’interessare Canada e Stati Uniti. Forse solo l’ultima decade di Febbraio potrebbe riservarci qualche piccola sorpresa, ma in questo caso non è detto che l’Italia possa essere direttamente coinvolta.

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