Ieri sera presso la Chiesa di Santa Teresa, in via Cesare Battisti, a Taranto, si è svolto un interessante incontro culturale, promosso dall’Azione Cattolica e dalla Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) per discutere il rapporto tra Fede e Scienza nella salvaguardia del Creato. Ospite d’onore della serata, dal titolo “Scienza e Fede in rapporto alla salvaguardia del Creato”, Antonino Zichichi, presidente del WFS (World Federation of Scientists), fondato ad Erice nel 1973, che oggi riunisce eminenti studiosi provenienti da tutto il mondo. Un cenno al suo curriculum: Antonino Zichichi, nato a Trapani nel 1929, è Professore Emerito di Fisica Superiore nell’Università di Bologna, ha all’attivo 6 scoperte (tra cui L’Antimateria nucleare, l’Energia Effettiva nelle forze tra quark e gluoni, la struttura tipo –Tempo” del protone ecc.), 5 invenzioni, 3 idee originali che hanno aperto nuove strade nella fisica Subnucleare delle alte energie, 4 misure di alta precisione di quantità fisiche fondamentali; inoltre 1116 pubblicazioni scientifiche, 3 istituzioni scientifiche fondate, 10 progetti scientifici, 32 incarichi di alta responsabilità, 9 medaglie d’oro, 9 lauree honoris causa, è accademico di 12 accademie scientifiche, autore di 19 libri di cultura scientifica, ha tenuto 1300 conferenze (escluse quelle di Trapani e Taranto),scritto 2400 articoli su quotidiani e periodici. La Chiesa di Santa Teresa, gremita di gente, ha atteso con ansia l’arrivo dell’illustre fisico, scienziato di grande valore, che ha dedicato la sua intera vita allo studio e alla ricerca. Non si è fatto attendere e, sedutosi, si è subito detto molto felice di essere a Taranto, dopo la sua ultima visita risalente al 1989, per invito del cardinale Salvatore De Giorgi. La città si è mostrata, a suo dire, particolarmente sensibile ad un problema mondiale: quello relativo al bisogno che la scienza entri nella vita di tutti i giorni, dato che “viviamo come se la scienza non fosse mai stata scoperta”, con le enormi conseguenze di questo fatto culturale; rivelandosi da subito ottimista poiché “siamo ancora qui” e “abbiamo dimenticato i rischi che sono stati superati, dato che, senza che nessuno se ne accorgesse, per 50 anni l’umanità ha dormito su letti imbottiti con 10.000 chili di tritolo equivalente per persona, bambini e vecchi inclusi”.
Prosegue: “Le due superpotenze avevano 60.000 bombe H, ciascuna 100 volte più potente di quella che distrusse Hiroshima e potevamo saltare tutti in aria”. Sono trascorsi anni da quando è nata la fisica nucleare grazie a Ernest Rutherford che, nell’Università di Cambridge ha scoperto il nucleo. Zichichi racconta un aneddoto: quando un giornalista chiese a Rutherford se la scoperta poteva avere delle conseguenze nel campo dell’energia, il padre della fisica nucleare rispose “coloro che pensano che l’atomo possa relazionarsi con l’energia sono come coloro che amano scaldarsi al chiar di luna”. Questo, dice Zichichi, vuol dire che la tecnica non è scienza, che fare scienza significa decifrare una riga scritta nel libro della natura “che nessuno aveva mai saputo leggere prima di Galilei” (precisazione d’obbligo da parte dell’illustre fisico!). Fare scienza non vuol dire inventare strumenti. Lo scienziato deve scoprire non inventare. A inizio Guerra Fredda, la cultura dominante attribuiva la colpa delle bombe H custodite negli arsenali delle due superpotenze alla scienza che aveva scoperto il nucleo…ma “la scienza che scopre va distinta dalla tecnica che inventa”. L’invenzione, afferma, viene dal cervello che, usando ciò che la scienza ha scoperto, può dar vita a tecnologie sia nel bene che nel male. Si sono fatti progressi tecnologici enormi che aiutano a star meglio, ma si sono realizzati anche strumenti di morte.
La scelta tra bene e male no è, secondo lui, di natura scientifica, citando una frase di Giovanni Paolo II :” L’uso della tecnica non è più tecnica”, pertanto “l’invenzione tecnologica va sottoposta a un controllo rigoroso”. Zichichi prosegue: “le stelle fisse non esistono, si muovono a un milione di chilometri l’ora, gli stessi segni zodiacali associati alle date non esistono”. Il suo libro “Il vero e il falso” è stato tradotto in cinese ed il governo cinese ha proibito gli oroscopi che danneggiano la salute mentale umana. Doverosa una seconda affermazione di Giovanni Paolo II: “a uccidere non sono i missili intercontinentali, ma il cuore dell’uomo”. Oggi più che mai, rimarca lo scienziato, c’è bisogno di scienza nella vita di tutti i giorni in quanto, se si smettesse di far scoperte scientifiche, i posteri avrebbero gli stessi strumenti tecnologici di oggi. “Usiamo strumenti senza sapere come mai ci sono”, “Magari misureremo lo scorrere del tempo ancora con le meridiane, commettendo un errore di valutazione di circa un minuto al giorno”, ma “arrivò Galilei, un credente, a scoprire le leggi del pendolo con una semplice pietra legata a uno spago e fatta oscillare. Con la scoperta dell’isocronismo del pendolo, proseguendo con la stessa logica rigorosa di Galilei, a 4 secoli di distanza, oggi si misura il tempo con un errore di un secondo ogni vita d’universo”. Zichichi dice che queste leggi del pendolo sono state scoperte in quanto esisteva ed esiste una cultura, la nostra, che dava e dà alla materia volgare dignità culturale e che tutte le altre culture (escluse la nostra), avevano dato dignità culturale solo alle stelle e ai cieli. Il primo livello di credibilità scientifica è quello degli esperimenti in laboratorio, ma non basta dare dignità culturale alla materia volgare (es. alla pietra), ci vuole un altro atto di umiltà intellettuale poiché, come sosteneva Galilei, tutte le culture hanno peccato di arroganza intellettuale, dato che colui che ha fatto il mondo è più intelligente di tutti noi, e qualunque attività intellettuale non può competere con colui che ha fatto il mondo.
Zichichi sostiene che per conoscere la logica da Lui seguita per fare il mondo così com’è , dobbiamo percorrere una sola strada: porgli una domanda, innanzitutto riflettendo su di essa che non deve essere enciclopedica, facendo in modo che la risposta sia riproducibile, ossia facendo in modo che qualunque persona possa ripetere l’esperimento, trovando gli stessi risultati. “La scienza nasce a casa nostra, per via culturale unica” ribadisce, “Grazie alle scienza abbiamo capito, in 4 secoli, cose che nessun’altra civiltà aveva mai capito” a a tutti coloro che hanno il coraggio di dire che scienza e fede sono nemiche, risponde con una bellissima frase di Giovanni Paolo II incisa sul ferro e riposta nell’Aula Magna di Erice “ Scienza e fede sono entrambe doni di Dio”. La “regina della scienze”, la grande fisica che lui conosce bene, è l’attività intellettuale da cui nasce il primo livello di credibilità scientifica. “Ciò che la fisica dice, posso toccarlo con mani, o meglio, con strumenti che mi fanno vedere al di là di quello che farebbero i nostri occhi”. Cita poi alcuni esempi: in primis, quello della particella elementare, “quella cosa fatta nient’altro che di se stessa”, concetto che si deve a Democrito. Per anni, dice, ci si è interrogati circa la sua esistenza, la si cercava e non la si trovava fino a che il fisico Thomson scoprì il più piccolo pezzettino di elettricità, l’elettrone, il primo esempio di particella elementare, dotato di una massa e di una carica. Mentre secondo Aristotele “la forza è proporzionale alla velocità”, per Galilei, che distruggeva tutto ciò che il primo sosteneva, “la forza è proporzionale al cambio di velocità”.
Secondo Darwin pervenne a queste conclusioni senza far esperimenti ma ciò non è vero per Zichichi che, nella Chiesa di Santa Teresa, afferma dinanzi alla gente estasiata dal suo discorso, di non avercela con Darwin, rivolgendosi poi ai suoi “avversari” che lo tacciano di essere contro l’evoluzionismo biologico umano, i quali dovrebbero spiegare il passaggio dalla materia inerte a quella vivente, dalla pietra alla rondine, per poi pervenire a quello più complesso di ragione, dato che siamo depositari di questo privilegio. “Se l’evoluzionismo fosse scienza, tutto ciò lo dimostrerebbe e allora si che avrebbe il privilegio di dignità scientifica”. Nell’ultima parte del convegno, il fisico parla del nostro cervello che si apre al linguaggio e poi alla fisica e alla scienza, nell’arco di pochi anni. Mentre l’approccio al linguaggio è più semplice, quello verso la matematica e le scienze è più complesso; per cui spera che possano essere insegnate sin dalle elementari, dicendo “è come se nessuno ci insegnasse a parlare”. Concludendo, Zichichi sostiene che “E’ fondamentale che la cultura moderna diventi realmente moderna affinché tutti sappiano che i responsabili dei guai ambientali non sono gli scienziati” e che “i guai tecnologici accadono per violenza politica (Cernobyl) ed economica (Fukushima)”. “Il fuoco nucleare dà all’uomo una potenza un milione di volte più grande di quella con cui si erano alimentati i nostri antenati. La litio glicerina è bomba atomica, il fuoco nucleare è chiamato così per ragioni di cultura! Ecco il mondo in cui viviamo, un mondo in cui si ignorano i valori della scienza, che però sono in perfetta armonia con la cultura”; concludendo “Giovanni Paolo II ha difeso la scienza e il suo ruolo, tocca a noi far capire qual è la verità. La cultura ha bisogno della grande alleanza tra scienza e fede…ecco perché sono qui e perché porto avanti la mia battaglia culturale!”.