A sorpresa sul Pacifico occidentale nasce un tifone completamente fuori stagione, presagio dell’arrivo di “El Nino”?

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Il piccolo tifone "Faxai" mentre attraversa il Pacifico occidentale, passando davanti le isole Marianne
Il piccolo tifone “Faxai” mentre attraversa il Pacifico occidentale, passando davanti le isole Marianne

Generalmente in questo periodo dell’anno l’attività delle tempeste e dei cicloni tropicali risulta essere massima proprio sui mari tropicali dell’emisfero australe. Ed in particolare fra l’oceano Indiano meridionale e i mari che circondano l’Australia. Ma vedere un tifone nel cuore del Pacifico occidentale, nel tratto di oceano ad ovest dell’arcipelago delle Marianne, risulta un po’ anomalo per il mese di Marzo. Questo è proprio il caso dell’intensa tropical storm “Faxai”, ora divenuta un tifone di 1^ categoria sulla scala Saffir-Simpson. La tempesta è nata nei giorni scorsi sopra le caldissime acque superficiali del Pacifico occidentale, nel tratto poco a nord delle isole Caroline, in una vasta area di acque superficiali molto calde, con valori anche superiori ai +30°C. L’ingente quantitativo di calore latente rilasciato all’atmosfera da questa vasta piscina di acque molto calde, presente nel tratto di oceano a nord di Papua Nuova Guinea, ha messo in moto una profonda area di convenzione che ha favorito la formazione di una debole depressione tropicale. Questa modesta depressione tropicale, attiva soprattutto nei medi e bassi strati della troposfera, è transitata sopra un ampio tratto di acque molto calde che hanno notevolmente rinforzato la circolazione ciclonica neonata, collaudando la convenzione su tutti i lati della circolazione depressionaria, in particolare quello orientale, dove si sono attivati moti ascensionali molto forti.

gl_sst_mmIl considerevole rinforzo dell’attività convettiva attorno i lati della circolazione ciclonica, attiva nei bassi strati, ha liberato una gran quantità di energia che oltre ad approfondire la già intensa circolazione ciclonica ha provocato un sensibile inspessimento del “gradiente barico orizzontale”, rendendo i venti ciclonici sempre più intensi attorno l’area perturbata. “Faxai” è una tempesta piuttosto piccola, tanto che le tempeste di vento che la caratterizzano sono estremamente localizzate a circa 50 km dal profondo minimo barico al suolo, che si mantiene nel tratto di oceano Pacifico ad ovest delle Marianne. Questo perché il sistema si è sviluppato in un ambiente piuttosto ostile, circondato da aria molto secca che dal Pacifico occidentale si muove in direzione del mar delle Filippine e dell’omonimo arcipelago, sotto la spinta delle tese correnti legate all’Aliseo di NE, che esce dal bordo più meridionale dell’ampio anticiclone sub-tropicale del Pacifico settentrionale, attestato con i propri elementi ad ovest delle Hawaii, in pieno oceano Pacifico.

t5CbtVCFortunatamente, date le dimensioni molto ristrette, “Faxai” non rappresenterà alcun tipo di pericolo, sia per le terre emerse che per arcipelaghi abitati. Il suo passaggio ravvicinato alle isole Marianne ha prodotto una temporanea intensificazione dei venti da N-NO e Nord, che nella base di Saipan hanno raggiunto un picco di 57 km/h nel corso della giornata di ieri. Ma venti intensi, legati al passaggio del piccolo tifone, hanno investito pure il piccolo atollo giapponese di Minamitorishima, il quale trovandosi lungo il lato nord-occidentale della circolazione ciclonica tropicale è stato interessato da intense raffiche da NE e E-NE, che hanno toccato picchi di oltre i 68 km/h. Le tempeste, legate a “Faxai”, hanno continuato a mantenersi a largo, davanti l’arcipelago delle Marianne, divenendo particolarmente intense lungo il lato orientale del piccolo tifone, dove erano attivi venti molto forti, da S-SO e Sud, che secondo gli scatti del satellite Ascat avrebbero raggiunto un valore d’intensità media sostenuta di ben 120-130 km/h. Tale dato confermerebbe che “Faxai” è divenuto, seppur per poche ore, un tifone di 1^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, del tutto fuori stagione per il mese di Marzo. La tempesta ora comincia a virare verso nord-nord-est, risalendo il Pacifico lungo il bordo più occidentale dell’ anticiclone sub-tropicale del Pacifico settentrionale. Spingendosi verso acque superficiali sempre più fredde, ed in un’area che verrà caratterizzata da un “Wind Shear” moderato, “Faxai”, nel corso delle prossime 24-36 ore, è destinato ad un rapido indebolimento, con una progressiva attenuazione dell’attività convettiva al suo interno. Salendo al di sopra dei 24° – 25° di latitudine nord, la piccola perturbazione tropicale comincerà ad essere tagliata, alle quote superiori della troposfera, dal “Wind Shear”, prima ancora di essere agganciata dal ramo più meridionale per essere dissipata dalle “Westerlies” che scorrono a gran velocità sopra il Pacifico occidentale.

030114 0101z ir analysisPerché sul Pacifico occidentale è nato un ciclone tropicale alla fine dell’inverno boreale?

La nascita di questo insolito tifone, nel mese di Marzo, sul Pacifico occidentale, può essere giustificata dal graduale spostamento verso levante della “Madden–Julian oscillation“, ossia un’oscillazione interstagionale tropicale ad 1-2 onde emisferiche, della durata, generalmente, di 30-60 giorni. È più vigorosa nella stagione invernale, specialmente nell’emisfero orientale, con un massimo d’intensità tra l’oceano Indiano centro-orientale e l’Indonesia. caratterizzata da una progressione verso est di grandi aree di pioggia tropicale, osservata soprattutto fra l’oceano Indiano orientale, l’area indonesiana, i mari attorno Papua Nuova Guinea e il settore centro-occidentale dell’oceano Pacifico. Le precipitazioni anomale di solito sono prima evidenti sopra l’oceano Indiano occidentale, propagandosi successivamente verso le acque dell’oceano Indiano orientale, l’area dell’Indonesia, fino al Pacifico occidentale e centrale, ove si riscontra un notevole incremento dell’attività convettiva, con la nascita di imponenti sistemi temporaleschi a mesoscala e “Clusters” che scaricano piogge torrenziali per svariati giorni.  La “MJO” fornisce l’ambiente favorevole per lo sviluppo dei cicloni tropicali. L’intensa attività convettiva che accompagna la “MJO” spesso funge da base per lo sviluppo dei temibili tifoni e dei cicloni tropicali che si spingono ben oltre la fascia tropicale.

v13Molti dei cicloni o delle tempeste tropicali che raggiungono le coste meridionali e orientali dell’Asia e le coste di Messico, USA, Canada, sono nate in seguito all’approfondimento di intensi “Clusters temporaleschi” legati alla “MJO” che tendono a spostarsi in direzione dell’area tropicale, finendo su aree con debole “Wind Shear” che agevolano la nascita dei forti moti convettivi, pronti a fungere da innesco, assieme all’effetto di Coriolis, per lo sviluppo della circolazione depressionaria a cuore caldo. Non è un caso se le stagioni più intense delle tempeste siano associate sempre al transito della “MJO” sull’area equatoriale. “MJO” che spostandosi verso est, lungo l’oceano Pacifico, comincia a mettere le basi per il ritorno del fenomeno di “El Nino”, che ben presto, dopo la sua completa attivazione, determinerà ripercussioni climatiche su larga scala, fra America, Europa, Asia, Africa e Australia, influenzando in modo significativo la circolazione generale atmosferica su buona parte del nostro pianeta.

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