Apocalittica grandinata su Asmara, capitale dell’Eritrea: accumuli di oltre 50cm per un mega temporale [FOTO]

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Una violenta grandinata ha duramente colpito la città di Asmara, capitale dell’Eritrea, durante lo scoppio di un violento temporale, accompagnato da fulmini e tuoni, piuttosto fragorosi. L’evento grandinigeno è stato talmente intenso da imbiancare l’intera città, regalando scenari davvero suggestivi che hanno stupito non poco la popolazione locale, non abituata a vedere frequentemente fenomeni atmosferici del genere. Ma ancora di più sorprendono i report dei meteorologici eritrei, secondo cui in un ora è caduto un quantitativo di pioggia record, mentre la grandine ha completamente bloccato le strade, arrivando a raggiungere l’altezza di 1 metro in alcuni punti di Asmara. A memoria d’uomo nessuno ricorda un evento del genere sulla principale città dell’Eritrea. Basti pensare che in alcuni quartieri della capitale eritrea la violentissima grandinata ha depositato al suolo dei veri e propri muri, composti da chicchi di medie dimensioni. La potente grandinata che ha creato enormi disagi su Asmara è stata prodotta da una intensa “Cellula temporalesca”, composta da cumulonembi temporaleschi  la cui sommità ghiacciata superava i 14-15 km di altezza. Il temporale si è rapidamente sviluppato attorno i rilievi che circondano la città. Questo notevole sviluppo verticale della struttura temporalesca avrebbe agevolato la stura di questi fenomeni cosi violenti.

Snow like hail in Asmara, Eritrea (1)Proprio in questo periodo, all’altezza del tropico del Cancro, il sole, alzandosi sopra l’orizzonte, comincia a riscaldare per bene il terreno, fornendo quell’energia sufficiente per lo sviluppo dei cosiddetti moti convettivi (correnti ascensionali molto forti che si spingono verso l’alta troposfera), nelle ore più calde del giorno (attività “termoconvettiva”). Ma il vero fattore che in questi giorni esalta l’instabilità diurna lungo le montagne dell’Arabia Saudita occidentale, dello Yemen, dell’Eritrea e dell’Etiopia, è senza dubbio legato al passaggio del ramo principale della “getto sub-tropicale” in quota, nell’alta troposfera, che dal Sahara si spinge sopra la penisola Arabica. Difatti, la “corrente a getto sub-tropicale”, transitando sopra lo strato di aria molto calda e secca che in questo periodo comincia a formarsi sopra le vaste superfici desertiche della penisola Arabica, soggette ad un prevalente regime anticiclonico in quota (anticiclone sub-tropicale), tende a produrre forti turbolenze atmosferiche (per il vuoto d’aria in alta quota prodotto dallo scorrimento veloce del ramo principale del “getto sub-tropicale”) che innescano la nascita di violenti moti convettivi (correnti ascensionali).

In alcuni punti della capitale eritrea il manto di grandine al suolo avrebbe toccato il metro di altezza
In alcuni punti della capitale eritrea il manto di grandine al suolo avrebbe toccato il metro di altezza

La caratteristica di questi temporali (soprattutto quelli che in primavera nascono lungo il versante occidentale dei rilievi sauditi del Jabal Al-Hijaraz)  è quella di essere caratterizzati da forti “Updrafts”, visto il potenziale termico presente nei bassi strati (aria molto calda d’origine sub-tropicale continentale) che fanno esplodere verso l’alto il cumulonembo, facendogli raggiungere delle altezze considerevoli, ben oltre i 10-12 km di spessore (anche più). A tali quote le incudini dei cumulonembi tendono ad essere intercettate e spazzate dai violentissimi venti della “corrente a getto sub-tropicale” (di solito provengono da Ovest o O-SO) e si portando a notevole distanza dalla base dei cumulonembi, divergendo verso est e assumendo il tipico asse obliquo, ben identificabile dalle moviole satellitari. Lo sviluppo di questo asse obliquo comporta una importante perdita di aria (dalla sommità) che tende ad essere dispersa dal “getto“ stesso. In questi casi, per la perdita di molta aria pilotata dai bassi strati dai moti ascensionali, la “Cellula temporalesca” o il sistema convettivo a mesoscala è costretta a richiamare altra aria calda dall’ambiente circostante, intensificando notevolmente il temporale che può divenire veramente forte, apportando precipitazioni molto forti accompagnate da impetuose raffiche di vento prodotte dai “Downburst” (forti correnti discendenti che raggiungono il suolo e tendono a divergere orizzontalmente in più direzioni). I temporali che negli ultimi giorni si sono formati lungo la costa dell’Eritrea, nelle ore pomeridiane, sono stati alimentati dall’interazione fra l’umida brezza che si alza dal mar Rosso (molto caldo), con una componente dai quadranti orientali o nord-orientali, e l’aspra orografia locale, caratterizzata da rilievi piuttosto elevati che degradano verso il mare. Questi ergono una sorta di barriera che riesce a bloccare l’umido flusso della brezza di mare, la quale quotidianamente si attiva sul mar Rosso meridionale, costringendola a salire bruscamente verso l’alto e favorendo una rapida condensazione del vapore acqueo in essa contenuto.

Imponente cumulonembo temporalesco visto dallo spazio
Imponente cumulonembo temporalesco visto dallo spazio

La condensazione del flusso caldo e umido, proveniente dal mar Rosso, agevola di conseguenza lo sviluppo di imponenti annuvolamenti cumuliformi, lungo le coste dell’Eritrea e del Sudan meridionale. Durante il sollevamento forzato verso l’alto la massa d’aria calda e umida, che si alza dal mar Rosso, tende ad espandersi e a raffreddarsi, salendo di quota e favorendo la rapida condensazione del vapore acqueo e la formazione di grossi annuvolamenti a sviluppo verticale (cumuli, congesti e cumulonembi) che vengono ulteriormente alimentati dal calore latente presente nei bassi strati, tanto da assumere un importante sviluppo verticale. Ciò può sfornare forti temporali e rovesci di pioggia anche intensi, seppur di breve durata e molto localizzati, che possono essere accompagnati pure da colpi di vento violenti e turbolenti (come capita nei temporali ad asse obliquo). Nei prossimi giorni l’attività convettiva dovrebbe intensificarsi ulteriormente sull’altopiano Etiope, dove nei prossimi giorni si potranno sviluppare anche dei “Clusters temporaleschi” piuttosto intensi.

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