La notizia di ieri sulla prima rilevazione diretta delle onde gravitazionali, nello specifico quelle prodotte dal BIG BANG, hanno messo in subbuglio il mondo scientifico, almeno quello di coloro che riescono a comprendere le implicazioni della scoperta.
Di fatto è l’ennesima conferma della teoria della relatività di Einstein, che delle onde gravitazionali ne aveva prevista l’esistenza già un secolo fa. Ed è inoltre un’altra conferma della teoria del BIG BANG o dell’inflazione (intesa come gonfiamento repentino, nella fattispecie, del cosiddetto brodo primordiale) che portò alla nascita dell’universo.
Anni fa fu scoperta la radiazione cosmica di fondo CMBR (cosmic microwave background radiation), che era stata rilevata dalla sonda WMAP (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe), radiazione creata oltre 13 miliardi di anni fa e che vene indentificata come testimonianza del Big bang.
Il segnale rilevato allora faceva parte del comunissimo spettro elettromagnetico, con il quale ormai da decenni l’uomo ha molta dimestichezza; quello rilevato adesso appartiene ad un’altra forma di energia, quella gravitazionale. Un’energia la cui esistenza era ben nota dai tempi di Newton, di cui Einstein ne aveva concepito un modello matematico, i cui effetti erano ben noti e ripetutamente riscontrati, ma che di fatto non nera mai stata ancora “misurata”.
Come la tecnologia ha consentito la creazione di dispositivi in grado di rilevare e produrre onde elettromagnetiche, prossimamente (sono già in costruzioni sistemi terrestri ed anche in orbita) saremo in grado di rilevare onde gravitazionali. E chissà, forse anche di sfruttarle.
Per approfondire il concetto della radiazione elettromagnetica di fondo e per ascoltare il SUONO GENERATO dal BIG BANG ricostruito al computer, si rimanda a questo articolo di MeteoWeb: