Terremoti: oggi due scosse profonde al largo della Calabria tirrenica, entrambe di magnitudo 2.7

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map_loc_tNella giornata odierna due profonde scosse di terremoto hanno interessato la Calabria tirrenica: entrambe sono state di magnitudo 2.7. La prima s’è verificata alle 10:38 con epicentro al largo del cosentino, nell’estremo nord della Regione, a 261,5km di profondità. La seconda invece alle 19:33, più a sud, a largo del vibonese, e più vicina alla costa, con un ipocentro di 155,5km.

Ogni qualvolta un terremoto si verifica a ridosso dell’ormai noto vulcano Marsili, in tanti si chiedono se la causa possa essere dovuta proprio ad un suo eventuale risveglio. In realtà si tratta dei terremoti al di sotto della crosta terrestre spiegati dalla tettonica a placche. In queste aree si verificano generalmente eventi tellurici compresi tra i 100 e i 500 chilometri di profondità, che non si verificano in altre zone d’Italia. In alcuni casi questi terremoti hanno magnitudo anche rilevante. Negli ultimi 5 anni ce ne sono stati due di magnitudo superiore a 5, e in passato, precisamente nel 1938, ce n’è stato uno addirittura di magnitudo 7,1, uno dei più forti registrati nell’area italiana.
Carta-geotettonice-del-mediterraneo-centrale-e-arco-calabroGli ipocentri in profondità si addensano formando una linea che viene chiamata piano di Wadati-Benioff, che definisce un piano inclinato dove la litosfera oceanica sprofonda sotto la litosfera continentale. Il nome deriva dagli scopritori, Hugo Benioff, del California Institute of Technology, e Kiyoo Wadati, dell’Agenzia Meteorologica Giapponese, due sismologi che riuscirono a identificare questi eventi prima ancora della teoria della tettonica a placche. Se osservassimo la sismicità a scala globale, osserveremmo che i terremoti non si distribuiscono su tutta la superficie terrestre, ma si limitano ad alcune zone: i margini delle placche litosferiche. I terremoti molto profondi a loro volta, si distribuiscono solo in alcune di queste aree, in particolare intorno alla placca Pacifica, dove si scontra con le placche circostanti.
faglie_aspromonte04La teoria della tettonica a placche spiega come la litosfera si muove e si deforma. In particolare quando due placche litosferiche si avvicinano, una delle due, la placca litosferica oceanica, si flette e va a finire sotto l’altra, formando una zona di subduzione, determinando terremoti superficiali e profondi. Quando due placche invece si allontanano, in un margine divergente, lasciano spazio al mantello per risalire, in particolare alla parte astenosferica dello stesso, formando delle zone di fratturazione se ci troviamo su una placca continentale, o delle dorsali oceaniche. Nel caso specifico del Tirreno, la placca ionica si inflette sotto la Calabria e scende verso nord-ovest, al di sotto del bacino tirrenico. L’antico oceano della Tetide quindi, (il Mar Ionio) si inflette sotto la Calabria e sprofonda sotto il Mar Tirreno dando luogo a un’attività sismica particolarmente profonda. La subduzione non è evidenziata solo dai terremoti profondi, ma anche da un’area che rappresenta un’anomalia di velocità. Come sappiamo la Calabria si muove in direzione opposta all’Africa di 3,5 mm annui, quindi al di sotto della regione c’è una vera zona di subduzione che un tempo era più grande e correva lungo tutta la catena appenninica. Oggi, a causa di rispettivi strappi nella litosfera, la subduzione è limitata a 200 chilometri sotto la Calabria, ed è proprio sotto questa ristretta zona che si verificano i terremoti profondi che osserviamo generalmente al largo del Mar Tirreno.

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