L’uragano “Arthur” risale tutta l’East Coast degli USA fino alla Nuova Scozia, segnalati venti fino a 118 km/h a Cape Hatteras e piogge forti nel sud-est del Massachusetts

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10431497_788021021229115_7405904925295204654_nDopo aver risalito l’intera East Coast degli Stati Uniti, apportando forti piogge e soprattutto intense mareggiate che hanno accresciuto il fenomeno dell’erosione costiera, dal South Carolina fino al Massachusetts, l’uragano “Arthur” (ormai ex uragano), il primo del 2014 per le coste degli States, ha impattato sulle coste canadesi della Nuova Scozia, apportando forti venti di tempesta e grandi ondate di “mare vivo”. Poco prima di impattare sulle coste della Nuova Scozia, lungo il Canada sud-orientale, “Arthur” ha perso gran parte del suo originale status tropicale, evolvendo molto rapidamente in un sistema depressionario “baroclino”, anziché “barotropico” (caratteristica di tutti i cicloni tropicali). Proprio all’altezza delle coste sud-orientali canadesi la tempesta, dopo aver perso buona parte della sua intensità, è stata assorbita da una più vasta circolazione depressionaria extratropicale, che da giorni insisteva sul Canada orientale, con un minimo depressionario localizzato fra il Quèbec e Terranova.

Gary BrintonQuesta depressione extratropicale, alimentata lungo il suo bordo occidentale dalla discesa di masse d’aria più fredde, di origine polare, dai Territori del Nord-ovest, ha difatti letteralmente “ingoiato” la profonda depressione tropicale, che pur arrivata fino alla Nuova Scozia manteneva al proprio interno molto vapore acqueo d’origine tropicale che ha dispensato forti precipitazioni, spesso a sfogo di rovescio. Come previsto lungo le coste orientali degli USA, durante il passaggio ravvicinato dell’uragano, nessuna località costiera ha registrato venti aventi l’intensità di uragano. Solo in alcune località costiere e isole del North Carolina e Massachusetts, il passaggio molto ravvicinato dell’uragano, con il suo intenso “gradiente barico orizzontale”, ha prodotto raffiche molto forti, che hanno raggiunto la soglia di tempesta tropicale, con picchi isolati di ben oltre i 100-110 km/h. La raffica più forte in assoluto è stata registrata a Capo Hatteras, dove durante il passaggio dell’uragano le forti tempeste da SE e S-SE che lo precedevano hanno spazzato l’area, con un picco che ha toccato i 116 km/h da S-SE nel corso della mattinata di venerdì 4 Luglio (festa nazionale negli USA).

ArthurQueste tempeste di vento, seppur molto brevi, si sono accompagnate a forti rovesci di pioggia che per almeno un paio di ore hanno azzerato la visibilità orizzontale, visto l’acqua polverizzata dalle forti raffiche di vento. Ma venti molto forti sono stati segnalati anche lungo le coste del North Carolina, dalla stazione di Cape Lookout, dove nella giornata di venerdì 4 Luglio è stato raggiunto un picco di ben 111 km/h da Ovest, nel momento in cui l’occhio di “Arthur” transitava verso nord-nord/est, spostandosi verso il tratto di oceano antistante le coste della Virginia. Dopo il picco di 111 km/h da Ovest, quando l’occhio centrale dell’uragano si è spostato verso la Virginia, a Cape Lookout il vento ha cominciato a ruotare da O-SO, perdendo sempre più di forza e intensità, mentre la pressione risaliva vertiginosamente fino a conquistare i 1000 hpa, dopo il picco di 978 hpa della prima mattinata. Bisogna anche sottolineare che le tempeste più forti sono rimaste localizzate in mare, sul lato est di “Arthur” (venti meridionali molto forti), dove il “gradiente barico orizzontale” appariva leggermente più compresso dall’azione, più ad est, del robusto promontorio anticiclonico delle Azzorre, che presentava un assetto abbastanza meridianizzato verso le alte latitudini.

Tropical WeatherMa oltre ai venti molto forti, le bande nuvolose spiraliformi che scorrevano lungo il bordo occidentale di “Arthur”, ben alimentata dal risucchio dell’aria calda e molto umida fornita dalle calde acque superficiali trasportate dalla “corrente del Golfo”, hanno dispensato anche forti precipitazioni, lasciando accumuli davvero consistenti, soprattutto nel sud-est del Massachusetts, dove in poche ore sono caduti dai 70 mm agli oltre 90-100 mm d’acqua. La presenza di una significativa quantità di vapore acqueo d’origine tropicale all’interno della circolazione ciclonica tropicale ha difatti enfatizzato la portata delle precipitazioni in diverse zone dell’East Coast. In alcune aree del Massachusetts sud-orientale le forti piogge scaricate dalle bande nuvolose presenti lungo il bordo occidentale di “Arthur” hanno anche causato dei temporanei allagamenti, provocando non pochi disagi. Soprattutto per strade rese impraticabili. Tutto sommato, grazie anche alla traiettoria di “Arthur” in parallelo rispetto alla linea di costa, i danni sono stati abbastanza limitati, mentre le coste atlantiche statunitensi hanno retto alle intense mareggiate. Ma la stagione degli uragani atlantici è appena iniziata. Da qui a Settembre le coste degli USA dovranno attrezzarsi ad affrontare nuove emergenze, con l’arrivo di nuovi uragani che potrebbero risultare ben più intensi di “Arthur”.

L'uragano "Arthur" durante la sua formazione a largo della Florida
L’uragano “Arthur” durante la sua formazione a largo della Florida
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