Salute: i campi elettromagnetici modificano la risposta immunitaria

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campo elettromagneticoOcchio alle ‘selve di antenne’. L’esposizione a campi elettromagnetici prodotti da stazioni radiotelevisive, radar ed elettricità modifica – nei limiti fisiologici – il numero e le percentuali delle cellule ematiche circolanti, e la risposta immunitaria dell’organismo. E’ quanto emerga da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università G. D’annunzio di Chieti-Pescara e dell’Inail (settore Ricerca, Certificazione e Verifica, Dipartimento Territoriale di Pescara per la Regione Abruzzo) e pubblicato su ‘Prevention & Research’ I ricercatori hanno voluto valutare l’effetto dei campi elettromagnetici sulla comparsa e sulla progressione di patologie autoimmuni. Sono stati esaminati tutti gli articoli pubblicati su riviste scientifiche tra il 1979 e il 2013, e alla fine sono stati inclusi 37 studi. Dall’analisi “e’ evidente – scrivono gli autori – che l’esposizione a campi elettromagnetici prodotti da stazioni radiotelevisive, radar ed elettricità modifica (nei limiti fisiologici) il numero e le percentuali delle cellule ematiche circolanti e la risposta immunitaria”. In particolare, studi sperimentali su ratti hanno dimostrato che l’esposizione a campi elettromagnetici indotti da corrente elettrica producono “effetti analoghi a quelli indotti dagli stimoli stressanti”. Inoltre una “ridotta produzione di melatonina è stata rinvenuta in donne residenti vicino a linee di alta tensione”, e in lavoratori sottoposti allo stress di turni notturni. Gli impiegati che utilizzavano il telefonino per un lungo periodo presentavano una riduzione dei livelli di Tsh (indice di aumentata funzione tiroidea) “pari a quella che si verifica in situazioni di stress”. Insomma, i campi elettromagnetici, scrivono i ricercatori, provocano un assorbimento di energia da parte dell’organismo con effetti su sistema nervoso ed immunitario che hanno caratteristiche analoghe a quelli prodotti da stimoli stressanti. “L’adattamento dell’organismo, in individui geneticamente predisposti, può in tal modo far insorgere malattie autoimmunitarie”.

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