I lampi radio dal cosmo hanno natura extragalattica: qualcosa ci chiama da 10 miliardi di anni luce

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radiotelecopiVengono chiamati Fast radio burst (FRB), e sono rapidissimi lampi di onde radio osservati dai radiotelescopi terrestri. Circa un anno fa un team internazionale di astronomi ne annunciò la scoperta grazie al radiotelescopio da 64 metri di Parkes, in Australia. Oggi, la natura di questi segnali è ancora sconosciuta, ma grazie alle ultime osservazioni si è stabilita l’origine non artificiale. Recentemente il radiotelescopio di Arecibo, in Portorico, ha confermato la loro provenienza cosmica extragalattica. Si tratta di segnali brevissimi, che hanno una durata di pochi millesimi di secondo e che possono essere individuati soltanto con estrema fortuna. La loro energia è pari a quella emessa dal Sole in 10.000 anni. Oggi gli astronomi sanno che non si tratta di segnali radio provenienti da civiltà aliene. Si tratta, invece, di radiazioni prodotte da fenomeni astrofisici. Non è chiaro cosa li produca: potrebbero svilupparsi in seguito all’evaporazione di buchi neri, oppure essere brillamenti di magnetar, una stella di neutroni che possiede un enorme campo magnetico, milioni di miliardi di volte quello terrestre, il cui decadimento genera delle intense ed abbondanti emissioni elettromagnetiche. ParkesTuttavia, l’ipotesi più plausibile e la più condivisa dalla scienza è quella della fusione di stelle di neutroni, resti in rapida rotazione di supernove che non formano buchi neri. Secondo i calcoli effettuati, l’imponente emissione proverrebbe da una galassia distante 10 miliardi di anni luce. Una misura enorme, raggiunta attraverso il fenomeno della dispersione di plasma connesso alla differenza di velocità di propagazione delle onde radio. Gli impulsi che viaggiano attraverso il cosmo, infatti, si distinguono da interferenze artificiali per l’effetto degli elettroni interstellari, che rallentano le onde radio a radiofrequenze inferiori. L’impulso rilevato dal telescopio di Arecibo ha tre volte la misura massima di dispersione che ci si aspetterebbe da una fonte all’interno della galassia.

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