Il mistero delle gigantesche voragini in Siberia: potrebbero essere causate dalle esplosioni degli idrati di metano intrappolati sotto il permafrost

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sinkhole-siberia1Continua sempre più ad infittirsi il mistero delle gigantesche voragini scoperte di recente in diverse regioni remote della Siberia settentrionale, fra la penisola di Yamal e la penisola di Tajmyr. Proprio nei giorni scorsi, come confermato dalle autorità russe, nuove misteriose voragini, di dimensioni più ristrette di quelle già osservate le scorse settimane, sarebbero state avvistate in diverse aree della Siberia settentrionale. Due di queste sono state localizzate dalle autorità russe nella penisola di Yamal, in un’area a sud del gigantesco “buco” scoperto il mese scorso. Le altre misteriose voragine si sarebbero aperte a est dei primi due, nella penisola Taymyr, sempre nell’estremo nord della Siberia. Il secondo fenomeno avrebbe però dei testimoni. Si sarebbe formato, secondo quanto raccontano i residenti, il 27 Settembre 2013 a seguito di una fumata e poi di un lampo.

174551753-5ce3c660-44b9-429e-948d-78fabcd4c46eQualcun altro avrebbe visto cadere un oggetto dal cielo. Questo conferma anche l’ipotesi delle autorità russe che nei giorni scorsi avevano dichiarato come il primo buco trovato si fosse formato uno o due anni fa. Le tre voragini hanno caratteristiche simili, ma anche alcune differenze. In fondo alla prima (a una profondità di circa 70 metri) è stato trovato un lago di acque cristalline, mentre la terza possiede la forma di un perfetto cono, come scolpito da una gigantesca esplosione sotterranea. Secondo gli esperti non è verosimile che si tratti di qualcosa causata direttamente dall’uomo. Ma tuttora resta in piedi l’ipotesi di una esplosione sotterranea causata dall’enorme presenza di gas in questi territori e connessa con lo scioglimento del permafrost a causa dell’innalzamento delle temperature. Lo studio dei campioni recuperati sul posto continua allo scopo di permettere, una volta individuate le cause, la previsione di questo tipo di eventi che sembrano piuttosto frequenti e destano preoccupazione in una zona molto importante per lo sfruttamento di uno dei più importanti bacini di metano della Russia. Paese che base gran parte della propria economia su queste risorse naturali. Finora sono state avanzate varie teorie sulla formazione di queste misteriose voragini.

siberian-crater284-Jul_-24-07_56Fra queste, quella che più verosimilmente si potrebbe avvicinare alla realtà, è quella riconducibile a grandi esplosioni, prodotte dai cosiddetti “idrati di metano”. Si tratta di composti, in forma solida, formati da acqua, sotto forma di ghiaccio e metano, intrappolati dal ghiaccio stesso. Si creano in determinate condizioni, caratterizzate da elevate pressioni e temperature estremamente basse. Nella maggior parte dei casi gli “idrati di metano” si formano quando il gas metano si trova al di sotto dei 300 metri di profondità marina, dove la pressione è pari almeno a 30 atmosfere, con temperatura dell’acqua è inferiore a -2°C. Come è logico aspettarsi dunque, si trovano in genere in fondo al mare, dove l’acqua è molto fredda e la pressione a causa della profondità, molto elevata. Solitamente su fondali, al di sotto dei 500-600 metri, nel mar Glaciale Artico. Ma più recentemente, a seguito dello scioglimento della banchisa dell’Artico, gli “idrati di metano” sono divenuti molto noti alle compagnie petrolifere degli stati che si affacciano sul mar Glaciale Artico (Stati Uniti, Canada, Russia, Norvegia), perchè fonti di problemi tecnici, e alle volte di gravi incidenti. Per esempio “idrati di metano” indesiderati si formano nelle condutture dei metanodotti in zone artiche, a causa delle basse temperature. Nel caso siberiano, durante le trivellazioni petrolifere per lo sfruttamento di giacimenti sui fondali o in zone di permafrost, la presenza di questi “idrati di metano” riscaldati dall’attrito delle teste di perforazione provoca il rilascio di grandi quantità di gas.

Idrati-di-metano-USA-e-Giappone-lanciano-lassalto-al-gas-dellArticoIl metano è esplosivo e infiammabile e può diventare una fonte di pericolo, producendo enormi esplosioni. A parte il pericolo di incendi e esplosioni, la liberazione in acqua di grandi quantità di gas può provocare turbolenze in superficie, che possono creare problemi alle strutture di perforazione e alla imbarcazioni presenti, durante le attività esplorative. Proprio in Siberia, negli ultimi decenni, ne sono stati scoperti importanti giacimenti intrappolati nel permafrost a profondità compresa fra 200 e 1.000 metri. Il giacimento di Messoyakha (nella Siberia nord-occidentale) è l’unico esempio al mondo di produzione di gas dagli idrati. Ma molti scienziati sono certi che un po’ tutto il territorio della Siberia settentrionale, affacciato alla costa artica, sia pieno di giacimenti intrappolati nel permafrost, ancora non esplorati, e che con il progressivo scioglimento del permafrost tendono a riscaldarsi velocemente, rilasciando enormi quantità di gas che tendono a produrre queste grandi esplosioni sotterranee.

123320723-82a828cb-be2f-4324-bf71-352e838e95b1Addirittura c’è chi attribuisce l’evento di Tunguska, quando alle ore 7:14 locale del 30 Giugno 1908 una catastrofica esplosione avvenuto a un’altitudine di 5 – 10 chilometri dalla superficie terrestre, provocato dalla disintegrazione di un asteroide di oltre i 30 metri, abbatté decine di milioni di alberi e venne percepita anche a mille chilometri di distanza nel cuore della Siberia, proprio agli “idrati di metano”. Nel 1988 il professor Dimitri Tirofeyev, in un articolo pubblicato sulla rivista sovietica “Chimica e Vita” e ripreso dall’Agenzia ufficiale Tass, dichiarava che nel Giugno 1908 alcuni movimenti tettonici provocarono la fuoriuscita di gas (proprio i famosi gas idrati). L’epicentro dell’esplosione della Tunguska è posto nel centro di un cratere di un antico vulcano, denominato Kulikovskij. La fuoriuscita di gas riempì il cratere che poi esplose per cause naturali, probabilmente per un fulmine. L’onda d’urto dell’esplosione causò lo sradicamento degli alberi. Per Tirofeyev l’evento di Tunguska, la più grande esplosione mai udita sulla Terra in tempi recenti, fu causata dagli idrati, e non dall’impatto di un corpo celeste sull’atmosfera terrestre.

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