Maltempo, esondazione dei fiumi di Milano: “bisogna decementificare la città”

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2014082101791606059“I torrenti esondano a Milano non a causa di eventi climatici estremi, ma semplicemente perchè la metropoli milanese è ‘venuta su’ senza mettere in conto le acque di pioggia. In questa situazione sono in molti ad invocare soluzioni miracolistiche, ma soluzioni semplici non ci sono perchè lo spazio per i corsi d’acqua (Lambro, Seveso e Lura) è da tempo esaurito, dal momento che si è costruito dovunque, fino nel letto dei corsi d’acqua, e perfino all’interno di parchi regionali”. E’ quanto si legge in una nota diffusa da Legambiente, dopo l’ennesima esondazione del Seveso della scorsa notte che “conferma di una situazione diventata ormai insostenibile per l’idrologia del milanese: su sette esondazioni verificatesi in una sola stagione, in nessun caso i volumi di precipitazione sono stati tali da potersi parlare di piogge alluvionali”.
milano sevesoLegambiente punta il dito contro la cementificazione anche degli spazi verdi come “il Parco Nord, dove il Seveso termina la sua corsa prima di sparire nel sottosuolo cittadino, e dove dal 2001 ad oggi sono scomparsi gli ultimi prati che incorniciavano il torrente: seppellito il Seveso anche in via Ornato, i campi al confine con Bresso hanno lasciato posto ad un cantiere”. “Nemmeno le vasche di laminazione a Senago, che ora sembrano l’uovo di Colombo, saranno la soluzione del problema Seveso” prosegue l’associazione ambientalista, sottolineando che “esse infatti serviranno ad aumentare la portata derivabile dal Seveso in caso di piene provenienti dalla Brianza, ma nulla potranno contro gli acquazzoni, come quello di questa notte, tra Cinisello, Cormano e Paderno Dugnano: tutti comuni posti a valle della ‘valvola di sicurezza’ dello Scolmatore di nord ovest, il cui incile si trova a Palazzolo Milanese”. Per Legambiente “le soluzioni chiedono una forte mobilitazione di tutti i comuni a Nord del capoluogo” fermando “il già altissimo livello di cementificazione e urbanizzazione” e “poi con misure di governo delle acque di pioggia che devono essere incorporate in ogni strumento urbanistico, regolamento edilizio, singolo intervento anche di semplice ristrutturazione” e “de-impermeabilizzare, gestendo e accumulando le acque di pioggia, realizzando sistemi di drenaggio urbano che non prevedano il recapito in fognatura delle acque che cadono dal cielo”. “Il risanamento idraulico dei bacini di Lambro, Seveso e Lura richiede un’azione di controllo fortemente determinata da parte delle istituzioni sovracomunali, che impediscano che venga cementificato anche un solo metro quadro in più, e che impongano la riqualificazione idraulica di tutte le superfici urbane e degli edifici – ha dichiarato Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – per questo occorre ripristinare aree verdi e permeabili ovunque possibile, in particolare in prossimità dei corsi d’acqua, realizzare sistemi di drenaggio e accumulo delle acque meteoriche, attuare norme edilizie stringenti che impongano coperture permeabili per parcheggi e piazzali, tetti verdi per case e capannoni, impianti di raccolta, riutilizzo e distribuzione delle acque piovane per le utenze civili e industriali”. “Nei giorni scorsi abbiamo depositato un ricorso al Tar contro il Pgt di recente approvato dall’amministrazione di Cinisello Balsamo (Milano), uno dei comuni più urbanizzati del bacino del Seveso” ha annunciato Legambiente, sottolineando che “è solo l’inizio, raccoglieremo segnalazioni e denunce di cittadini e comitati e daremo corso ad ogni tipo di azione legale per impedire che altro suolo venga impermeabilizzato nei comuni del Nord Milano”.

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