L’umidità ereditata dalla dissoluzione dei resti dell’uragano “Norbert” causano tragiche alluvioni sull’Arizona, vittime e danni ingenti

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dolly-norbertCome avevamo scritto ieri, l’interazione fra due circolazioni depressionarie in quota, colme di umidità tropicale, collegate rispettivamente ai resti dell’ex uragano “Norbert” e della tempesta tropicale “Dolly”, venute quasi a contatto durante la fase di dissipazione fra lo stato messicano del Sonora e il sud dell’Arizona, ha prodotto forti precipitazioni a sfogo temporalesco che hanno martellato diverse contee fra Arizona e Nevada meridionale. Purtroppo, come temevamo, i resti di “Norbert”, ormai ridotto ad una latente depressione tropicale, salendo di latitudine verso il nord del Sonora e il sud dell’Arizona, sono riusciti a risucchiare verso di se i resti dell’umidità tropicale lasciata dal dissipamento della tropical storm “Molly”. Buona parte di quest’aria umida però, venendo inglobata all’interno della circolazione ciclonica di “Norbert”, sul lato nord di quest’ultima, si è mossa verso lo stato messicano del Sonora e il sud dell’Arizona, scaricando su questi piogge molto abbondanti, sotto forma di temporali intensi o veri e propri nubifragi, capaci di causare gravi “flash floods” nelle aree desertiche, lungo il confine fra il Messico settentrionale e il sud-ovest degli Stati Uniti.

ep201414Il rischio che i resti di “Norbert”, spingendosi sopra il sud dell’Arizona, potevano scatenare forti rovesci di pioggia e violenti temporali è rimasto molto elevato per tutta la giornata di ieri. Anche perché il contributo dell’umidità sprigionata dal dissipamento della tropical storm “Molly”, più ad est, sulla costa caraibica messicana a sud di Tampico, era veramente molto abbondante, soprattutto nella media troposfera. Questa congeniale configurazione, con un flusso umido nei medi e bassi strati, ha creato l’ambiente ideale per lo scoppio di manifestazioni temporalesche particolarmente violente e improvvise. I forti temporali, organizzati in imponenti “Clusters”, hanno investito pure Phoenix, dove si è registrato il record di accumulo dopo 75 anni, di ben 83 mm, caduti in appena 4 ore. Su Phoenix, la più grande città dell’Arizona, in sole 4 ore è caduto l’intero quantitativo di pioggia che normalmente cade nell’arco di tre mesi. Ancora più significativi sono gli oltre 80 mm di pioggia registrati a Clark County, una delle località maggiormente flagellata dai nubifragi. Seppur non si tratti di quantitativi pluviometrici particolarmente abbondanti, dobbiamo tenere presente che tutta quest’acqua è caduta su aree desertiche e semi-desertiche, lungo il confine fra il Messico settentrionale e l’Arizona.

coloradoQueste zone sono caratterizzate da terreni aridi e impermeabili. Incapaci di poter smaltire tutta quest’acqua piovana in così poco tempo. I terreni aridi, difatti, non raccogliendo in modo corretto tutta quest’acqua venuta giù in pochissime ore non hanno retto. L’acqua ristagnando in superficie ha favorito lo sviluppo delle drammatiche alluvioni lampo che hanno travolto Tucson e l’area attorno Phoenix, con strade ed interi quartieri sommersi da oltre 1 metro di acqua. Purtroppo gli allagamenti improvvisi, prodotti dalle forti precipitazioni, hanno cagionato la morte di almeno 2 persone, a Tucson e Oracle Junction, entrambe annegate all’interno delle proprie automobili impantanate nell’acqua. I danni materiali sono davvero ingenti, con case allagate e gran parte delle arterie stradali ricoperte dal fango e dai detriti. Il governatore di Phoenix ha dichiarato lo stato di emergenza, sollecitando gli abitanti a rimanere nelle proprie abitazioni. Ora parte di quest’umidità, prima di dissiparsi completamente, potrebbe spostarsi verso il sud del Nevada, provocando anche qui una significativa quanto temporanea intensificazione dell’attività convettiva, in grado di supportare lo sviluppo di sistemi convettivi a mesoscala che potrebbero scaricare ingenti quantitativi pluviometrici nel giro di poche ore. Solo fra giovedì e venerdì il sole e il caldo torneranno a splendere fra Arizona e Nevada, assicurando il tradizionale clima caldo e molto secco degli USA sud-occidentali.

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